La Nuova Sardegna

Nuraghi, fontane e vulcani. L’Italia vista dai filosofi nel “grand tour” di Pulina

di Sebastiano Depperu
Nuraghi, fontane e vulcani. L’Italia vista dai filosofi nel “grand tour” di Pulina

Il punto di vista cambia da osservatore a osservatore. Se, poi gli occhi di chi guarda sono quelli di filosofi e scrittori, tutto si trasforma ancora più rapidamente

10 novembre 2018
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Il punto di vista cambia da osservatore a osservatore. Se, poi gli occhi di chi guarda sono quelli di filosofi e scrittori, tutto si trasforma ancora più rapidamente. Avviene così nel libro “Guida filosofica dell'Italia” di Giuseppe Pulina, un racconto della Penisola e delle due isole maggiori come sono state viste da filosofi e scrittori che le hanno visitate tra la fine dell'800 e il secolo scorso.

Il volume (Diogene Multimedia, pp. 180, 16 euro), proprio per il suo contenuto, rappresenta un unicum nell'editoria nazionale contemporanea. Punti di vista, appunto. Gli italiani e il Paese, dunque, raccontati da chi li ha osservati dall’esterno: una prospettiva che sicuramente appassionerà il lettore. Quasi una sorta di rovesciamento e di rilettura in chiave filosofica del grand tour di Goethe, impostato su un itinerario che comprende questa volta anche la Sardegna. Nel libro viene raccontata l’Italia secondo la percezione che ne ebbero personalità come Freud, Nietzsche, Simmel, Kafka, Ezra Pound, Wilde, Hesse (non solo filosofi, quindi), Wagner, Goethe, Virginia Woolf, Twain e tanti altri.

Le loro impressioni aiutano a vedere con occhi diversi ciò che forse, più volte, è stato passato in rassegna: il cenacolo di Leonardo, la fontana del Tritone di Roma, i carruggi di Genova, i vulcani del sud Italia, i nuraghi. Le testimonianze di chi ha visitato l’Italia nel corso di un secolo e mezzo circa sono, talvolta idilliche, dal sapore esotico, talvolta più negative, o semplicemente obiettive.

Tra le pagine del libro si parla tanto di Sardegna. «Dentro i nuraghi – come fa presente Carlo Levi – si può approfittare dell’ombra e del silenzio. Gli effetti di questo esercizio di estraniamento dallo spazio e di sospensione del tempo sarebbero straordinari».

Episodi divertenti, invece, si possono leggere nello strano rapporto tra filosofi e vulcani (il caso di Nietzsche dimostrerebbe, ad esempio, che se ne sentono spesso attratti, ma che raramente li visitano pur vivendo a lungo nei loro pressi).

Il libro non è propriamente una guida, non nel senso classico di questa parola, almeno. Nell’introduzione, infatti, si legge: «Forse non tutti saranno d’accordo nell’ammettere che il pregio di una guida dovrebbe essere quello della sua inesaustività. Se dicesse veramente tutto, se ci accompagnasse passo dopo passo in ogni luogo e fosse sempre con noi, una guida non sarebbe uno strumento utile come pretende di essere. La guida non si sostituisce alla persona che deve essere guidata, non le riempie la testa di mille nozioni e, tantomeno, le sottrae il piacere della scoperta dei luoghi di cui si occupa. Non è, insomma, una piccola enciclopedia tascabile. Una guida filosofica, come recita il titolo, perché ha a che fare esplicitamente con la filosofia. Più esattamente con quei filosofi delle cui osservazioni si serve».

Il libro è stato presentato con successo già in diverse parti dell'Isola (ma non solo). Il viaggio è, dunque, il filo conduttore, come si legge nel volume: «In questa guida filosofica troveremo la conferma al fatto che i filosofi amano solitamente viaggiare, e, contrariamente a quanto verrebbe da pensare, non solo con la testa. Le esplorazioni mentali che scaturiscono dalle loro esperienze di viaggio possono essere profonde quanto le nostre. Il viaggio è metafora militante del pensiero o, se vogliamo, è lo stesso pensiero che si mette in cammino. E dove si va una volta che ci si mette in cammino?».

Il lettore, dunque, verrà catapultato in una stimolante esplorazione turistico-filosofica sulle tracce dei filosofi viaggianti per la penisola italiana e l’isola di Sardegna alla ricerca della verità… o di se stessi?

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