La Nuova Sardegna

La scoperta di Erula: lo sgabello di una statua costruito con i dipinti medievali

Paolo Curreli
La scoperta di Erula: lo sgabello di una statua costruito con i dipinti medievali

I frammenti di un retablo perduto ritrovati a Erula e restaurati al Centro di Li Punti: si pensa al Maestro di Castelsardo

09 ottobre 2018
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SASSARI. Una calda mattina di agosto del 2011 Tore Denau è a Erula impegnato nel lavoro di catalogazione delle opere d’arte per la Diocesi. Al centro delle sue attenzioni la statua di Santa Vittoria conservata nella deliziosa chiesetta romanica di S. Vittoria de Su Sassu, poco fuori il paese. Deve rimuovere il basamento – un semplice sgabello che sembra realizzato con ritagli diversi di legno di recupero – per constatare lo stato dell’antico simulacro.

È questo il primo passo dell’importante scoperta rivelata a Sassari al Centro di restauro di Li Punti dall’ufficio per i Beni Culturali della Diocesi di Tempio-Ampurias, in collaborazione con la Soprintendenza per le provincie di Sassari e Nuoro. Scoperta importante perché quelle semplici tavolette appaiono subito come i resti di una pittura su legno, un’opera sicuramente antica, si riconoscono un cavaliere e delle mani che reggono un piattino con degli occhi. L’iconografia sembra chiara sono San Giorgio e Santa Lucia. Don Francesco Tamponi, responsabile per la diocesi di Tempio-Ampiurias per i beni artistici, si attiva subito, con lui gli storici dell’arte Laura Donati e Maria Francesca Mureddu che confermano le intuizioni: l’opera risale sicuramente alla fine del 400 inizio 500. Periodo di attività del Maestro di Castelsardo e momento magico della fioritura dei magnifici retabli lignei in tutta l’isola.

I reperti arrivano al Centro di Li Punti, dopo la trafila per il reperimento dei fondi, cominciano i lavori di recupero, le tavole vengono sottoposte ai raggi x all’ospedale di Sassari, si liberano dai chiodi antichi e moderni. Analisi che confermano la preziosità dell’opera: «i colori usati sono rari e costosi, come il rosso cinabro e le dorature sono in oro zecchino» rivela Alba Canu, restauratrice del Centro di Li Punti. Le mani attente e sapienti di Elena Costin, restauratrice piemontese di origini russe, si dedicano al recupero e alla pulizia dei dipinti.

Il disegno si rivela in tutto il suo interesse, una calligrafia minuta, da miniatura gotica, rivela il volto del santo, il suo cavallo rampante, lo scudo con la croce greca, la veste preziosa di cinabro di Santa Lucia è contornata dall’ermellino delle regine. Una scoperta straordinaria che avvicina le tavole di Erula al Maestro di Castelsardo e conferma l’originalità della pittura sarda antica, fondamentale per i ricercatori perché i pigmenti sono arrivati intonsi ai giorni nostri. «Il risultato delle sinergie tra la Diocesi, e la soprintendenza è ottimo» sottolinea Gabriella Gasperetti responsabile della soprintendenza. Mentre i particolari prendono forma gli studiosi si interrogano. Ma come spesso accade le risposte arrivano per rivelazioni inaspettate. Don Tamponi si sveglia nel cuore della notte: «avevo capito, dopo aver studiato con gli storici, dove era una parte importante dei dipinti – racconta –. Ho subito svegliato Tore Denau. La figura di Santa Lucia era stata smembrata, tagliata a metà e mi è apparsa nella memoria la figura mancante». L’intuizione di Don Tamponi viene confermata da una riproduzione fotografica: la testa, il busto della santa sono in una collezione privata a pochi chilometri dal ritrovamento. I resti di Erula coincidono perfettamente, è questa l’altra importante scoperta solo in parte rivelata ieri a Li Punti. Don Francesco Tamponi non rinuncia al colpo di scena, la parte mancante con la riproduzione fotografica, è coperta da un misterioso telo nero, la si potrà vedere solamente domenica 14 alle 10 alla Biblioteca universitaria di Piazza Fiume a Sassari, quando il telo verrà rimosso. «La coincidenza è sicura al cento per cento – afferma Don Tamponi –. Faremo il possibile per ricostruire l’opera».
 

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