La Nuova Sardegna

Il Sessantotto disegnato da Costantino Nivola

Il Sessantotto disegnato da Costantino Nivola

Apre oggi la mostra “What are we fighting for? Chicago ’68 / Orani ’68”, curata da Giuliana Altea

14 ottobre 2018
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ORANI . Si inaugura oggi al Museo Nivola di Orani la mostra «What are we fighting for? Chicago ’68 / Orani ’68», a cura di Giuliana Altea. Resterà aperta sino al 9 dicembre.

Chicago, agosto 1968: in occasione della Convention democratica per le primarie presidenziali, a pochi mesi dagli assassini di Martin Luther King e di Robert Kennedy, migliaia di giovani arrivano in città per manifestare contro la guerra nel Vietnam. Per contenere i circa 10.000 dimostranti, le autorità schierano 21.900 tra forze di polizia, Guardia Nazionale ed esercito. I tumulti che ne derivano vengono seguiti da tutto il paese attraverso stampa, radio e televisione. Anche Nivola osserva a distanza gli scontri e affida le proprie reazioni a una fitta serie di disegni.

Eseguiti in un anno di intensa riflessione politica, segnato dalla realizzazione della grande scultura «Uomo di Pace» per le Olimpiadi del Messico e dall’avvio del progetto, poi rimasto incompiuto, di un monumento a Gramsci per Ales, i disegni di Chicago colgono la valenza simbolica dell’evento, fissatosi nella coscienza americana come immagine del conflitto fra la generazione idealista dei baby-boomer e la brutale ottusità del sistema. Il clima del ‘68 spinge Nivola anche a puntare lo sguardo sulla situazione politica e sociale della Sardegna: l’anno si chiude nell’isola con le dimostrazioni di pastori, operai e studenti, uniti contro la violenza dello Stato e l’inerzia della classe dirigente. L’anno successivo la rivolta antimilitarista di Pratobello contro l’insediamento di un centro di addestramento dell’esercito nelle campagne di Orgosolo segna il culmine della protesta non violenta dei cittadini. In due poster editi da Feltrinelli nel 1969, Nivola commenta con amarezza tanto la repressione statale quanto la svendita del territorio a fini turistici. È il preludio di una più forte politicizzazione della sua arte, che negli anni Settanta assumerà tratti di sardismo indipendentista.

In un allestimento immersivo, la mostra che apre oggi accosta i disegni di Chicago e le immagini mediatiche che li hanno ispirati a scatti, slogan, filmati e documenti del Sessantotto a Orani e in Sardegna. Le due “patrie” di Nivola, l’America e la Sardegna, lontane geograficamente e culturalmente, erano però unite ai suoi occhi dall’impegno civile della popolazione per la pace e la giustizia sociale, contro la repressione dello Stato.

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