La Nuova Sardegna

Sassari, “Voci di donna” racconta la storia di Emanuela Loi

Monica De Murtas
Sassari, “Voci di donna” racconta la storia di Emanuela Loi

Al Verdi il nuovo appuntamento della rassegna. La giovane agente interpretata dall’attrice Laura Mantovi

17 ottobre 2018
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SASSARI. Aveva 24 anni quando il 19 luglio del 1992 fu dilaniata da una bomba in via D'Amelio. Emanuela Loi era nata a Sestu, faceva parte della scorta del giudice Paolo Borsellino. Fu la prima donna agente di polizia a morire in servizio, vittima della Mafia. Alla storia di questa ragazza semplice e coraggiosa,medaglia d’oro al valore civile, è dedicato il nuovo appuntamento della rassegna “Voci di Donna” organizzata da Teatro e/o Musica in scena domani alle 21 al Teatro Verdi. Sul palco l’attrice Laura Mantovi interpreta il monologo “Io, Emanuela” della compagnia “Progetti e regie” diretta da Sara Poli. Lo spettacolo si ispira al volume “Io, Emanuela agente della scorta di Paolo Borsellino” (Einaudi) di Annalisa Strada, scrittrice bresciana vincitrice del premio Andersen 2014.

«Il libro di Annalisa ci ha catturato subito – dice l'attrice Mantovi – racconta in prima persona la storia di Emanuela Loi, fa riflettere e commuove senza scadere mai nella retorica. Ricordarda il sacrificio di una ragazza che aveva sogni e aspettative simili a quelli di tante sue coetanee ma anche un grande senso del dovere».

Come avete lavorato per trasformare il libro in una piéce teatrale?

«E' un progetto a quattro mani che ho realizzato insieme a Sara Poli. Ci siamo confrontate spesso con l'autrice perché era importante mantenere l'anima del libro. La narrazione parte dal dramma di una ragazza, una di noi ,una cittadina, un'agente di polizia per poi allargare pian piano l'inquadratura sino a visualizzare la piaga storica che incombe sugli italiani: la Mafia. Come in un flash back abbiamo raccontato nella prima parte la vita di Emanuela per poi arrivare alla tragica mattina dell'attentato di via D'Amelio. La nostra compagnia da sempre si occupa di teatro sociale e abbiamo scelto di essere una compagnia tutta al femminile, di dare visibilità alle tante storie di donne spesso dimenticate. Ma in particolare questo nostro lavoro è un omaggio a tutti quei cittadini che ancora oggi lottano quotidianamente in nome dei valori fondamentali che sono alla base del nostro vivere civile e democratico».

Qual è stata la risposta del pubblico?

«In due anni abbiamo portato lo spettacolo in tutt'Italia siamo ormai vicine alle 70 repliche e ad ogni appuntamento sentiamo gli spettatori molto vicini, partecipi, commossi. Il lavoro che abbiamo svolto sulle fonti ricostruisce per i più giovani una pagina intensa e drammatica della storia italiana. Chi invece c'era, chi ha vissuto quel giorno fa un viaggio nei ricordi. Capaci e via D' amelio sono il nostro undici settembre, tutti ci ricordiamo cosa stavamo facendo, dove eravamo quando abbiamo appreso la notizia, è stato un attacco inferto allo stato e agli italiani, una ferita indelebile».

Come è stato accolto il lavoro in Sardegna?

«Io credo molto nelle potenzialità del teatro che riesce ha creare un collante emotivo tra le persone ma quello che è successo in Sardegna alla prima e nelle varie repliche è stata un'emozione superiore ad ogni mia aspettativa. A Sestu siamo andati in scena il 9 ottobre dello scorso anno nel giorno in cui Emanuela avrebbe compiuto 50 anni. Lo spettacolo si è trasformato in una celebrazione laica, con noi c'erano i suoi familiari, gli amici. E' stato uno dei momenti più intensi della mia vita di artista e di essere umano. A Sestu, nella via che ora porta il suo nome, la casa di Emanuela è ferma a quel 19 luglio del 1992 congelata in un museo, dal dolore e dal ricordo. Per tutti gli italiani Emanuela è un simbolo ma per i sardi ancora di più rappresenta i tanti figli e figlie della Sardegna che negli anni hanno dovuto partire dalla propria terra . Emanuela voleva fare l'insegnante ma spinta dall'esigenza di trovare un lavoro fece il concorso in Polizia e lo vinse. Domani mattina a Cargeghe sarà intitolato a Emanuela Loi un nuovo centro polifunzionale e noi saremo li con un piccolo estratto del nostro lavoro. Per ricordare una vita preziosa che ci guida al confronto col nostro passato e con i mali della nostra Storia».

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