La Nuova Sardegna

Donne e uomini illustri della Sardegna raccontati attraverso le tappe della loro vita

di Marco Vitali
Donne e uomini illustri della Sardegna raccontati attraverso le tappe della loro vita

“I luoghi simbolo dei grandi sardi” in edicola nel libro che chiude la collana “Tesori nascosti di Sardegna” 

29 novembre 2018
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Eugenio Tavolara (1901-1963), forte promotore del rilancio dell’artigianato locale, i cui celebri pupazzi sardi in abito tipico sono esposti al Mus’a, pinacoteca allestita presso l’ex collegio gesuitico del Canopoleno a sassari è uno dei personaggi raccontati nel volume “I luoghi simbolo dei grandi sardi”, dodicesimo e ultimo volume della collana “tesori nascosti di Sardegna” che va in edicola domani a 8,70 euro oltre il prezzo del quotidiano.

A Tavolara a Sassari, città di origine dell’artista, sono intitolati il Padiglione per l’artigianato e il Museo della Tessitura di Sarule. Tra le altre sue opere a Sassariricordiamo il grande bassorilievo “L’agricoltura”, visibile presso il palazzo della Fondazione del Banco di Sardegna. Ancora suo è il portale della chiesetta della Madonna della Solitudine, sulla strada per il Monte Ortobene nel territorio di Nuoro.

Un altro grande scultore e ceramista sassarese è stato Gavino Tilocca (1911-1999), allievo di Arturo Dazzi all’Accademia di Belle Arti di Carrara, dove si diplomò nei primi anni Trenta. Tornato in Sardegna, nel 1938 scolpì, per la parrocchia della neonata città di Carbonia, una statua in marmo di Santa Barbara, ricollocata nel 1994 nel chiostro della chiesa di San Ponziano. Per la sua città d’origine, su progetto del collega Eugenio Tavolara, realizzò invece, tra il 1940 e il 1941, “I dieci comandamenti” dell’aula della Corte d’assise del Tribunale. Nel decennio successivo adornò la facciata del Padiglione Tavolara con l’altorilievo “L’artigianato sardo”, e nel 1960 fu chiamato a ricoprire il ruolo di docente di ceramica presso il locale Istituto d’arte, la cui direzione era stata appena assunta dal pittore Mauro Manca. Parallelamente a questo incarico, che lasciò solo nel 1976, portò avanti la sua produzione artistica, accettando diverse commissioni pubbliche, come quelle per il monumento ai caduti di Bonnanaro, per il rilievo in pietra della chiesa di San Gavino di Porto Torres e per la statua equestre di San Gavino della Fontana del Rosello, ancora a Sassari. Tra le sue opere in ceramica si ricorda infine “La Cavalcata sarda”, composta da tante piccole statue, divenute vero e proprio simbolo della manifestazione e oggi custodite alla Camera di Commercio di Sassari.

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