La Nuova Sardegna

Sguardi al volo: la Sardegna del birdwatching

di Monica De Murtas
Sguardi al volo: la Sardegna del birdwatching

Fenicottero rosa, airone bianco, martin pescatore, pollo sultano, avvoltoio grifone, falco della regina, gabbiano corso e marangone dal ciuffo. L’elenco non finisce qui: gli appassionati di...

20 ottobre 2018
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Fenicottero rosa, airone bianco, martin pescatore, pollo sultano, avvoltoio grifone, falco della regina, gabbiano corso e marangone dal ciuffo. L’elenco non finisce qui: gli appassionati di birdwatching (osservazione degli uccelli) possono trovare in Sardegna circa 330 specie sia migratrici che stanziali. Per questo l’isola è stata inserita tra i siti di interesse e pregio naturalistico dall’Unione Europea. Per osservare rapaci, passeriformi e specie acquatiche nel loro habitat e vedere gli uccelli librarsi in volo, cacciare, e fare voli di corteggiamento bisogna raggiungere l’hot-spot all’ora giusta, stare in silenzio e aspettare. Non è mai tempo perso perché nell’attesa si può ammirare un tramonto o un’alba. La pazienza e il piacere dell’osservazione sono strumenti indispensabili per un birdwatcher, serve poco altro: scarpe da trekking, binocolo e una guida tascabile per il riconoscimento delle varie specie. Nato in Inghilterra circa trent’anni fa il birdwatching sta prendendo piede anche in Sardegna dove si può praticare anche durante una passeggiata in campagna o al mare, ma gli avvistamenti più interessanti si possono gustare soprattutto in aree specifiche e poco antropizzate.

Tra i luoghi simbolo del birdwatching sardo c’è l’oasi di Carloforte. Ogni estate, sull’isola di San Pietro, un centinaio di coppie di falco della regina provenienti dal Madagascar nidificano sulle scogliere a picco sul mare offrendo uno spettacolo di grande fascino. Gli amanti del birdwatching qui possono apprezzare anche gheppi, poiane, falchi pellegrini, il gabbiano corso, il marangone dal ciuffo e piccoli passeriformi. Per fotografare i fenicotteri rosa, il pollo sultano e l’airone bianco maggiore ci si deve spostare invece allo stagno di Santa Gilla a Cagliari o a quello di Molentargius a Quartu Sant’Elena. Durante le migrazioni e nel periodo invernale gli stagni sono frequentati inoltre da centinaia di anatre, tra cui la moretta tabaccata e volpoca, migliaia di limicoli, come l’albastrello e la beccaccia di mare. Tra Alghero e Bosa nella costa nord-occidentale si trova invece l’avvoltoio grifone mentre gli stagni e le lagune costiere di Stintino sono popolati da tantissime specie di uccelli a cominciare dallo stagno di Pilo, affacciato sul golfo dell’Asinara, dove si possono incontrare fenicotteri, gruccioni e aironi. Affluente di questo stagno è il Fiume Santo dove in estate nidifica l’albanella minore.

Interessante per il birdwatching anche l’esplorazione del territorio del Parco naturale di Porto Conte. Qui si trova il lago di Baratz, unico lago naturale della Sardegna dove si possono osservare grazie anche a un percorso pensato per il birdwatching la garzetta e la folaga. Sempre nel parco si trova lo stagno di Calich, un importante sito di sosta e nidificazione dell’avifauna, in cui molte specie si riproducono e svernano.

Un’altra tappa imperdibile per gli avvistamenti nel Nord Sardegna è certamente la Foce del Coghinas a Valledoria. Seguendo la pista ciclabile che costeggia il fiume, si trovano numerosi hot spot da cui avvistare con facilità molte specie tra cui l’airone cenerino, l’airone bianco maggiore, la garzetta, il falco di Palude.

Lungo il Coghinas è possibile fare un insolito percorso di avvistamento guidati da un watchbirder professionista, Giosuè Serreli, che da oltre 15 anni opera nella zona accompagnando gli appassionati in escursione su un pontoon boat che risale il Coghinas per 7 km.

«In navigazione riusciamo ad avvicinarci molto agli uccelli – dice – a osservarli senza binocoli. In questi anni l’interesse del pubblico è cresciuto, la foce del Coghinas è frequentata da appassionati provenienti da tutta Europa. Lavoriamo da aprile a ottobre, in primavera soprattutto con le scuole. Ai bambini stupiti dalla ricchezza dell’avifauna mostriamo la meraviglia della nostra natura e insegniamo a proteggerla. Tra gli avvistamenti indimenticabili quello di un martin pescatore che ho seguito durante la caccia nella fase dello sfarfallamento a “spirito santo” in cui sta fermo in aria prima del tuffo. Ho documentato con diverse foto anche l’immersione, il guizzo in profondità e il rapido ritorno con la preda in bocca. Quel giorno passai circa due ore a spiarlo e cercare di anticiparlo nelle intenzioni per riuscire ad azzeccare qualche scatto. Mi ero appostato per catturare, con immagini, un altro cacciatore, che a sua volta si era appostato per catturare la sua preda. Tante cose ci accomunavano: entrambi viviamo da sempre su questo fiume e il fiume ci dà cibo e lavoro, entrambi abbiamo la necessità che questo fiume continui a vivere e che il suo ecosistema sia tutelato».

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