La Nuova Sardegna

Le civiltà prenuragiche Da Bonu Ighinu alla Cultura di Ozieri

Paolo Coretti
Le civiltà prenuragiche Da Bonu Ighinu alla Cultura di Ozieri

Il sesto volume della collana “Tesori nascosti di Sardegna” Domani in edicola dal Paleolitico sino all’Età del Rame

18 ottobre 2018
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SASSARI. Domani arriva in edicola con la Nuova, a 8,70 euro oltre il prezzo del quotidiano, “I tesori della Sardegna prenuragica”, sesto volume della collana “Tesori nascosti di Sardegna”. Il periodo preso in considerazione è la preistoria della Sardegna, a partire dal Paleolitico. Seguendo uno schema che caratterizza l’intera collana della Nuova, il nuovo volume propone una serie di percorsi che partono dal Sassarese per toccare poi tutte le altre aree geografiche dell’isola: la Gallura, il Nuorese, l’Oristanese, l’Ogliastra, il Cagliaritano, il Sulcis Iglesiente e il Medio Campidano.

In una narrazione vivace e puntuale, accompagnata da un ricco corredo di immagini, il volume in edicola da domani si occupa delle tracce dei più antichi insediamenti umani in Sardegna, dal Paleolitico all’Età del bronzo. Al Paleolitico inferiore è stata fatta risalire la presenza dell’uomo sull’isola, grazie a diversi reperti dell’epoca – compresa tra il 450.000 e il 120.000 a.C. – rinvenuti in diversi siti del Sassarese. Tra questi, quello della grotta di Nurighe, nel territorio del Comune di Cheremule, dove ai resti di animali si aggiunge il ritrovamento di una falange umana che risale a oltre 200.000 anni fa.

E’ però a partire dal Neolitico Medio che si sviluppano le prime civilizzazioni. Tra le più rilevanti, quella di Bonu Ighinu – tra il 4900 e il 4300 a.C. – il cui nome deriva dalla località nelle campagne di Mara in cui si trova la grotta di Sa ’ucca ’e su tintirriolu, dove gli archeologi hanno trovato i reperti originari. E’ durante questo periodo che nascono i primi villaggi ed è alla Cultura di Bonu Ighinu che viene collegata dagli studiosi la più antica necropoli sarda, quella di Cuccuru is Arrius, a Cabras.

Compresa tra il 4000 e il 3200 a.C. è invece la Cultura di Ozieri, chiamata così perché la grotta di San Michele, dove gli archeologi hanno scoperto le prime tracce, si trova nel territorio della città capoluogo del Logudoro. E’ la prima grande civiltà sarda, con una diffusione capillare in tutto il territorio isolano, sviluppatasi sull’espansione del commercio dell’ossidiana, che rese la Sardegna del tempo un centro di grande rilevanza per l’intero bacino del Mediterraneo. Di pari passo con questo sviluppo va quello dei villaggi, sempre più diffusi e sempre più estesi, da nord a sud. La Cultura di Ozieri si evolve verso l’Età del Rame con l’acquisizione di rudimentali tecniche di estrazione e di lavorazione dei metalli ed entra appieno nell’Eneolitico nella propria fase finale, tra il 3200 e il 2900 a.C. I siti maggiori e più interessanti di questo ciclo storico sono stati trovati nella zona del Cagliaritano.

Il successivo passaggio evolutivo è quello delle Culture di Filigosa (dal 2700 a.C.) e di Abealzu (dal 2900 a.C.), che prendono il nome dalle rispettive località nei territori di Macomer e di Osilo.

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