La Nuova Sardegna

L’album 

Con il Colore degli Inverni i Mildred scalano le classifiche del rock

di Emanuele Fancellu
I Mildred
I Mildred

Svegliarsi una mattina e ritrovarsi in diciannovesima posizione in una classifica dove troneggiano mostri sacri come i Muse e importanti rock-band come gli Imagine Dragons è il sogno di qualsiasi...

01 dicembre 2018
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Svegliarsi una mattina e ritrovarsi in diciannovesima posizione in una classifica dove troneggiano mostri sacri come i Muse e importanti rock-band come gli Imagine Dragons è il sogno di qualsiasi gruppo alternative-rock italiano. Il sogno, la favola, il 10 novembre è divenuto realtà per i Mildred, quintetto di Porto Torres che con l’uscita de “Il colore degli Inverni” prova a sfondare le sacre porte dell’Eldorado rock. Quello dei Mildred è un album d’impatto che sintetizza e scavalca il concetto di rock, ma senza perderne l’energia. “Il colore degli Inverni”, la loro seconda fatica musicale, mescola infatti chitarroni aggressivi e cantati che alternano melodia e potenza, atmosfere elettroniche e richiami all’Edm, alla trap, alla dubstep. Insomma, quaranta minuti di pura adrenalina che promettono di far saltare e divertire la sempre più numerosa schiera di ammiratori della band. I Mildred non sono dei teenager e il loro seppur giovane vissuto viene fuori dai testi, tutti rigorosamente in italiano, e dalle sonorità che spaziano e sperimentano amalgamando ogni influenza.

Nascono infatti dalle ceneri di un gruppo post-adolescenziale, i Killing the Ashes, che si distingueva per un sound molto californiano – le cui reminiscenze s’intuiscono ancor oggi – e il cantato in inglese. Nel 2015, però, la band attraversa la classica crisi di crescita che la porta vicina allo scioglimento. Ma è dalle avversità che nascono le gemme più preziose: per qualche tempo i membri si evitano, poi si rivedono e decidono di riprovarci. Un nuovo inizio, con un nuovo nome. Mildred, una scelta d’impeto mentre in macchina in radio risuona, appunto, “Mildred” dei Deaf Havana, gruppo tra i favoriti della band. Nasce un album, “Il primo”, che miete tantissimi consensi e fa guadagnare una prestigiosa presenza al #rocktvpass di Rock TV col video de “Il Mostro”, ma non solo: i Mildred aprono concerti di autentiche pietre miliari dell’alternative rock nazionale come gli Shandon e vengono selezionati tra le trenta band italiane più interessanti dal magazine Classic Rock Italia. Tutto sembra girare per il verso giusto ma, ancora una volta, qualcosa si rompe. Il vecchio batterista, amante del punk californiano, non apprezza particolarmente la voglia di evolversi dei compagni e lascia la band, pur rimanendo in ottimi rapporti personali. Ad un passo dal sogno occorre ripensarsi, ritornare indietro. Per rinascere ancora una volta, ancora una volta più forti e maturi.

Oggi i Mildred sono un quintetto guidato dal vocalist Gianluca Era che comprende gli storici compagni d’avventura Marco Era e Niki Langiu, chitarre e seconde voci, il batterista Francesco Zizi e lo spettacolare bassista Angelo Paddeu, il cui ingresso trasforma la formazione a quattro in un quintetto e consente al cantante Gianluca Era di dedicarsi solo alla voce tralasciando il basso. Proprio nei mesi del nuovo travaglio prende corpo “Il colore degli Inverni”. «L’album nasce in un momento di crisi totale a causa dell’abbandono da parte del vecchio batterista, avvenuto peraltro in un momento di grande prolificità e ispirazione», spiegano i ragazzi: «Non sapevamo che piega avrebbe preso la band ma, per evitare di pensare a quanto stava accadendo, ci siamo buttati nel lavoro». Per realizzare “Il colore degli Inverni”, album prodotto da LibellulaMusic, ci sono voluti due anni di duro lavoro. Ma ne è valsa la pena: «Il colore degli Inverni è un album pensato dal primo all’ultimo secondo – spiegano i cinque –. Suoniamo ormai da tempo e ci siamo sempre annoiati nel fare più di tre brani dello stesso genere, dello stesso sound. Così abbiamo deciso di realizzare esattamente ciò che ci piace fare: spaziare e sperimentare amalgamando ogni influenza per riuscire a dar vita a una nostra identità musicale». E “Il colore degli Inverni” regala proprio questa inconfondibile sensazione.

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