La Nuova Sardegna

Da Daverio un “Grand tour a piccoli passi”

di Philippe Daverio
Da Daverio un “Grand tour a piccoli passi”

Itinerario tra le bellezze italiane, con due siti sardi: Palazzo Regio a Cagliari e Villa d’Orri a Sarroch

21 novembre 2018
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Pubblichiamo il testo che Philippe Daverio dedica alla Villa d’Orri nel volume “Grand tour d’Italia a piccoli passi” (Rizzoli, 416 pagine 32,90 euro) in libreria da oggi

* * *di Philippe Daverio

In Sardegna si rifugiarono, durante gli anni terribili della Rivoluzione francese e dell’Impero napoleonico, tutti e tre i Savoia, Carlo Emanuele IV, Carlo Felice e Carlo Alberto. Abitavano allora in una casa, Villa d’Orri a Sarroch, che è un’assoluta meraviglia, rimasta intatta e come bloccata nella storia: la bella addormentata. Nel Settecento tutta la tenuta era stata comprata da Giacomo Manca, marchese di Thiesi, un sardo che era sceso dal Nord per venire al Sud. Aveva mandato suo figlio Stefano a Torino, a fare carriera in casa Savoia, e qui il giovane era diventato amico dei ragazzi di casa.

La villa viene definita architettonicamente alla fine del Settecento ed è uno splendido edificio neoclassico. Oggi il giardino è ormai diventato una selva incredibile, ma ancora da qui si vede il mare. E con l’arrivo più recente del filodendro e quello all’inizio del secolo scorso del grande ficus magnolia, è diventato un luogo che piacerebbe nel suo decadentismo totale a Gabriel García Márquez.

L’interno non tradisce le aspettative, anzi le esalta. Al decoro settecentesco si uniscono le statue in busto delle Nostre Maestà e i ricordi che hanno lasciato in questi luoghi. Nel cassettone nella camera da letto ritrovo uno dei vestiti ufficiali, settecentesco ancora nel gusto, di Vittorio Emanuele I, con la sua splendida tela e la sua bella fodera perfettamente adatte ai climi caldi, non più al Piemonte. E, accanto, il vestito di battesimo di sua figlia Maria Cristina, nata in Sardegna nel 1812 e poi diventata per matrimonio regina delle Due Sicilie.

La casa è stata amorevolmente e romanticamente reinventata dal nonno degli attuali proprietari, don Vincenzo. E così sono arrivati un po’ tutti i ritratti dei Savoia, ivi compreso quello abbastanza pop di Carlo Alberto: lui la Sardegna l’ha amata sul serio. Sicché oggi conserva Villa d’Orri delle curiose analogie con il Castello di Racconigi, ivi compresa una stanza in chinoiserie, perché chi non ha un po’ di lacche rosse e oro e fuori moda. La biblioteca e contenuta e così, ma fa capire che i libri al suo interno venivano letti davvero.

Il vero fascino di questa casa però, allora come oggi, e il contrasto fra il dentro e il fuori, lo sguardo sulla natura e sul mare. Il vasto terrazzo da giardino sospeso scende poi lentamente tra i fiori fino al giardino vero e proprio, quello di allora, con piante fenomenali, luoghi bizzarrissimi, profumi e fragranze inattese. Grandi anni della prima monarchia costituzionale e dei primi passi del Romanticismo, di Giuseppe Verdi, delle “Memorie d’oltretomba” del visconte François-René de Chateaubriand e dei “Sepolcri foscoliani”.

© 2018 Mondadori

Electa S.p.A., Milano

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