La Nuova Sardegna

Max, quando il libraio diventa editore

di Roberto Sanna
Max, quando il libraio diventa editore

Un salto dall’altra parte della barricata, per vedere che effetto fa progettare, produrre e stampare libri dopo essere stato per una vita il terminale del percorso. Massimo Dessena raddoppia un...

27 ottobre 2018
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Un salto dall’altra parte della barricata, per vedere che effetto fa progettare, produrre e stampare libri dopo essere stato per una vita il terminale del percorso. Massimo Dessena raddoppia un libraio, l’insegna “Max88” è un punto di riferimento a Sassari dopo esserlo stato a Tempio, ed è anche il nome della nuova casa editrice che è uscita allo scoperto col primo titolo presentato proprio ieri a Tempio.

Sono in tutto sei, per adesso, accuratamente selezionati nei due anni di gestazione di questo progetto che aggiunge un nuovo tassello al panorama dell’editoria sarda. In un momento storico nel quale le librerie devono sopravvivere in un mercato molto difficile e spesso sono considerate attività a rischio Massimo Dessena rilancia con leggerezza: «Non sto inventando niente di nuovo, in passato altri colleghi sardi, per esempio la Libreria Dessì, hanno fatto la stessa cosa – racconta –. Semplicemente ho voluto dare corpo a un’idea che avevo in testa da un paio d’anni e mi ha tenuto compagnia durante la mia esperienza di volontario nel carcere di Nuchis. Ho sempre avuto la curiosità di vivere in prima persona la produzione di quei volumi che ho venduto nella mia libreria». Max Dessena arriva a questo passo dopo un percorso che lo ha visto prima libraio a Tempio, poi sdoppiarsi tra la sua città di origine e Sassari e adesso stabilirsi definitivamente nel capoluogo dopo aver ceduto la sua storica libreria che resta sempre viva col nome di “Bardamù”.

In tutti questi anni le librerie e il mestiere di libraio hanno dovuto affrontare una serie infinita di cambiamenti, come del resto tanti mestieri, ma lui fa scivolare tutto nella normalità: «Che cosa è cambiato in trent’anni? Praticamente tutto. A cominciare dall’informatizzazione. Perché adesso se vuoi un libro vieni da me, io controllo sul computer. Sono stato forse l’ultimo ad arrendermi, un tempo tenevo tutto a mente. Ti avrei accompagnato verso lo scaffale per sfogliare insieme il libro». Adesso ci sono i computer e i programmi di gestione, soprattutto «si stampava un terzo dei libri che escono oggi. E adesso mi ci metto pure io a farne uscire altri, lo so, sembra un controsenso. La squadra è ridotta all’osso, siamo io, un editor e un grafico. Il primo libro l’ho stampato a Rimini, purtroppo. Dico purtroppo perché avrei voluto fare tutto in Sardegna ma la differenza era elevata e i costi di stampa incidono tantissimo». Ed è cambiata anche l’attività dei librai, tra presentazioni e festival quasi costretti a trascorrere tanto tempo fuori dalle loro stanze: «è così, ma non fa per me, non sono uomo di presentazioni, ne organizzo poche. Ci sono tanti colleghi, anzi amici, che sono bravissimi e si corre il rischio di sovrapporsi inutilmente. Io magari sono più bravo a tenere i contatti dietro le quinte».

Il primo giorno ufficiale della nuova avventura è stato ieri e non poteva che essere un ritorno alle origini: autore tempiese, l’insegnante Nicola Comerci, editore tempiese, presentazione nel liceo classico di Tempio. Il secondo non tarderà a uscire e riporta Max Dessena ai suoi anni nel carcere di Nuchis perché sarà l’opera firmata da Nicola Svesani, detenuto per traffico di droga «e il mio sogno è quello di fare una presentazione con lui nella mia libreria. Ho messo sotto contratto sei autori, tutti in Sardegna, tra i quali il presidente dell’Anci Emiliano Deiana. Ma non è una scelta definitiva, non mi sono messo limiti territoriali. I prossimi autori potrei sceglierli da qualunque parte, l’importante è la selezione. Anch’io ho provato l’ebbrezza, quando si è sparsa la voce, di essere assalito da uno sciame di persone che aveva nel cassetto il romanzo custodito una vita ma non funziona così: il bello di fare il piccolo editore per piacere personale è che posso permettermi di pubblicare solo i libri che mi convincono e mi ispirano di più».

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