La Nuova Sardegna

L’incantesimo della vita in scena nei Carmina Burana

di Monica De Murtas

Oggi e domani al Comunale di Sassari il quarto titolo della Stagione lirica Ieri un incontro per presentare l’opera di Orff nell’allestimento del “De Carolis” 

17 novembre 2018
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SASSARI. Da un codice miniato del XIII secolo, custodito per secoli in un monastero tedesco, al capolavoro moderno di Carl Orff. La storia dei “Carmina Burana” quarto titolo della Stagione lirica dell’Ente Concerti (in scena stasera alle 20.30 e domani alle 16.30 al Comunale) è stata rievocata nella presentazione del concerto che si è svolta alla biblioteca comunale. Accompagnato dallo storico Antonello Mattone, vicepresidente dell’Ente, e dalla musicologa Paola Cossu il folto pubblico, composto in gran parte da studenti, ha ripercorso il lungo cammino che ha portato il “Codex Buranus” a rinascere nei “Carmina Burana” di Orff.

«La cantata scenica, in un prologo e tre parti, fu composta tra il 1935 e il 1936 ma l’autore non era interessato ad un’operazione filologica. L’idea - ha spiegato Cossu - è stata quella di attingere e di filtrare l’antico per portare l’opera al moderno». «Il Codex Buranus dal 1806 è custodito nella Statsbibliothek di Monaco di Baviera, ma venne ritrovato - ha precisato Mattone - nel monastero di Benedik Beuren nell’Alta Baviera, luogo da cui prese il nome». Nel corso della presentazione il pubblico è stato invitato ad ascoltare il celeberrimo, affascinante tema che apre e chiude la partitura “La Fortuna”. «In una visione non religiosa ma laicista - prosegue Mattone - la fortuna gira su una ruota condizionando la vita degli uomini.

Il testo della composizione è costituito da una serie di canzoni profane tratte dalla famosa raccolta medievale omonima». I canti originali, attribuiti ai clerici vagantes, raccontano in latino, tedesco e francese medievale, storie di natura, felicità, amore e morte. «La storia dei Carmina non fu semplice - conclude Mattone - per il contenuto goliardico dei testi, le cantiones profanae vennero vietate nella Germania nazista, ed ebbero molto successo anche se la prima esecuzione, alla Staatsoper di Francoforte l’8 giugno 1937, fu stroncata da un critico del regime». In italia i “Carmina Burana” arrivarono invece il 10 ottobre 1942 alla Scala di Milano.

Il concerto per la prima volta inserito nella Stagione del de Carolis, manca in città dal 1992. Nella nuova produzione sarà l’Orchestra dell’Ente a eseguire la partitura, diretta dallo spagnolo Jordi Bernàcer, resident conductor alla San Francisco Opera, L’organico orchestrale sarà affiancato da 75 elementi del Coro dell’Ente preparato da Antonio Costa e da 30 voci bianche della Corale “Canepa” istruite da Salvatore Rizzu. I tre solisti sono: il soprano Aleksandra Kubas-Kruk, il baritono Fabio Previati e il controtenore sardo Ettore Agati.

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