La Nuova Sardegna

Un viaggio a passo lento: il Cammino del Carmelo da Cagliari a Santa Teresa

di Walkiria Baldinelli
Un viaggio a passo lento: il Cammino del Carmelo da Cagliari a Santa Teresa

Quasi cinquecento chilometri a piedi. E un percorso breve che parte da Villanova Monteleone

13 ottobre 2018
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Un viaggio a passo lento o spedito da Cagliari a Santa Teresa Gallura verso la “fine del mondo”. Capo Testa è il chilometro zero del Cammino del Carmelo. L’equivalente di Cabo Finisterre (Finis terrae, cioè la fine della terra), ultimo lembo di terra europea che si addentra nell’oceano Atlantico nel nord ovest della Galizia. Pietra miliare per i pellegrini che da secoli percorrono il popolare Cammino di Santiago de Compostela. Sempre più persone stanno scoprendo questo viaggio che per la Sardegna sta divenendo un’occasione di turismo alternativo.

Il Cammino

La sedicesima e ultima tappa del percorso nella punta nord della Sardegna – completo da Cagliari-Sant’Elia, oppure breve da Villanova Monteleone-Nostra Signora di Interrios a Santa Teresa Gallura-Capo Testa –, per i viandanti di ogni età segna la “fine del mondo”, ma anche un cammino spirituale di rinascita. Non solo religioso. Perché il sentiero di quasi 500 chilometri è anche culturale, ambientale, ricreativo. Turismo e natura dell’isola sono parte integrante di un viaggio responsabile ed ecosostenibile. Un’esperienza a impatto zero. Francesco Calledda, noto Zigheddu, 80 anni portati benissimo, è il primo testimone del viaggio dal sud al nord dell’isola. Lo ha compiuto in una settimana, con la stella marina appesa al collo, simbolo del Cammino. Ha fatto proprio del cammino una filosofia di vita, che sponsorizza durante le sue imprese, anche quello oltreoceano, come la Maratona di New York.

Il viaggio

Il percorso breve conta sei tappe nei santuari di Villanova Monteleone, Alghero, Sassari, Chiaramonti, Tempio, Luogosanto e Santa Teresa Gallura. L’ingresso nella chiesetta campestre che è dedicata alla Madonna del Buoncammino, circondata da un polmone verde di ulivi secolari segna la penultima sosta. Ma è solo ai piedi del Faro di Capo Testa che il pellegrino spalanca le braccia.

La filosofia

Al chilometro zero del Cammino il viandante ha scarpe impolverate e suole consumate. Emozionato e fiero per aver portato a termine la sua impresa dopo aver macinato chilometri, di asfalto o lungo sentieri in terra battuta. I tanti che si snodano in mezzo a campagne colorate o si inerpicano in viuzze sconnesse, mai calpestate prima. Ed è qui, con lo sguardo volto verso la distesa del mare che si increspa sulle scogliere del paesaggio lunare del sito di interesse comunitario (Sic) che può dire di aver compiuto il viaggio tenendo fede alla filosofia del Cammino: «Vedere luoghi e volti, ascoltare rumori e suoni, annusare odori e profumi, gustare cibi e sapori, camminare sulla terra di Sardegna leggeri».

Le tappe

Villanova Monteleone è la decima tappa del percorso lungo e la prima di quello breve. Dal Santuario di Nostra Signora di Interrios si compiono quasi 32 chilometri per raggiungere la chiesa della Beata Vergine del Carmelo di Alghero. A ridosso dei bastioni, il convento fondato nel 1644 poi distrutto da un incendio nel 1889, era ben visibile dal mare. In Spagna la Beata Vergine del Carmelo (Stella Maris) è la protettrice del mare. Tragitto difficile il seguente, sono 38 i chilometri da compiere sino alla chiesa della Beata Vergine del Carmelo di Sassari. Di media difficoltà gli altri 34 chilometri per raggiungere la chiesa di Nostra Signora del Carmine a Chiaramonti, collocata nella parte alta del paese. Ancora un tratto difficile lungo 43 chilometri per arrivare a Tempio, al teatro comunale del Carmine (già chiesa del Carmine). La 15esima tappa è di 33 chilometri, l’arrivo a Luogosanto è nella basilica minore della Natività della Beata Vergine Maria, la Regina di Gallura. Nel 1227 per volere di papa Onorio III, che l’anno precedente confermò la regola dei Carmelitani, è dotata della Porta Santa. Altri 25 chilometri e si raggiunge la chiesa della Madonna del Buoncammino, punto di arrivo a Santa Teresa, che fra i patroni, non a caso, annovera anche Santa Teresa d’Avila. Riconosciuta come la “riformatrice” per la sua attività di scrittrice e fondatrice delle monache e dei frati Carmelitani scalzi, si festeggia il 15 ottobre. Il sodalizio sta attivando una rete per mappare le strutture ricettive lungo i percorsi, in collaborazione con le unioni delle Pro loco, enti e associazioni. Chi aderisce alla Carta del Cammino firma la promessa ad offrire servizi/prodotti al pellegrino.

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