La Nuova Sardegna

Così Maria Lai portò l’arte tra la gente

di Paolo Curreli
Maria Lai (foto Daniela Zedda)
Maria Lai (foto Daniela Zedda)

Apre all’Ex Carmelo di Sassari una grande esposizione che racconta gli interventi pubblici dell’artista di Ulassai

22 novembre 2018
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SASSARI. La dimensione pubblica dell’arte di Maria Lai viene esplorata nella mostra “Maria Lai. Art in pubblic space” che inaugura alle 18 di oggi 23 novembre all’Ex Convento del Carmelo a Sassari. Arte pubblica e condivisa che ha anticipato quella “estetica della relazione” – teorizzata dal filosofo francese Nicholas Bourriaud – anni dopo la celebre performance di Ulassai “Legarsi alla montagna” del 1981. Un aspetto fondamentale, della produzione dell’artista sarda e quello che gli ha assicurato un posto tra gli innovatori dell’arte contemporanea.

Davide Mariani – giovane storico dell’arte e curatore – ha indirizzato con rigore filologico la sua impegnativa ricerca nella ricostruzione e nella datazione dei numerosi interventi di arte pubblica dell’artista di Ulassai, attraverso documenti, progetti e testimonianze. Una ricognizione che completa le altre importanti mostre dedicate a Maria Lai negli ultimi anni: dal Man di Nuoro, alle Gallerie degli Uffizi a Firenze, alla Biennale di Venezia e Documenta ad Atene e Kassel.

«In queste precedenti antologiche – spiega Mariani – il focus si era incentrato sulla produzione di materiali come i “libri cuciti” i “telai”, le “lavagne”, i “pani”. La produzione di arte pubblica di Maria Lai era stata tenuta ai margini. L’esposizione del Carmelo propone il processo creativo estremamente originale dell’artista per l’arte condivisa, Maria Lai non creava un progetto definitivo, da realizzarsi in seguito, ma considerava il percorso di creazione in divenire attraverso le impressioni dettate dall’ambiente, gli incontri e la partecipazione».

L’allestimento curato da Alberto Paba invita ad addentrarsi in un cammino esperienziale che occupa tutti i tre piani dell’ex convento, attraverso installazioni interattive, documenti inediti, progetti modelli e opere autografe.

«La mostra è suddivisa in due sezioni: “Legare/collegare” e “Macrocosmo/microcosmo”. Ogni stanza è dedicata a un lavoro pubblico – dice Davide Mariani – seguendo il gesto e il pensiero creativo e la geografia artistica di Maria Lai. La prima sezione parte dall’intervento “Legarsi alla montagna”, famosa azione che porta l’intero paese a diventare autore dell’opera».

Al Carmelo, oltre alle testimonianze a ai documenti, si potrà vedere una parte del lunghissimo nastro azzurro usato per ricreare la leggenda del rapporto con la montagna e Ulassai, oltre ad altre numerose opere originali, rapporto tra progetto e realizzazione in un coinvolgente dialogo visivo. «Nella seconda sezione diamo conto degli interventi che seguirono “Legarsi alla montagna” con l’intento di creare un museo a cielo aperto nel paese – spiega il curatore –, coinvolgendo altri artisti come Costantino Nivola, Luigi Veronesi, Guido Strazza. È l’inizio di un coinvolgimento sempre più forte di Maria Lai nell’arte pubblica da cui nasceranno opere di grande impatto visivo in tutta la Sardegna e nel Continente, come “Le capre cucite” (1992), “La strada del rito” (1992) e “La scarpata” (1993) a Ulassai, “Proiezione” (1999), eseguito nella piazza della Chiesa di Santa Barbara a Sinnai, quelli realizzati nel piccolo comune di Castelnuovo di Farfa (2000), dove lavora insieme ad altri artisti alle opere per il Museo dell’Olio della Sabina, fino ai più recenti come l’omaggio a Grazia Deledda con “Andando via” (2012) realizzato a Nuoro l’anno prima di morire, all’età di 93 anni ».

Un percorso che ancora di più sottolinea la grandezza dell’artista sarda. «L’intento, oltre che ricostruire la genesi delle opere – conclude Davide Mariani – è anche quello, fondamentale, di riscattare l’immagine di Maria Lai. Non la fata o la nonnina intenta al lavoro domestico del cucito, come spesso è stata sbrigativamente descritta, ma una personalità determinata a seguire le parole di Antonio Gramsci che Maria Lai condivideva appieno: “La vera arte è quella che arriva alla gente, che cammina per strada”. Un percorso di avvicinamento dell’arte alla gente non sempre compreso. Fu difficile mettere tutti d’accordo a Ulassai, come fu difficile convincere i critici: “non puoi fare una sagra paesana”, le fu detto per “Legarsi alla montagna».


 

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