La Nuova Sardegna

Pietro Sedda, tatuatore e pittore: l'opera al nero dalla tela alla pelle

Paolo Curreli
Pietro Sedda, tatuatore e pittore: l'opera al nero dalla tela alla pelle

Inaugurata alla Pinacoteca “Carlo Contini” di Oristano la mostra che resterà aperta fino al 6 gennaio

17 novembre 2018
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Inaugurata con grande successo, e meta di continue visite, aperta fino al 6 gennaio alla Pinacoteca “Carlo Contini” di Oristano una mostra assolutamente da non perdere. La prima antologica dedicata a un’interessante figura dell’arte contemporanea germogliata in Sardegna: “Pietro Sedda, L’Opera al Nero 1998-2018”, a cura di Ivo Serafino Fenu e Francesca Alfano Miglietti (FAM) in collaborazione con la Galleria Crobu Inc. di Cagliari. Sedda è un artista difficile da imbrigliare nell’establishment del Contemporaneo tanto da essere un tatuatore apprezzato a livello internazionale. Con oltre 80 opere tra pitture, polimaterici, disegni, fotografie e video, molte delle quali inedite, la mostra ripercorre vent’anni di un’attività artistica che propone il corpo come centro dell’indagine, un percorso che ha interessato Francesca Alfano Miglietti, uno degli sguardi più attenti sul mutamento dell’arte contemporanea. «Uomini e donne e animali, estrapolati dai rock clubs e dai bar, e dai porti e dalle cartoline degli anni ’20, estrapolati dalle regioni del mondo dell’arte confinanti con la moda e con i luoghi del design. Corpi ricavati da film di serie B» dice FAM, autrice di numerosi studi, attiva nel mondo dell’arte come critica e storica e insegnante all’Accademia di Brera dove Sedda si è laureato in scenografia.

«Si intuisce nei disegni di Sedda che le immagini non rappresentano il mondo, lo creano, immagini che suggeriscono echi familiari e punte di nostalgia, i dettagli sono sottolineati, il disegno definisce il perimetro di un’idea: che sia un particolare o un frammento, le sembianze a volte assumono un ruolo quasi secondario – sottolinea Alfano Miglietti –. La proposta più forte rimane un incalzante interesse per il disegno. Un discorso elitario, che significa investire in un’idea tanto forte da trasformarsi in modello, una stagione sensuale, tattile, in attesa, indecisa tra prudenza e incoscienza». Per Ivo Serafino Fenu, direttore della pinacoteca oristanese: «Pietro Sedda è un pittore, a prescindere dai supporti usati, siano essi tele, video, stampe fotografiche o corpi: pittura come destino, verrebbe da dire. E anche il passaggio dalla pittura alla pratica del tattoo è segnato e, verrebbe da dire, ineludibile, dalla vicenda di Pietrolio». Pietrolio (sempre vestito di nero) è l’ater ego “nato” nel 2000 del pittore, famoso nel per le sue incursioni di pura marca situazionista, quando piombava non invitato nelle mostre mediante spericolati interventi di parassitismo estetico alle spalle di altri artisti. «Del resto, dell’ostensione e dell’ostentazione del corpo l’arte contemporanea ha fatto vangelo – continua Fenu –. Almeno per una parte significativa e in certi momenti dominante, il corpo è stato e continua a essere il luogo privilegiato, il Sancta Sanctorum del conflitto. Corpo come sede del controllo sociale e della repressione, corpo come “carnaio di segni”, come lo definisce Foucault e, per l’arte contemporanea, segno per antonomasia. Tutto il suo immaginario visivo ruota, pertanto, intorno ad alcuni temi ricorrenti che, tuttavia, vengono continuamente manipolati in altro da sé, in una trasfigurazione dell’immagine degna della fantasia dell’amato Hieronymus Bosch». L’inaugurazione è stata animata da moltissimi visitatori che, nonostante il maltempo, hanno raggiunto Oristano e la Pinacoteca Contini da tutta la Sardegna e dal Continente. Molti gli artisti presenti a rendere omaggio a un collega che, soprattutto le nuove generazioni, individuano come un “precursore”. In un mondo, quello delle arti visive di oggi, capace di abbattere le frontiere e interessato all’ibridazione dei messaggi come unico modo di raccontare e affrontare il presente.Presenti molti i tatuatori, che nell’attività dello studio milanese “The Saint Mariner”di Sedda vedono un modello. La mostra propone un allestimento dello scenografo Mattia Enna, durante l’esposizione è anche possibile visionare il film di Angelo Bozzolini, “A modo mio. Pietro Sedda, tatuatore di Oristano”, prodotto dalla RAI e recentemente proposto da RAI3.



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