La Nuova Sardegna

Premio Sardegna Maria Lai e Gabos tra gli otto finalisti

di Luciano Piras
Premio Sardegna Maria Lai e Gabos tra gli otto finalisti

Il gemellaggio con il “Rodari” è la novità dell’edizione 2019 Una sezione speciale dedicata alle opere in lingua sarda 

17 novembre 2018
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DORGALI. I numeri sono da record: 147 libri presentati, 63 editori in lizza. La settima edizione del Premio biennale nazionale di letteratura per l’infanzia “Sardegna” ha già vinto la sua sfida prima ancora di scegliere i vincitori. Con una importante novità all’orizzonte: il gemellaggio con il prestigioso Premio “Gianni Rodari”. Il Comune di Dorgali da una parte, dunque, che organizza il “Sardegna” (assieme alla Fondazione Le Scuole); il Comune di Omegna dall’altra, che organizza il “Rodari”. Due realtà che lavoreranno insieme per il futuro prossimo dell’editoria per ragazzi. «Siamo stati ospiti in Piemonte alla recente cerimonia di premiazione e abbiamo già attivato i primi contatti tra le due amministrazioni locali, presente il consigliere comunale di Dorgali Gabriele Todde», conferma Bachisio Porru, da sempre anima e animatore del Premio Sardegna. Biennale che ha appena scelto i quattro finalisti delle sezioni “Albi per la prima infanzia” e “Opere edite - 11/14 anni”.

Giuria di studenti

Saranno gli studenti della giuria, ora, in seconda ed ultima istanza a designare i vincitori» (ad aprile 2019). La scelta dovrà essere fatta tra gli albi “Il campanellino d’argento” di Maria Lai e Gioia Marchegiani (Topipittori), “Voci nel parco” di Antony Brown (Camelo Zampa), “Libero zoo” di Gek Tessaro (Lapis) e “Neve” di Anna Curti (Notes). Per le opere edite, invece, il titolo migliore sarà scelto tra “Oh, Harriet!” di Francesco D’Adamo (Giunti), “2 x 1 = 2” di Patrizia Rinaldi e Otto Gabos (Istos), “Le rose di Shell” di Siobhan Dowd (Uovonero) e “Se la tua colpa è di essere bella” di Giuliana Facchini (Up-Feltrinelli).

Nuova didattica

«Il dato significativo è che questo premio biennale ha una storia, siamo alla settima edizione, che si basa su un nome e un punto fondamentali: Albino Bernardini e la nuova didattica», spiega Pino Boero, presidente del Premio, già professore di Letteratura per l’infanzia e di Pedagogia della lettura all’università di Genova, oltre che blogger particolarmente attento al mondo dei libri scritti e pensati per il più piccoli. «Il Premio Sardegna è ormai diventato un riferimento nel panorama nazionale, nonostante non ci siano più Albino Bernardini né Marcello Argilli, che per anni è stato in giuria». Il primo, il maestro di Pietralata e delle bacchette di Lula, fautore della cosiddetta “nuova scuola” che ha reso protagonista il bambino, è morto nel 2015. Argilli è scomparso un anno prima, nel 2014. Ora in giuria, con gli stessi Boero e Porru ci sono anche Susanna Barsotti, Walter Fochesato, Tonino Oppes, Paola Pittalis e Anna Maria Sanna.

Cultura e società

Giuria che per questa settima edizione del biennale ha deciso di attribuire una menzione speciale al libro di Alberto Melis, “Ali nere” (Notes), «segnalando altresì – si legge nella motivazione – il complesso dell’opera di uno scrittore che ha saputo parlare a diverse generazioni di giovani lettori affrontando nei suoi libri, con intelligenza e stile, temi di rilevanza etica e sociale».

Punti di forza

«Il pregio di questo Premio – assicura Boero – è che è sempre stato caratterizzato dalla grande qualità dei testi e immune da qualsiasi influenza degli editori». L’altro punto di forza, poi, sono le varie sezioni: «Il Premio nazionale di letteratura per l’infanzia Sardegna punta sia ai libri editi sia agli inediti. Una sezione apposita è dedicata alle opere edite in lingua sarda. Un’altra ancora alle produzioni cinematografiche / audiovisive per ragazzi» chiude Boero. Non prima di aver ribadito che il numero delle opere e degli editori in lizza quest’anno «è veramente eccezionale».



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