La Nuova Sardegna

Robben Ford, la chitarra di Davis e Joni Mitchell

di Giovanni Dessole
Robben Ford, la chitarra di Davis e Joni Mitchell

Stasera a Sassari il grande musicista americano dedica un live al suo nuovo album, “Purple House”

17 novembre 2018
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SASSARI. È considerato uno dei più grandi chitarristi al mondo, ha collezionato ben cinque candidature al Grammy e la storica casa di produzione Fender ha dato il suo nome ad una delle sue chitarre. Lui è Robben Ford, ha suonato con Miles Davis, George Harrison, Steely Dan, Joni Mitchell, Dizzy Gillespie, Georgie Fame e i Kiss – giusto per citarne alcuni.

Oggi in occasione dell'unica tappa sarda del suo nuovo tour salirà sul palco del teatro Verdi di Sassari in un evento griffato Insula Events & Le Ragazze Terribili.

Mister Ford cosa ricorda della sua ultima esibizione in Sardegna?

«Viaggio così tanto che è difficile tenere memoria delle città visitate, delle cose viste. Posso dire però che mi diverto sempre a venire a suonare in Italia, e la Sardegna è davvero meravigliosa».

Come si definirebbe, oggi, l’artista Robben Ford?

«Ora vivo a Nashville e mi piace passare meno tempo in tour in giro per il mondo e più tempo a scrivere, produrre e registrare».

Come è cambiato, negli anni, il suo modo di comporre, di suonare la chitarra e di raccontare?

«Sono ancora più intraprendente nell'approccio alla musica che creo e apro alla tecnologia per tutte le possibilità che offre. Il mio nuovo disco, “Purple House”, racchiude alla perfezione ciò che ho appena detto: suoni, colori e stati d'animo differenti e diversi dal solito che si mescolano fra loro».

Anima blues, jazz e rock: cosa prevale?

«Sono principalmente un chitarrista blues, ma sono anche una persona cui piacciono diversi generi di musica. Mi piace includere nei miei lavori tutte le influenze subite. Ogni disco che ho fatto, dagli inizi a oggi, suona diverso da quello precedente. E mi auguro che questo continui».

Il rapporto con la sua chitarra?

«La chitarra è lo strumento che uso per esprimermi. È come essere un pittore con il suo pennello e le sue vernici. Una chitarra è una cosa molto personale e per questo è importante avere sempre a disposizione strumenti di alta qualità: per questo io sono costantemente alla ricerca dello strumento perfetto. La verità è che al mutare della musica cambia spesso anche lo strumento, e questo è un po frustrante. Ma questa è la tendenza al momento, per cui..».

C'è una canzone cui è particolarmente legato?

«Non ho una canzone che mi lega particolarmente a sé rispetto alle altre, e comunque tendo a cercare sempre qualcosa di nuovo da suonare».

Tante collaborazioni la più significativa? La più intensa?

«Joni Mitchell & company hanno rappresentato per me il miglior periodo di apprendimento possibile per un musicista, davvero incredibile. Miles Davis invece è stato certamente il più intenso e gratificante in maniera completamente diversa rispetto alla citazione precedente, ha contribuito a formare il mio carattere e aumentato la fiducia in me stesso».

La musica di oggi?

«La musica, per lungo tempo, ha preso una cattiva strada. Penso principalmente perché chiunque oggi può fare un cd e quasi tutti lo fanno, per cui il mercato si è sovraffollato. Vedremo cosa succederà in futuro..».

Che sorprese riserverà alla platea del teatro Verdi il nuovo album “Purple House”?

«Il pubblico sarà forse sorpreso dal fatto che ancora adesso sto continuando a fare cose diverse ed a cercare di farle al meglio. In generale, suonerò per loro un sacco di musica che probabilmente non hanno ancora sentito. E poi io improvviso molto, quindi le sorprese non mancano in nessuno dei miei concerti».



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