La Nuova Sardegna

Il dramma della guerra nelle fotografie più belle del mondo: mostra a Gavoi

Antonio Mannu
Il dramma della guerra nelle fotografie più belle del mondo: mostra a Gavoi

Dal 27 la rassegna itinerante del World Press Photo. Le immagini giornalistiche premiate nel corso del 2018

22 ottobre 2018
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GAVOI. Il World Press Photo è unanimemente considerato uno dei più importanti concorsi nell’ambito del fotogiornalismo mondiale. Riceve ogni anno i lavori di migliaia di professionisti dell’immagine, che concorrono nelle diverse sezioni in cui è strutturato. È nato nel 1955 per volontà della World Press Photo Foundation, istituzione internazionale indipendente senza fini di lucro con sede ad Amsterdam. Con i lavori premiati, per ogni edizione del concorso, viene realizzato un catalogo e organizzata una mostra fotografica itinerante, che viene presentata in tutto il mondo, in genere nelle grandi città.

Quest’anno l’esposizione del World Press arriva per la prima volta in Sardegna, un’occasione unica per ammirare i lavori fotografici che hanno vinto nelle otto categorie in concorso, a loro volta suddivise tra foto singole e storie composte da una sequenza di immagini. Insieme a queste anche la fotografia che ha vinto il premio come World Press Photo of the year, Foto dell’anno per il 2018, il riconoscimento più importante del concorso. Quest’anno se lo è aggiudicato Ronaldo Schemidt, fotoreporter dell’agenzia France-Press, con un’immagine drammatica e potente, quella di un giovane manifestante che corre, avvolto dalle fiamme, durante violenti scontri con la polizia a Caracas, in Venezuela.

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La mostra sarà esposta a Gavoi, a partire dal 27 ottobre e sino al 18 novembre, sarà allestita negli spazi comunali della ExCaserma, in via Sant’Antioco 2. Storie di attualità, ambiente, notizie generali, progetti a lungo termine, natura, volti, sport e spot news, sono queste le categorie del World Press Photo, e sono ben 42 i foto-reporter, documentaristi e giornalisti, molti dei quali lavorano per le più importanti agenzie di notizie e testate del mondo, che hanno vinto dei riconoscimenti quest’anno. Provengono da 22 Paesi, Australia, Bangladesh, Belgio, Canada, Cina, Colombia, Danimarca, Egitto, Francia, Gran Bretagna, Germania, Irlanda, Italia, sono cinque i premiati del nostro paese, Norvegia, Olanda, Russia, Serbia, Sud Africa, Spagna, Stati Uniti, Svezia e Venezuela.

L’esposizione, composta da 143 immagini, illustra le storie e gli avvenimenti più significativi del 2017, da visibilità al miglior fotogiornalismo, che ha il compito principale di riportare una notizia con accuratezza, coniugandola insieme al valore estetico e tecnico delle fotografie. Sono immagini simboliche del nostro tempo, che documentano le tragedie e la sofferenza di popoli e singoli ai confini del mondo, storie spesso di sopraffazione, ma anche, a volte, di speranza e rinascita, oltre alle immagini, in genere davvero spettacolari, che vengono premiate nella categoria dedicata alle pratiche sportive.

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Come ogni anno, anche per questa sessantunesima edizione, sono arrivate in finale per il premio World Press Photo of the year immagini emblematiche, di forte impatto emotivo, che raccontano visivamente i principali accadimenti dello scorso anno: dal dramma della battaglia di Mosul, fotografie dell’irlandese Ivor Prickett, vincitore del primo premio per il reportage con un lavoro presentato nella categoria Notizie Generali, alla strage dei Rohingya in Birmania, autore l’australiano Patrick Brown, premiato per la migliore foto singola, proposta nella stessa categoria; dall’attentato sul ponte di Westminster a Londra, documentazione del britannico Toby Melville, secondo premio per il reportage presentato per la sezione Spot News, al ritratto di una giovane ragazza sopravvissuta agli orrori di Boko Haram, ancora un australiano, Adam Ferguson, con un lavoro premiato con il primo premio per il reportage nella categoria Volti. Per chiudere con il venezuelano Ronaldo Schemidt, vincitore del premio assoluto con la fotografia del giovane Victor Salazar Balza, scattata durante una manifestazione di protesta contro il governo Maduro. Il ragazzo in fiamme è sopravvissuto, riportando ustioni di primo e secondo grado; l’immagine è diventata un simbolo della “Crisi in Venezuela”, il titolo che le ha dato Ronaldo Schemidt.

L’esposizione a Gavoi è organizzata da Jannas, partner della Fondazione World Press Photo, con il patrocinio del Comune di Gavoi e il sostegno della Fondazione di Sardegna, il Consorzio Bim Taloro e Sardinia Post in qualità di media partner. Apertura al pubblico dal 27 ottobre al 18 novembre con i seguenti orari: dal lunedì al giovedì dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 15.30 alle 20.30; dal venerdì alla domenica dalle 10 alle 20.30. Maggiori informazioni si possono avere visitando il sito www.jannas.eu.
 

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