La Nuova Sardegna

La lunga solitudine di Porto Cervo

Serena Lullia
La lunga solitudine di Porto Cervo

La Costa Smeralda vestita d’autunno ha un fascino raffinato, originale. Diverso dalla bellezza balneare di luglio e agosto

27 ottobre 2018
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La Costa Smeralda vestita d’autunno ha un fascino raffinato, originale. Diverso dalla bellezza balneare di luglio e agosto. Il mare spruzzato di diamanti dal sole tiepido assume tonalità decise di verde e azzurro. Un’elegante signora costretta però a guardarsi allo specchio in solitudine. Spento il luna park estivo di feste, concerti, locali gonfi di champagne e petrodollari, quasi nessuno si cura più di lei. Porto Cervo si è addormentato al tepore di metà settembre. Sulla piazzetta si affacciano vetrine silenziose e mute. Pannelli bianchi e neri griffati con i brand della moda internazionale schermano locali vuoti e manichini nudi. Il Caffè Sole, storico locale con vista sul porto vecchio, ha chiuso a metà settimana. Il bar davanti alla spiaggetta molto prima. Per un caffè in piazzetta si va al bar dell’hotel Cervo, l’albergo della Marriott che rimane aperto tutto l’anno. I turisti che arrivano nel villaggio si guardano intorno disorientati. Non c’è un market aperto. La farmacia è sigillata. Ma qualche sussulto di vita nel borgo esiste. Basta scendere le scale che portano al mare e raggiungere il Sottopiazza.

Quelli che resistono

Qui trovi il sorriso gentile di Chicca Medda, dietro al bancone del suo negozio di articoli da regalo, profumeria e tabacchi “Di fronte al porto”. La gentilezza di Valentina Piga che ogni giorno, dalle 9.30 alle 19.30, apre il negozio di abbigliamento da mare “Mc2 Saint Barth”. A illuminare il Sottopiazza ci sono anche le vetrine delle boutique Esmeralda con le firme della moda Gucci, Pucci, Ferretti. Eccoli i veri interpreti della destagionalizzazione. Uomini e donne per cui fare il commerciante non è solo un lavoro con cui ingrossare il portafoglio, ma una missione a servizio dei clienti. Con i loro negozi aperti cercano di non far scappare i vacanzieri che anche in autunno vogliono andare a passeggio nel mito Smeraldo. E lo fanno senza perdere tempo, ore, mesi e anni a predicare formule magiche davanti a telecamere e taccuini. Come fa la classe politica di ogni colore da almeno 15 anni. Parole belle solo per riempire interminabili convegni, fare mea culpa di facciata, promettere che questa volta cambierà tutto. Per poi ritrovarsi all’autunno successivo a camminare in un Porto Cervo dalle stradine solitarie in cui a ogni passo si sente solo l’eco dei proprio tacchi. «Siamo arrivati in aereo dalla Svizzera – racconta una giovane coppia elvetica in vacanza con un biondissimo angioletto di pochi anni al seguito –. Rimarremo qui una settimana. Era il primo viaggio per nostro figlio e volevamo vedere come andava. Siamo venuti a vedere Porto Cervo e ci resteremo tutta la mattina, ma alloggiamo a Olbia. Abbiamo noleggiato un’auto. Di pomeriggio andremo in spiaggia. Porto Cervo è molto bello, il clima splendido ma purtroppo è tutto chiuso». La coppia svizzera non è l’unica a passeggio sotto il sole di ottobre. Ci sono turisti tedeschi, francesi. Alle 10.30 il Caffè Sole, nel suo ultimo giorno di apertura, ha finito già tutti i croissant.

Spariti i maxi yacht

Ovviamente il tariffario è di lusso e da alta stagione. Un caffè 5 euro, un cappuccino 6 e una pasta 3. Ma per i residenti la tazzina scende a un euro. La conferma che il fascino di Porto Cervo va oltre l’estate arriva dal Cafè du port, locale sul molo vecchio che da quasi 50 anni scrive la storia della dolce vita smeralda. La media di 80 coperti di sera rende bene l’idea che il cortocircuito della destagionalizzazione non è tra i turisti, ma dall’altra parte. Il Cafè du port si affaccia sulla marina vecchia orfano di maxi yacht. Fino a settembre passeggiare sul lungomare era da torcicollo. Impossibile non girarsi a guardare i templi galleggianti del lusso ormeggiati. L’estate si è portata via loro e anche il villaggio dello shopping allestito dalla Sardegna Resorts. Resta il grigio piazzale di asfalto usato oggi come parcheggio. «La gente continua a venire a Porto Cervo anche a settembre e ottobre – commenta Valentina Piga, dal negozio Mc2 Saint Barth, una bomboniera colorata ripiena di bikini e boxer da mare –. Ovviamente è una clientela diversa rispetto all’estate. Sono croceristi e arrivano con i pullman. Ci sono poi francesi e tedeschi, ma anche persone ricche che amano venire a Porto Cervo in questa stagione». Valentina è una interprete convinta della stagione lunga. Alla fine di marzo comincia ad allestire il suo angolo dello shopping. Ai primi di aprile la sua attività è pronta per essere aperta al pubblico fino alla prima settimana di novembre. «Durante l’estate facciamo orario continuato dalle 9.30 all’una di notte – aggiunge Valentina –. Ora fino alle 19.30. Noi offriamo un bel servizio. I turisti si lamentano però che tutto il resto è chiuso. Dicono che il clima è fantastico, il borgo è bellissimo ma che non ci torneranno più. Una cattiva pubblicità che vanifica i nostri sforzi. Sono certa che se tutti, o almeno una parte di attività restasse aperta, Porto Cervo funzionerebbe anche in autunno». Qualche vacanziere entra timido nel negozio “Di fronte al porto”. Le sculture di candele profumate che Chicca Medda ha sistemato all’ingresso sono un invito a curiosare. Commerciante nel dna, il piccolo locale del Sottopiazza era prima gestito dal padre. «Siamo qui da 43 anni – racconta –. Io resto aperta tutto l’anno. Ora dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30. Offro un servizio. Ovvio che non conviene, ma se tutti facciamo così il villaggio muore. Già oggi qui non ci abita quasi più nessuno. Io ci ho vissuto fino a venti anni fa. Certo c’era poca gente, eravamo duecento persone ma avevamo il ristorante aperto, la pizzeria, la piscina, il tennis, il cinema. Le persone venivano a passare il Natale e il Capodanno. Da anni sentiamo parlare di destagionalizzare. Inutile dirlo se poi non c’è un bar aperto. Una farmacia, un supermercato. Basta parole, ora si deve agire. Le crociere ci sono fino a novembre, ma bisogna dire però che arrivano molti meno croceristi.

Cala di Volpe flessibile

«D’altronde perché li dovrebbero portare? Per vedere le vetrine con la carta velina?. Se ci fosse un villaggio aperto la gente verrebbe. Oggi molte persone nemmeno si accorgono che la mia attività è aperta. Come capiscono che in piazzetta tutto è chiuso nemmeno scendono nel Sottopiazza. È facile intuire che in una situazione di questo tipo viene meno anche l’entusiasmo di noi commercianti». L’hotel Cervo, nella piazzetta dei vip, conquista anche quest’anno un doppio primato. È l’unico albergo Marriott aperto tutto l’anno e l’unico 5 stelle della Costa. Operativo anche il bar in cui i prezzi sono gli stessi del Caffè Sole, altro satellite della galassia Marriott Costa Smeralda. Un euro il caffè per i residenti, 5 per i turisti. Da ieri per tutto il fine settimana farà una apertura straordinaria anche il Cala di Volpe. «Lo abbiamo chiuso il 7 ottobre – dice Franco Mulas, area manager Marriott Costa Smeralda –. Abbiamo però ricevuto la richiesta di un gruppo di venti persone, straniere. Siamo molto flessibili e lo abbiamo riaperto». Ma la certificazione che la stagione Smeralda si sia allungata, anche se per pochi, arriva da un altro dato. «Chiudiamo il mese di ottobre al Cervo con una occupazione delle stanze al 60 per cento – aggiunge Mulas –. I nostri clienti sono golfisti, coppie che vengono per relax, per camminare e fare trekking. Noi ci crediamo alla stagione lunga e lo abbiamo dimostrato ancora una volta quest’anno. I nostri hotel hanno aperto ad aprile, Cala di Volpe compreso, e hanno chiuso a ottobre. Il Cervo offre un servizio tutto l’anno. Aperto anche il ristorante Pomodoro che chiuderà a dicembre. Ma riaprirà il Caffè Sole in piazzetta». Franco Ermini è un pezzo di storia Smeralda. Arrivò a Porto Cervo con la sua barchetta a vela quando ancora il mito della Costa era un embrione nella mente del principe. C’era solo la villa dell’Aga Khan, la maison du port e la piazzetta. Fu amore a prima vista. Comprò il locale sul porto e nacque il Cafè du port. Lì hanno mangiato reali, attrici e magnati. «Noi apriamo ogni anno per Pasqua e chiudiamo dopo il ponte dei Santi – racconta Ermini –. Bisogna dare un servizio. Perché se la gente viene in Sardegna, arriva a Porto Cervo e trova tutto chiuso, non ci torna più. Pessima pubblicità. In Costa Azzura è tutto aperto, d’estate come d’inverno. Noi abbiamo lavorato molto bene fino alla scorsa settimana, con 80-100 coperti di sera». Ermini disegna l’identikit del turista d’autunno. «Vacanzieri programmati che alloggiano negli hotel e hanno budget ridotti – afferma –. Magari non si possono permettere grandi lussi e noi cerchiamo di andargli incontro. Giusto che anche loro conoscano la Sardegna a tavola».

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