La Nuova Sardegna

Il nostro canto 

tra due mondi

tra due mondi

Mondo globalizzato e informatizzato con tutte le tradizioni e le musiche del mondo a portata di smartphone. Spesso liquidate, però, dopo pochi secondi di ascolto con un colpo di dito sullo schermo....

17 novembre 2018
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Mondo globalizzato e informatizzato con tutte le tradizioni e le musiche del mondo a portata di smartphone. Spesso liquidate, però, dopo pochi secondi di ascolto con un colpo di dito sullo schermo. Ma c'è ancora spazio per far conoscere davvero le meraviglie sonore di un territorio. Quattro ragazzi non di Liverpool, ma di Scano Montiferro, come i Beatles – in qualche modo e più di mezzo secolo dopo – alla conquista dell'America. Sono sbarcati ad Albuquerque, New Mexico, per esibirsi dal vivo nel canto a cuncordu. Ad attenderli non c'erano ragazzini e ragazzine urlanti, ma appassionati e cultori delle musiche tradizionali di ogni parte del mondo. L'occasione è stata il Meeting of the Society for the Ethnomusicology (SEM), appuntamento internazionale nato nel 1956 e ogni anno sempre più ricco di appuntamenti e di autorevolezza. Su Cuncordu sas Bator Colonnas ha anche tenuto un concerto nel Performing Arts Center di Albuquerque. La presenza del gruppo negli Usa è associata alla ricerca del musicista ed etnomusicologo Diego Pani, che ha già dedicato al quartetto la tesi di laurea. Certo, il canto a tenore è già un fenomeno di risonanza mondiale. Basta pensare all’Unesco che nel 2005 lo ha inserito tra i patrimoni immateriali dell’umanità, o a Peter Gabriel che ha pubblicato i Tenores di Bitti con la sua etichetta discografica. Ma le scoperte non mancano, in uno strano incrocio tra il presente della Sardegna e il passato dell’America: in un seminario tenuto da Pani si è parlato anche di un bluesman sardo che, scavando scavando, alla fine ha trovato e fatto proprie le radici della “musica del diavolo”. Ha assimilato l'anima musicale degli States senza esserci mai stato. E ha conquistato via internet ascoltatori in mezzo mondo. Il nome unisce in una sola bandiera quattro mori e stelle e strisce: River of Gennargentu. All’anagrafe Lorenzo Tuccio, 39 anni, di Gavoi: il primo ad ammettere che il fenomeno è «davvero curioso».



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