La Nuova Sardegna

Il volto mancante nel retablo di Erula: il parroco lancia un appello ai proprietari

Paolo Curreli
Il volto mancante nel retablo di Erula: il parroco lancia un appello ai proprietari

Sassari, i tasselli sono stati ricomposti con una foto. La parte mancante della figura di Santa Lucia è in una collezione privata  

15 ottobre 2018
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SASSARI. Il velo è caduto ieri in occasione delle “Domeniche di carta” alla Biblioteca universitaria di Sassari. Don Francesco Tamponi ha svelato la parte mancante del frammento del retablo di Erula, il cui restauro era stato presentato lunedì scorso. La parte superiore della Santa Lucia è in una collezione privata, «sottoposta a vincolo da parte della soprintendenza ma legittimamente posseduta» ha sottolineato il presbitero Tamponi, direttore dell’Ufficio beni culturali della diocesi di Tempio-Ampurias. Una stampa su forex, notevolmente precisa, ha sostituito quindi l’originale, ma anche a un esame superficiale sembra chiaro che il dolce volto della martire siracusana (per anni considerato quello di un angelo) combacia perfettamente con il busto e le mani che reggono il piattino con gli occhi, iconografia classica del martirio a cui fu sottoposta la santa.

I punzoni della decorazione del manto che corrono lungo il mantello confermano ancora di più l’intuizione degli studiosi: combaciano perfettamente. L’appello di Don Tamponi ai possessori – che hanno tutto il diritto a tutelare le loro proprietà e la loro privancy – è quello «di una grande operazione culturale che restituisca la verità al retablo ritrovato». Per ora i frammenti del polittico saranno destinati al museo diocesano di Perfugas, avvicinando il San Giorgio, l’altro dipinto ritrovata a Erula, con il celebre San Giorgio del retablo custodito nella chiesa di Santa Maria degli Angeli del paese. In attesa di sviluppi ieri sono state ripercorse le tappe del fortunoso ritrovamento, dal 2011 quando Tore Danau, intento alla catalogazione dei beni della diocesi, si accorse che il piedistallo della Santa Vittoria nella chiesetta di Erula era costruito con tavole dipinte, al lungo e meticoloso processo di recupero eseguito nel Centro di restauro di Li Punti. Un lavoro che ha anticipato la riforma Franceschini coinvolgendo il mondo della tutela archeologia al più vasto universo dei beni artistici e culturali.

La restauratrice del Mibcat Francesca Mureddu, che ha diretto il recupero, e Elena Costin, professionista che è intervenuta sui frammenti, hanno illustrato il magistrale e complicato lavoro di risanamento e consolidamento dei dipinti. Alba Canu del Centro di Li Punti ha svelato i risultati delle indagini scientifiche sui reperti: «materiali preziosi come oro e cinabro che fanno pensare a una ricca committenza e a un opera di particolare pregio». Laura Donati, storica dell’arte che si è occupata del misterioso manufatto, ha mandato un intervento scritto che ha sottolineato l’importanza del ritrovamento e il suo valore storico. Tre semplici tavolette con una pittura certo non eccelsa, ma che rappresentano dei preziosi elementi di studio che potrebbero accendere una luce sul misterioso Maestro di Castelsardo. Pigmenti, lavorazioni e altri materiali confermano l’azione di una bottega di altissimo livello che agiva sotto la direzione di un capo-bottega. Una “factory” capace di seguire una strada del tutto originale e sorprendente dove si intrecciano il gusto ancora gotico del Nord Europa, con eleganti effetti decorativi alle tendenze più prettamente iberiche ma con uno sguardo alla rivoluzione rinascimentale di oltre Tirreno. «Un tempo sospeso e non risolto, ambiguo nelle sue valenze di soglia tra Medioevo e modernità, e nei chiaroscuri fatti d’indizi che paiono intessuti di parole rilevate e profondi silenzi», come scrive don Francesco Tamponi nel volume “Leggere l’invisibile” a cura del Mibcat che da conto del restauro del Retablo di Castelsardo. Una strada artistica che vede la grande isola di Sardegna come crocevia di uomini, merci e arte, che svela la centralità del “Mediterraneo allargato” così bene messa il luce dall’ultimo studio della compianta Caterina Virdis Limentani “La via dei retabli” realizzato con Maria Vittoria Spissu, e a Virdis Limentani ieri è stato dedicato l’incontro.

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