La Nuova Sardegna

Ichnos, i Mamuthones alla corte di Fidel

Gabriella Grimaldi
Ichnos, i Mamuthones alla corte di Fidel

La memorabile trasferta della cultura e delle tradizioni sarde all’Avana

13 ottobre 2018
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L’anno prima gli incendi dolosi avevano devastato metà dei boschi isolani. Quello di finire in fumo sembrava, per la Sardegna, un destino ineluttabile. Fu a fine estate del 1992 che, attraversando fiamme alte come palazzi sulla 131 all’altezza di Bonorva, a uno degli organizzatori, Nardo Marras che allora faceva il pendolare con Cagliari per lavoro, venne l’idea di creare un evento capace di veicolare un messaggio forte: quello della mobilitazione di tutti i sardi per la salvezza della propria terra. E che cosa riesce a mettere insieme persone di generazioni diverse, di qualunque estrazione sociale, di idee le più disparate possibili, se non la musica? Così nacque Ichnos, ciò che, con le dovute proporzioni, si poteva paragonare a un evento come Woodstock: un raduno dei migliori artisti che in quegli anni creavano musica e la proponevano al pubblico nei locali e nelle piazze. Il 13 giugno del 1993, a Sedilo, nell’anfiteatro naturale dal santuario di San Costantino - dove ogni anno ancora oggi si tiene l’Ardia, la sfrenata corsa di cavalli in onore del santo - si esibirono da mattina a notte inoltrata, davanti a 25mila persone, 26 gruppi e singoli artisti che suonarono musica etnica, rock e jazz.

Un evento inimmaginabile anche da parte degli stessi fondatori dell’associazione - oltre a Marras, il giornalista ed esperto di musica Giacomo Serreli, Paolo Fisichella e Nicola Corda - e l’inizio di una lunga storia di musica e solidarietà, che porterà, nel 1998, Ichnos in una memorabile trasferta della cultura e delle tradizioni isolane all’Avana. Vedere i Mamuthones sfilare con le loro pellicce e i campanacci sul Malecon, il lungomare della capitale cubana, con 30 gradi all’ombra, resterà un’immagine indimenticabile per chi era presente. Momenti che saranno rievocati oggi (sabato 13) nel corso di un evento in programma dalle 15 nei locali de “Sa Prima Ighina” in via Efisio Mannu 21 a Sedilo, il paese dove tutto ebbe inizio e dove proseguì fino all’ultima edizione nel 2011.

“Ichnos, 25 anni di ricordi da Sedilo a Cuba” è inserito all’interno di “Zenia de atonzu”, una due giorni di artigianato, musica, tradizioni, degustazioni e vendita di prodotti del territorio promossa dall’amministrazione comunale oggi e domani. Sono stati invitati non solo i protagonisti sul palco e i testimoni di quegli straordinari concerti, ma anche quanti con Ichnos sono entrati in contatto sino al suo ultimo evento, sempre a Sedilo, nel 2011. Durante l’incontro verranno proiettati video dei concerti e servizi televisivi dedicati alla prima edizione di Ichnos a Sedilo e a quella cubana. Saranno anche esposti memorabilia e oggetti legati agli eventi, articoli di stampa, foto e poi verranno proposti videomessaggi di artisti, raccolte le testimonianze e i ricordi di chi vi ha partecipato. Tra questi riveste un ruolo strategico il conduttore e critico musicale Red Ronnie, il quale, coinvolto dagli organizzatori accettò immediatamente creando un legame duraturo con Ichnos, gli astisti isolani e la Sardegna. «Quando mi chiamò Nardo e mi illustrò l’idea - racconta -, fui subito entusiasta. A parte la validità del progetto ci tenevo a realizzare un sogno: incontrare la cantante Maria Carta, un’interprete e un personaggio che mi aveva colpito tantissimo dall’inizio della sua carriera. E fu così, la incontrai e la connobbi a Sedilo in mezzo a tanti splendidi musicisti, in quel luogo magico che è l’anfiteatro di San Costantino. Devo dire che fu un’esperienza davvero forte». Una scommessa quella di Red Ronnie che per essere presente al fianco degli organizzatori dovette scapicollarsi perché era il primo periodo in cui andava in onda il mitico programma Roxy Bar in cui passarono i più grandi artisti internazionali e nuovo talenti del panorama italiano. Eppure partecipò attivamente alla realizzazione di un sogno: il ritorno dalle esibizioni nell’isola della cantante di Siligo, residente a Roma da tantissimi anni. Ichnos la ospitò in un memorabile concerto (e fu l’ultimo in Sardegna perché era già gravemente malata) che si tenne a Cagliari assieme, fra gli altri, ai Bertas, ai Tenores di Bitti, ai Cordas et Cannas e ai Tazenda.

«Insieme a Maria Carta - continua Red Ronnie -, venni a conoscenza di un universo artistico che non avrei immaginato. Ricordo che mi colpirono in particolare gruppi come i Kenze Neke e la voce e la poesia di Elena Ledda». Ma in quella prima maratona sfilarono sul palco all’ombra di San Costantino artisti come Piero Marras, Battista Giordano, i Quartz, Paolo Fresu, Benito Urgu, i Zenia, i Calic ed Enzo Favata, tutti uniti dall’idea di far sentire la voce dell’isola. Quella maratona musicale, che attirò l’attenzione dei mezzi di comunicazione anche fuori dai confini dell’isola, doveva restare, nelle intenzioni dei promotori, un episodio isolato. Invece, le attestazioni di ammirazione e simpatia che quella giornata di musica ottenne dalla gente, dagli artisti e dalla comunità di Sedilo, spinsero l’associazione a bissare l’evento l’anno dopo, il 19 giugno. Vennero invitati 25 tra gruppi e singoli artisti disposti a mettersi in gioco per rilanciare quell’opera di sensibilizzazione sui temi della difesa dell’ambiente e della solidarietà verso i talassemici sardi, visto che un’altra delle emergenze isolane era, ed è ancora oggi, la carenza di sangue per le trasfusioni.

La macchina ormai era partita: l’associazione con sede a Sedilo si fece promotrice, l’anno successivo, di un concerto in omaggio a Maria Carta che si tenne il 25 settembre del 1995 a Siligo a un anno dalla scomparsa della grande cantante. Nel frattempo nell’orbita del pianeta Ichnos entrarono artisti come Istrales, Franco Madau, Mariano Melis, Aurelio Porcu, Marisa Sannia e i Mano. Poi arrivarono le edizioni “speciali” come il concerto di Milano organizzato nel 1996 davanti al Castello Sforzesco che fu ribalta nazionale per tanti musicisti della Sardegna. Nel 1997 Ichnos tornò a Sedilo con un concerto al quale presero parte una ventina tra i più rappresentativi artisti della scena musicale sarda legata al patrimonio etnico e alla sua rielaborazione. L’anno dopo uno sforzo ancora maggiore con il gemellaggio artistico e solidale con l’isola di Cuba. In quella data alcuni artisti sardi (Tazenda, Piero Marras, Cordas et Cannas, i tenores di Bitti e Orlando Mascia) si esibirono fianco a fianco con altrettanti musicisti cubani a L’Avana. Fu una trasferta piena di significato per le azioni benefiche che l’associazione riuscì a compiere in quell’occasione. Dalla donazione per realizzare la nuova sede della prestigiosa scuola nazionale di balletto alla raccolta di materiale per la biblioteca. Ichnos, tra la curiosità dei cittadini dell’Avana e gli exploit dei musicisti sardi e dei gruppi tradizionali come i Mamuthones, che si aggiravano per le strade della bellissima città coloniale come alieni, consegnò un premio internazionale, istituito l’anno prima dal Comune di Sedilo, al cardinale Jaime Ortega, vescovo dell’Avana, per l’opera svolta in coincidenza con lo storico viaggio del papa a Cuba.

Ancora tanta buona musica echeggiò nell’anfiteatro di San Costantino a Sedilo nel Duemila. L’8 giugno una ventina di gruppi e singoli artisti del panorama sardo si radunarono per dare vita a un’altra grande kermesse. In occasione del Giubileo il santuario ospitò l’esibizione di sei cori delle più rappresentative confraternite religiose dell’isola. Poi ancora concerti, al palasport di Sassari nel 2004 in onore della Brigata Sassari e della sua opera in favore della pace e di nuovo a Sedilo nel 2006 dove, accanto alla consueta maratona musicale, occupò sempre maggiore spazio l’aspetto della solidarietà, con il coinvolgimento di Sardegna Solidale e Mondo X. Fino all’ultima edizione nel 2011: la kermesse musicale di Ichnos tornò al cospetto di San Costantino abbracciando le tematiche dell’integrazione. In tutto furono 22 i gruppi a salire sul palco comprese alcune formazioni di musicisti africani che operano nell’isola.

L’incontro di oggi comprende, neanche tanto sottotraccia, l’idea di riportare in vita un’iniziativa che aveva coinvolto istituzioni, gruppi privati ma soprattutto i tanti artisti che si esibirono nel corso degli anni mettendo in evidenza la forza straordinaria della musica nel veicolare messaggi sociali. La speranza è che il marchio Ichnos torni ad essere operativo e che l’anfiteatro di San Costantino si animi per una Woodstock degli anni Duemila.
 

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