La Nuova Sardegna

Rachmaninov e l’autunno Binomio perfetto per l’anima

Rachmaninov e l’autunno Binomio perfetto per l’anima

Già lo sentimmo venire con le piogge insolenti di agosto, senza offenderci troppo in settembre, però. Come difenderci allora, emotivamente dall’arrivo dell’autunno che squassa giornate...

08 ottobre 2018
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Già lo sentimmo venire con le piogge insolenti di agosto, senza offenderci troppo in settembre, però. Come difenderci allora, emotivamente dall’arrivo dell’autunno che squassa giornate meteorologicamente schizofreniche? Ma è ovvio: ascoltando Sergej Vasilevic Rachmaninov, il grande compositore che l’11 novembre 1918 si trasferì negli Stati Uniti con la moglie Natalija e le due figlie, quando, a 44 anni, raggiunta Oslo, lasciò per sempre la grande madre Russia, abbandonata di corsa l'anno prima a causa della Rivoluzione d’ottobre, aprendo una ferita che non si sarebbe mai più rimarginata.

Chi fu, per dirla con formula fulminea, Rachmaninov? Fu, senza dubbio, un professionista della malinconia: e dunque perfetto per addomesticare le malattie sentimentali dell’autunno. Ascoltate, malinconicissima, l’opera 18, ovvero il suo “Concerto per pianoforte e orchestra n. 2”. Una composizione che si spalanca -chi l’avrebbe mai creduto- su un futuro persino pop. Come non ricordare, infatti, che nel suo secondo movimento, ovvero l’Adagio Sostenuto, c’è già tutta “All by Myself”? Dico la famosissima canzone, cantata poi anche da Céline Dion e Frank Sinatra, che Eric Carmen, dichiarandosi del tutto ignaro di quel famoso precedente, scrisse ed eseguì nel 1975. Una situazione imbarazzante davvero: che costrinse poi lo stesso Carmen, per evitare l’irreparabile, a trattare con gli eredi del compositore.

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