La Nuova Sardegna

Supramonte in fat bike

di Luca Urgu
Supramonte in fat bike

Tre percorsi avventurosi in sella alla bici a “pedalata assistita”

06 ottobre 2018
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Tre percorsi da favola. Un tris d’assi nel cuore del Supramonte, in sella alle fat bike, le bici a pedalata assistita molto in voga negli ultimi tempi. Una bicicletta che consente a tutti, anche chi non è particolarmente allenato di pedalare a lungo anche in situazioni estreme. E quando si incontrano salite che spezzano il fiato si chiede al motorino elettrico di cui sono dotate le bici di aggiungere un po’ di potenza. A Orgosolo da oltre un anno è nata l’associazione Supramonte bike, grazie a un’idea di Frank Corraine. Ed è subito stato un successo. L’iniziativa ha attirato un numero crescente di visitatori, soprattutto stranieri, che quotidianamente arrivano a visitare il paese con i suoi suggestivi murales. Il biker orgolese ha messo nero su carta tre affascinanti percorsi che sono una perfetta sintesi tra natura incontaminata, fauna e flora selvatica unica. Il tutto da coniugare con la mountain bike che ti consente di arrivare divertendoti dove osano le aquile.

Il giro che tutti i biker devono affrontare è di circa 30 chilometri proprio nel cuore del Supramonte di Orgosolo. Si parte dalla caserma forestale di Funtana Bona in località Montes e transito ai piedi del tacco calcareo di Monte Novo San Giovanni. Si tratta di un punto panoramico di straordinaria bellezza che consente una vista davvero a 360 gradi su tutta la valle. Dopo aver affrontato il divertente discesone ghiaioso verso Honeai, luogo di abbondante fioritura primaverile della rosa peonia è d’obbligo una fermata presso l'antico e ben conservato cuile di Su Vadu S'eni. Poi ci si addentra all'interno di una fitta lecceta che conduce sino ai tornanti pietrosi di Hodula. Qui, innestandosi su una diramazione a sinistra si arriva sino in prossimità di un maestoso leccio plurisecolare, cresciuto sopra un masso di pietra. La prosecuzione del percorso porta in località Sa Sinipida e poi a ridosso delle pietrose rampe di Arzane. Da qui in avanti si pedala in mezzo alla macchia bassa e aromatica della santolina, tra lecci e ginepri millenari, nel regno dei mufloni e dell'aquila reale. Dopo aver svoltato a sinistra in località Grughe è consigliabile fare tappa a Su Honzu, conca naturale che raccoglie e preserva le acque piovane dalle quali si abbevera la selvaggina. Si risale verso S'Ischina e Malaviu e da qui ad Uttulu e via via verso la fonte di Porcargios sino ad arrivare al punto di partenza.

Monte novo San Giovanni. Questo secondo tracciato è invece di 40 chilometri. Non presenta particolari difficoltà tecniche ma allo stesso tempo richiede un minimo di confidenza con la Mtb. La partenza è dal centro abitato di Orgosolo, dove la Supramonte bike ha anche la stazione di noleggio delle bici. Poi ci si arrampica sulla striscia di asfalto della provinciale sino all’incrocio di Montes. Si prosegue svoltando a sinistra all’interno del bosco e dopo aver costeggiato il laghetto artificiale di Istecheò si arriva in località Ventosu, qui è consigliabile una breve sosta presso l’omonima Tomba dei giganti. Giusto il tempo per dissetarsi e dopo aver fatto inversione e percorso un tratto a ritroso per qualche centinaio di metri, si svolta a sinistra sino a fiancheggiare un secondo laghetto collinare per poi salire di quota. Da questo punto in avanti il percorso si snoda tra i profumati cespugli di timo ed elicriso e in compagnia di mandrie bovine, branchi di cavalli selvaggi e maiali allevati allo stato brado. Si arriva, dopo aver percorso 20 km alla caserma forestale e lungo la risalita che porta a Monte Novo si incontra la sorgente Funtana Bona con le sue acque fresche ed abbondanti in ogni stagione. Una volta giunti alla base del tacco calcareo è consigliabile lasciare la bici e salire in cima per ammirare un panorama unico.

Il tour archeologico è uno dei più suggestivi del territorio. Un percorso ad anello di 30 chilometri in sella attraverso le testimonianze archeologiche. La partenza è prevista dalla piazza ai Caduti e dopo aver attraversato la via principale, si imbocca la risalita verso Montes. Dopo aver svoltato a destra, si pedala sull'altipiano tra vecchie piante di leccio dalla caratteristica chioma "livellata" dall'azione pascoliva degli animali bradi. Avanzando ancora, sempre sul lato destro della strada all'interno di una "tanca" recintata da muretti a secco, ecco il nuraghe Duvilino', realizzato con conci di granito ormai colonizzati da muschi e coloratissimi licheni. Proseguendo ancora, dopo aver sfiorato il vecchio borgo rurale di Pratobello (questi sono i luoghi interessati dalla lotta di popolo contro le forze militari occupanti nel giugno del 1969) il percorso si snoda lungo i pascoli montani sino a giungere in località Madau, l’importante sito archeologico che conserva alcuni esemplari di tombe dei giganti. Dopo un breve tratto su asfalto, si torna sullo sterrato si giunge ai lati dell'invaso di Olai, si imbocca un discesone che conduce al terzo sito archeologico del percorso, quello di Sirilo' tra i resti di capanne nuragiche e le "domus de janas" di epoca prenuragica.

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