La Nuova Sardegna

Afrodite in salvo al liceo Figari di Sassari

di Paolo Curreli
Afrodite in salvo al liceo Figari di Sassari

Hanno assistito a migliaia di lezioni di disegno dal vero come monito ed esempio della grandezza dell’arte classica per i futuri artisti. Ma adesso i gessi a grandezza naturale del Liceo artistico di...

13 ottobre 2018
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Hanno assistito a migliaia di lezioni di disegno dal vero come monito ed esempio della grandezza dell’arte classica per i futuri artisti. Ma adesso i gessi a grandezza naturale del Liceo artistico di Sassari sembra abbiano una storia più originale da raccontare. «I gessi conservati nel liceo sono delle vere opere d’arte che risalgono ai primi del secolo scorso e quindi entrano a pieno diritto tra i Beni culturali da valorizzare» spiega Franca Mascolo docente di Storia dell’arte nell’istituto cittadino che a queste opere ha dedicato uno studio. «Tra le varie sculture in gesso in possesso del Liceo, alcune conservano il marchio di fabbrica: “Ferrazzi Dante Formatore” di Roma. Sono riuscita a rintracciare una discendente della famiglia Ferrazzi, la professoressa Giovanna Licordari (morta quest’anno), e grazie alle sue preziose informazioni si è potuto stabilire che la fabbrica era ancora attiva intorno ai primi decenni del Novecento. Il calco in gesso della “Venere di Milo”, conserva ancora il marchio di fabbrica, leggibile alla base della statua. Forse era stata acquistata negli anni ’30 insieme ad altri calchi riproducenti capolavori dell’arte classica utilizzati come materiale didattico per la Regia Scuola di tirocinio per le Arti Edili e Fabbrili di Sassari (con sede in Piazza d’Armi dal 1923), come scriveva Vico Mossa, oppure poteva già fare parte del repertorio scultoreo di gessi già in possesso della più antica Scuola di Arti e Mestieri che in origine era ubicata sul Colle dei Cappuccini», precisa Franca Mascolo che nella sua ricerca ha trovato «una scoperta nella scoperta»: «Tramite il marchio di fabbrica si è potuti arrivare ad una datazione seppure ancora approssimativa. Ma la sorpresa è dovuta al fatto che tra i vari calchi in gesso ce n’è uno in particolare di notevole interesse, non solo per la sua bellezza, ma per la storia a cui è legata. Si tratta infatti della famosa “Venere di Cirene”». La statua è un capolavoro dell’arte ellenistica (risalente forse al IV secolo, della scuola di Prassitele) ritrovata da archeologi italiani nel 1913 dopo la guerra italo-turca, quando la Libia si chiamava Cirenaica, prendendo il nome dalla colonia greca di Cirene. Dopo varie richieste di restituzione da parte del regime di Gheddafi partite dal 1989, tutte fermata dall’opposizione di associazioni come Italia Nostra, fu il ministro Urbani del governo Berlusconi a iniziare la pratica nel 2002 per il “prestito a lungo termine” della Venere di Cirene.

Nonostante il ricorso al Tar il capolavoro ellenistico ritornò in Libia nel 2008. In quel caldo agosto la foto di Berlusconi che stringeva la mano al dittatore libico, mentre “restituiva” la Venere fece il giro del mondo. Dal quel momento la situazione, come sapiamo, precipitò fino alla guerra civile, la caduta di Gheddafi e l’arrivo anche sulle coste libiche degli integralisti dello stato islamico. La Venere di Cirene cadde nelle mani iconoclaste dell’Isis e, come molti altri capolavori, non se ne seppe più niente. È questa triste parabola di un opera d’arte insostituibile che pone la copia in gesso custodita al Liceo Figari di Sassari sotto un’altra luce. Ora appare chiara l’importanza e il grande valore storico-artistico del calco in gesso in possesso del Liceo Artistico di Sassari. «Questa del nostro Liceo è una calco dall’originale – sottolinea Franca Mascolo – eseguito molto probabilmente quando la statua era giunta a Roma subito dopo il suo ritrovamento. Potrebbe essere una delle rare copie rimaste in circolazione in Italia. Un altro calco in gesso fu eseguito negli anni Trenta del Novecento è risulta essere a Trevi in casa ex Luzi».

Quindi la bella Afrodite che esce dal bagno che accoglie all’ingresso principale dell’istituto cittadino è un calco eseguito direttamente sull’originale – come ipotizzano gli studi di Mascolo– molto di più che una perfetta riproduzione. Un altro tesoro della città che il Liceo Figari custodisce, con tanti altri tesori, nelle sue sale.

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