La Nuova Sardegna

I ragazzi e il sonno perduto: se non dorme otto ore lo studente va male e il portiere prende gol

di Mario Frongia
I ragazzi e il sonno perduto: se non dorme otto ore lo studente va male e il portiere prende gol

Neuroni e pallone, stress e dribbling, fatica fisica e mentale. Ma anche un modo, e un percorso, utile per dare il massimo. «Il problema dei calciatori? Si pensa a discoteche, droghe, cibo e alcol....

10 novembre 2018
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Neuroni e pallone, stress e dribbling, fatica fisica e mentale. Ma anche un modo, e un percorso, utile per dare il massimo. «Il problema dei calciatori? Si pensa a discoteche, droghe, cibo e alcol. Vero, ma quel che oggi incide significativamente sulle prestazioni agonistiche di molti atleti è la mancanza di sonno. E il discorso si amplia al 90 per cento dei ragazzi: non dormono a sufficienza e compromettono qualsiasi attività, dalla finale di Champions al torneo estivo».

Giovanni Biggio, luminare della Neuropsicofarmacologia, punta al bersaglio grosso. Immerso tra sinapsi e sport, l’accademico tifa Cagliari e «le italiane che giocano le coppe europee». Nasce da questa passione la supervisione sulle lezioni curate al centro tecnico del Cagliari: «Il corso funziona da anni e correla prestazioni, allenamenti e comportamenti extra campo».

Professor Biggio, cosa avete scoperto? «Molti dei professionisti hanno comportamenti adolescenziali: dormono poco e male. Una ricerca condotta con Massimo Diana – collega e direttore del Serd di Cagliari, su seimila ragazzi sardi delle scuole medie e superiori – conferma che senza sonno ristoratore si sballa. I giovani stanno svegli e tirano tardi tra playstation, iPad, computer, per il 98 per cento oltre la mezzanotte. Stai a letto ma logori il cervello. E al mattino sei uno straccio. A scuola sei distratto e dopo due ore di lezione ti addormenti. Se ti alleni non sei concentrato non apprendi gli schemi, in campo sbagli la posizione, i movimenti e i gesti più elementari. Arrivi tardi sulla palla o nella marcatura».

Quali meccanismi regolano il sonno e la relazione con la quotidianità, non solo sportiva? «Quando ci svegliamo il surrene scarica cortisolo e accende il cervello, questo ci dà la prestazione. Si attivano le sinapsi, ovvero le connessioni tra neuroni, che sono circa 20 miliardi nella corteccia frontale e 120 miliardi nell'intero cervello. Per capirci, una lumaca ne ha ventimila. Si attivano al meglio processi di tipo cognitivo, affettivo, emozionale, così si manifesta la nostra performance basata sull’avere il massimo controllo dei processi esecutivi».

E se si dorme poco? «Il cervello, durante la notte, rimane troppo attivato, i neuroni non recuperano e la mattina successiva le tue capacità cognitive si spengono». Cragno in porta e Joao Pedro che deve battere un rigore. Cosa succede al loro cervello? «La molecola dello stress o cortisolo, specie in allerta estrema deve essere in equilibrio: troppo o troppo poco atrofizza i neuroni. Se Cragno e Joao Pedro, e tutti gli altri del Cagliari e del calcio professionistico, si sono allenati al top fisicamente e mentalmente, il cortisolo ne migliora le prestazioni. Tra i due vince chi ha lavorato e dormito meglio in settimana e quindi controlla meglio lo stimolo stressante che si traduce in prestazione positiva. Un mese prima dei mondiali in Brasile, il “Time” pubblicò uno studio che fece scalpore: Cristiano Ronaldo avrebbe fallito perché veniva da mesi spesi in viaggio tra Europa, Asia e Americhe per sponsor e pubblicità, sue e del Real Madrid. In effetti, è andata così».

Quindi, dormire è decisivo? «Sì. Se dormi bene il sonno consolida i ricordi e se hai doti tecniche superiori alla media fai tutto a velocità pazzesche. Sintetizzando, viaggi aerei, fusi orari e notti insonni non aiutano a prendere le decisioni giuste. Questo, provato scientificamente, vale anche in altri campi. I giocatori d'azzardo e i broker che operano in borsa dopo un tot di ore devono dormire. Se no sballano».

Insomma, che cosa è basilare per la vita di un atleta? «Allenamento serio, stile di vita corretto, alimentazione bilanciata. E dormire. Non meno di otto ore».



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