La Nuova Sardegna

Fotografia e arte 

A Olzai “Ainu & craba”, l'estro di due innamorati illumina la Corte Corbu

di Alessandro Marongiu
A Olzai “Ainu & craba”, l'estro di due innamorati illumina la Corte Corbu

Se passate per Olzai tra oggi e domani, in occasione delle Cortes Apertas di Autunno in Barbagia, fate attenzione, tra una visita alla Casa Museo Carmelo Floris e una a Sa domo de dottor Franziscu...

17 novembre 2018
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Se passate per Olzai tra oggi e domani, in occasione delle Cortes Apertas di Autunno in Barbagia, fate attenzione, tra una visita alla Casa Museo Carmelo Floris e una a Sa domo de dottor Franziscu Dore – tra un laboratorio di lavorazione e degustazione delle bontà locali e la presentazione al pubblico dei fondi librari donati al Comune dalle famiglie Cardia-Mesina, Dore e Soro – fate attenzione, dicevamo, ai corvi.

Seguite, cioè, le sagome disegnate sparse per le vie del paese e le loro indicazioni: alla fine del percorso arriverete, appunto, a Corte Corbu. Che accoglie i visitatori per la prima volta in questa quindicesima edizione della manifestazione e, oltre a mostrare arredi e oggetti dei decenni scorsi perfettamente conservati, riserva una sorpresa, nella forma di una storia d’amore. Di quelle speciali, impossibili solo all’apparenza, perché coinvolge un asino e una capra. Si intitola proprio così, “Ainu & craba”, l’esposizione artistica che Laura Francesconi e Sardomuto hanno allestito nella casa della famiglia Crobu in Piazzetta Lillina Marongiu, nella parte alta dell’abitato. «Tutto è nato per caso durante le Cortes di Olzai del 2016 – racconta la fotografa sassarese – come un gioco tra amici»: due maschere di animali, i suggestivi scenari di granito del centro barbaricino, e una narrazione che, scatto dopo scatto, comincia ad assumere una sua precisa fisionomia. Per un anno foto solo in esterni, poi, nel 2017, anche in interni, nelle stanze fuori dal tempo di Corte Corbu, per illustrare la quotidianità di un rapporto amoroso e di grande complicità, non a caso impersonato dalla padrona di casa Elena Piras (la capra) e da Andrea D’Ascanio-Sardomuto (l’asino), che coppia lo sono anche nella vita di ogni giorno.

L’esposizione si compone di dieci fotografie, stranianti quanto delicate, e delle illustrazioni in bianco e nero di Sardomuto, ma il progetto “Ainu & craba” non si limita a questo. Con il supporto del grafico Giancarlo Sechi e della Piras, i due artisti hanno infatti pensato di creare uno spazio in cui i turisti, indossando le maschere, potranno farsi ritrarre con una macchina Polaroid, andar via da Olzai con un ricordo inaspettato e, forse, allargare i confini di una collaborazione in corso d’opera, «che noi vorremmo proseguire con delle sessioni anche in altre stagioni, e non solo in autunno com’è accaduto finora» dice sempre la Francesconi. Ci saranno poi una postazione con torchio d'incisione, che consentirà a Sardomuto di riprodurre, attraverso la stampa dal vivo di matrici in linoleum, i suoi disegni con protagonisti i due innamorati, e dei pupazzi che li raffigureranno, realizzati con cartapesta, ago e filo. Con i materiali semplici di una volta, quindi: una scelta precisa, voluta, in linea con quella di preservare gli ambienti domestici utilizzati come set, nei quali non è stato introdotto nessun elemento tipico della modernità.

«Non abbiamo voluto metter su una sala da museo – dice Sardomuto – né abbiamo mai ritenuto di stravolgere le stanze, ma abbiamo piuttosto cercato di inserire il nostro lavoro nel contesto che gli ha dato origine. “Ainu & craba” è anche un tuffo nel passato, certo».

Un modo, in un mondo che sembra fagocitare senza rimorsi tutto quanto appartenga al “prima”, per tutelare il ricordo di chi ci ha preceduto e di antichi saperi e mestieri, giusto a pochi passi dalle stanze che custodiscono le xilografie, gli acquerelli e le incisioni – “cose d’altri tempi”, le liquiderebbe frettolosamente più di qualcuno – di Carmelo Floris.

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