La Nuova Sardegna

Tra mare e montagna un mondo magico nel cuore della Terra

di Marco Vitali
Tra mare e montagna un mondo magico nel cuore della Terra

Da venerdì in edicola “Le grotte e le meraviglie sotterranee” nono volume della collana “Tesori nascosti di Sardegna”

06 novembre 2018
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Si intitola “Le grotte e le meraviglie sotterranee” il nono volume della collana “Tesori nascosti di Sardegna” che andrà in edicola con la Nuova a partire da venerdì prossimo a 8,70 euro oltre il prezzo del quotidiano. La maggior parte delle grotte del nostro pianeta si genera in formazioni rocciose di natura calcarea, per effetto dei fenomeni carsici. Il carsismo è stato studiato per la prima volta nella regione da cui ne deriva il nome, ovvero quella del Carso, ma è un processo che interessa tutto il mondo, e in particolar modo le zone in cui è favorito dalle precipitazioni. Questo sviluppo geologico è infatti conseguenza della “carbonatazione”, dove l’acqua penetrata tra le fratture della roccia modifica i rilievi calcarei, erodendoli con la sua azione chimica e meccanica.

Per quanto riguarda la Sardegna, il fenomeno interessa soprattutto alcune zone: quella nord occidentale, quella centro orientale e quella sud occidentale, ragione per cui la maggior parte delle più notevoli grotte trattate nel volume in edicola con la Nuova si concentrano tra il Sassarese, la Gallura, il Nuorese e l’OgliastraSeguendo il solito percorso con partenza dal Sassarese troveremo quindi alcune delle grotte più importanti dell’isola nella Nurra, specialmente in territorio di Alghero, dove si aprono moltissimi antri marini, sia lungo le rocce della costa, presso il promontorio di Capo Caccia, sia sommersi. Tra i più famosi di questi troviamo senz’altro la grotta di Nettuno e ancora la grotta Verde, dove al valore naturalistico, geologico e speleologico si aggiunge una grande rilevanza dal punto di vista archeologico, in quanto fu frequentata dall’uomo fin dal Neolitico.

Dopo aver passato in rassegna le grotte di altre regioni storiche del Sassarese, forse meno note ma di sicuro interesse, come quelle di Cossoine nel Meilogu, il volume passa alla Gallura. Tra i casi più interessanti viene citato quello della Valle della Luna, presso Santa Teresa Gallura, zona disseminata di grotticelle che, in passato, furono utilizzate come abitazioni dai membri di una comunità hippie che si era insediata in questo luogo. Interessante, per motivi che si avvicinano per la prima volta al mondo delle immersioni in grotta.

Con il Nuorese si torna alle grandi grotte carsiche, come quelle del territorio di Siniscola, dove abbiamo Sa Prejone ’e s’Orcu, dove ancora una volta al pregio del monumento naturale si aggiunge la rilevanza archeologica, in quanto fu grotta-santuario degli antichi sardi, e ancora più famosa, nel centro abitato del paese, è la grotta di Gana ’e Gortoe. Proseguendo lungo la costa orientale troveremo ancora alcune delle perle del mondo sotterraneo dell’isola, come la famosissima grotta del Bue Marino, presso Cala Gonone in territorio di Dorgali, il cui nome deriva da quello della foca Monaca – chiamata localmente Bue Marino – che proprio in questo antro, un tempo, veniva a riprodursi. Si tratta di una cavità molto importante in quanto, creando un unico sistema con quello ogliastrino di Su Palu, Monte Longos e Su Molente, dà origine al sistema carsico più lungo d’Italia. Altro luogo che ha fatto la storia della speleologia sarda è la valle di Lanaitto, nel Supramonte, tra i territori ancora di Dorgali, Oliena e Orgosolo, con le grotte di Sa Oche, Su ’Entu, Elighes Artas, in alcune delle quali l’Ente Spaziale Europeo inviò i propri astronauti per le esercitazioni prima di partire in missione, o la grotta Corbeddu, che prende il nome da uno dei più famosi banditi sardi dell’Ottocento, e al cui interno sono stati rivenuti alcuni tra i più importanti reperti della preistoria isolana, come una falange umana di ventimila anni fa.

Alcune delle più importanti grotte dell’isola si trovano in l’Ogliastra, a partire dalla costa di Baunei, che prosegue il percorso lungo il golfo di Orosei sospeso con le grotte della spiaggia di Cala Luna. Tra le cavità più importanti dell’area marina troviamo senz’altro la grotta del Fico, anche questa tra le ultime frequentate dalla foca monaca, mentre all’interno la più importante è quella del Miracolo, il cui nome dice già quasi tutto: tra le più belle al mondo, è una vera e propria meraviglia, con le sue concrezioni, quali le rare stalattiti “eccentriche”, e altri elementi di grande fascino come le acque che scorrono al suo interno. Sempre in Ogliastra, uno dei territori più ricchi di grotte, e tutte di grande interesse, è quello di Urzulei, che ne conta oltre duecento. Tra le maggiori, senza dubbio quella di Su Palu, succitata in quanto con quella del Bue Marino, di Su Molente e Monte Logos, crea un sistema carsico da Guinness dei primati. Tra le altre grotte imperdibili che incontrerete nel relativo capitolo, Su Marmuri di Ulassai, ovvero la “grotta di Marmo”, e quella di Is Angurtidorgius, presso Perdasdefogu nel Salto di Quirra, percorsa dal torrente sotterraneo da cui si forma la splendida cascata di Is Canneddas.

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