La Nuova Sardegna

I suoi prodotti hanno fatto il giro d’Italia in pochi anni e non c’è trasmissione televisiva che, quando parla delle bontà di Sardegna, non citi i formaggi a caglio vegetale del caseificio “Sa Mura Bianca” di Alessandro Sechi. Un imprenditore che a Nulvi ha messo su un vero e proprio laboratorio e dopo aver sfondato col pecorino impagliato ha proposto all’inizio dell’autunno un altro prodotto innovativo che ha incontrato subito i favori dei consumatori e degli appassionati: la fontina di pecora.

Un formaggio a latte crudo, stagionato tre mesi, sempre a caglio vegetale che nessuno in Italia aveva mai osato produrre: «Non mi piace dormire sugli allori, a me piace innovare e sperimentare, se ti fermi gli altri ti sorpassano – racconta Sechi –. Ho fatto una ricerca sul web e ho visto che nessuno in Italia aveva mai provato a fare la fontina col latte di pecora, c’era solo qualcuno che la fa col latte di capra. Così ho deciso di provare, mutuando lo stesso procedimento della fontina valdostana: cambia il tipo di latte e, ovviamente, anche le caratteristiche organolettiche del prodotto. Le prime forme ho cominciato a produrle cinque mesi fa, poi l’ho proposto al mercatino del sabato mattina di Campagna amica, all’Emiciclo Garibaldi a Sassari. E i riscontri sono stati subito positivi sia dal punto di vista del gradimento sia da quello economico».

Anche questo è un formaggio che nasce tutto nei suoi terreni alla periferia di Nulvi: «Le mie pecore brucano liberamente allo stato brado, non uso concimi né tantomeno diserbanti». La fontina di pecora arricchisce così un menù che vede già “Sa mura bianca” produrre il pecorino impagliato, il grana vegetale il pecorino vegetale. Consigli per l’utilizzo? «È un prodotto duttile, che si presta ad accompagnare tanti piatti. Si può mettere sulla pasta al forno, sulle uova a all’occhio di bue, a dadini con l’insalata, arrosto col pane». (r.s.)