La Nuova Sardegna

Pastore, singolare femminile

di Paolo Curreli
Pastore, singolare femminile

Il pastore il re delle greggi: «Fattos a su masone beulante cuntentos de s’issoro libertade», così il poeta descrive la figura eterna del pastore, dietro le sue pecore belanti, soddisfatto della sua...

06 ottobre 2018
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Il pastore il re delle greggi: «Fattos a su masone beulante cuntentos de s’issoro libertade», così il poeta descrive la figura eterna del pastore, dietro le sue pecore belanti, soddisfatto della sua indipendenza. Un mondo arcaico e individualista, sempre in lotta con la natura e gli uomini. Caino e Abele, il fratello pastore violento e il contadino che accetta il ritmo e la dolcezza della natura. E via così.

Un universo in crisi, perché in crisi sono i ritmi antichi e immutabili del lavoro dell’allevatore. Crisi industriale di prezzi del latte, di mancanza di manodopera, che però ha aperto nuovi spazi a quel timido ritorno alla terra che spinge tanti giovani a riprovare il mestiere degli avi. Mestiere che, in fondo, assicura se ben fatto un reddito più che dignitoso. In questa faglia, prodotta dal terremoto epocale, si è infilata con la sua videocamera Anna Kauber, regista, scrittrice e paesaggista di Parma che da anni documenta la vita del mondo rurale. Nel 20154 il suo libro “Le vie dei campi” riceve il premio “Parole di terra”, nel 2015 realizza le video-interviste “Ritratti di donne e di terra” documentando la specificità di genere in agricoltura. Con la stessa volontà Anna Kauber ha intrapreso un viaggio di due anni lungo le terre alte dei pascoli, sulla dorsale della Penisola dalle Alpi all’Aspromonte, per trovare le donne pastore, senza tralasciare naturalmente la terra delle pecore per eccellenza: la Sardegna.

Quello che Anna ha trovato è un mondo del tutto inaspettato, non solo donne anziane legate all’unica attività che avevano sempre conosciuto, ma anche tante giovani, colte e intraprendenti. Le prime hanno donato le memorie femminili del passato, le seconde le loro esperienze di oggi, fatte di nuove idee e apertura allo scambio e al rilancio di un nuovo rapporto tra il lavoro della terra e il rispetto del territorio, proprio nell’anno in cui l’Unesco sceglie la transumanza come bene immateriale dell’umanità. Un viaggio di lenta e reciproca conoscenza che è stato anche una profonda esperienza personale che Anna Kauber ha scelto di raccontare alla Nuova.

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