La Nuova Sardegna

Baricco porta Holden a Cagliari

di Monica De Murtas
Baricco porta Holden a Cagliari

Il celebre corso di storytelling nato nel 1994 a Torino sbarca in Sardegna: dal 28 ottobre all'Ex Vetreria

06 ottobre 2018
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TORINO. La scuola di storytelling più famosa d’Italia non ha cattedre, dipartimenti e neppure esami. Si trova in un ex fabbrica di bombe, a Torino, in Borgo Dora, e si chiama Holden come il personaggio di J.D. Salinger. Il nome è un identikit fulmineo, rimanda a un’ immagine letteraria, a un contesto, descrive un progetto nato nel 1994 con l’idea di fondare una scuola per narratori da cui neppure un ribelle come Holden Caulfield sarebbe mai stato espulso. Inizialmente prese casa in una palazzina liberty, vicino al Po, questo sogno condiviso da pochi allievi e talentuosi maestri: scrittori, architetti, grafici, giornalosti, pubblicitari.

Perché lo storytelling che si insegna alla Holden non è conoscenza somministrata in compartimenti stagni ma tecnica duttile e senza confini che può essere applicata allo scrivere libri, girare film, ideare videogiochi o gestire i social di un’azienda. «Il gesto è sempre lo stesso: narrare. Quindi insegniamo, innanzitutto, a fare questo». A spiegare la mission della Holden è lo scrittore Alessandro Baricco preside e fondatore della scuola di storytelling & performing arts di Torino insieme a tre suoi amici: Carlo Feltrinelli, l’editore, Oscar Farinetti, l’inventore di Eataly, e Andrea Guerra, uno dei migliori manager d’Italia. «Eravamo giovani quando abbiamo inaugurato la Holden e avevamo un progetto chiaro in testa, per concretizzarlo c’è voluta buona dose di immaginazione, il lavoro di molti e una discreta vocazione all’ottimismo». Con oltre 250 iscritti al biennio principale, e altrettanti studenti presenti nei vari corsi e nelle sedi gemmate sparse in giro per l’Italia, il 28 ottobre la Holden sbarca anche in Sardegna, a Cagliari con un corso dal titolo “Lo scaffale dello scrittore”. Le lezioni si svolgeranno all’ex vetreria di via Italia 63 in collaborazione con il Crogiuolo, Lei Festival e Compagnia B. Questa attesa apertura conferma il rapporto che da sempre la scuola di storytelling di Torino ha con l’isola e con i sardi.

«Nei primi anni i corsi erano seguiti da pochi studenti – prosegue Baricco –, una sessantina, quasi tutti piemontesi, poi sono arrivati i primi fuori sede e infine anche i sardi. Di questo eravamo felici, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo capito che la Holden era diventata una scuola nazionale. Credo che il primo studente sardo ad iscriversi sia stato il regista Tore Cubeddu poi ne sono arrivati tanti altri. Abbiamo sempre sostenuto anche l’idea della Holden fuori dalla Holden, fin dall’inizio. Vogliamo offrire a chi lo desidera l’opportunità di seguirci anche se vive lontano da Torino, per questo sono nati i corsi esterni come quello che sta per partire a Cagliari».

Ogni anno la Sardegna è rappresentata alla Holden da almeno 4 iscritti ai corsi principali e sono ancora di più i sardi che seguono laboratori brevi per chi ha più di 30 anni organizzati a Torino nei weekend. Tanti anche i diplomati ai “corsi fy”, quelli pensati per chi appunto vive lontano ma può comunque avvicinarsi alla Holden grazie alla tecnologia, seguendo le lezioni su internet per poi andare in Borgo Dora a ritirare il diploma, festeggiare e incontrare dal vivo docenti e colleghi. I sardi sono presenti alla Holden anche come insegnanti. Tra i vari scrittori che collaborano con la scuola ci sono anche Michela Murgia, Marcello Fois e Massimiliano Ferrone, un ex allievo Holden che sarà il docente del corso in partenza all’ex vetreria.

«Mi sono diplomato alla Holden 14 anni fa ma ho sempre tenuto i contatti con la scuola che è stata per me una palestra fondamentale – dice Ferrone –. A Torino i miei maestri mi hanno insegnato a scrivere di Sardegna, mi hanno spinto a raccontare la mia isola. Poi lo scorso anno ho presentato un progetto a Baricco e al suo staff con l’idea di fare un corso qui a Cagliari ed eccoci qui, la mia idea è piaciuta molto e stiamo per iniziare. Affronteremo diversi autori e forgeremo strumenti concreti, utili per la scrittura di un romanzo».

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