La Nuova Sardegna

Alessandro Gazale: ritratto dal vero del professore che divenne star

di Fabio Canessa
Alessandro Gazale: ritratto dal vero del professore che divenne star

Sassarese, 57 anni, docente di educazione fisica, è il protagonista di "Ovunque proteggimi" di Bonifacio Angius

08 dicembre 2018
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Alessandro e Alessandro. Quello impulsivo e un po’ volgare di «Ovunque proteggimi» e quello pacato e gentilissimo che nella vita di tutti i giorni fa l’educatore. Alessandro Gazale è per molti aspetti agli antipodi del personaggio creato per lui da Bonifacio Angius. Anche se in fondo la storia raccontata dal regista sassarese mostra anche un lato dolce in questo cantante folk sassarese, incline al bere e iracondo, che dopo un trattamento sanitario obbligatorio scopre in una corsia d’ospedale l’amore incontrando una donna costretta a separarsi dal figlio.
Quella dolcezza, che evidentemente gli appartiene (basta passare anche solo qualche ora con lui per rendersene conto), Gazale è riuscito a portarla benissimo nel personaggio insieme a tutte le sfaccettature richieste da Angius che ha spiegato come l’Alessandro del film sia figlio di tante suggestioni e racchiuda qualcosa dello Zampanò de «La strada» di Fellini, per la rudezza e la fragilità al tempo stesso, del Randle McMurphy di «Qualcuno volò sul nido del cuculo» di Forman, per l’impulsività e l’ironia cinica, e del primo Rocky Balboa, per quel cuore grande e ingenuo.
“Esempi che Bonifacio mi ha fatto – sottolinea Gazale – ma non modelli. Non abbiamo cercato di imitare qualcuno, non ci riuscirei. Non è il mio modo di recitare. Per me tutto deve nascere da dentro. Devo fare mio il personaggio, comprenderlo nei dettagli, capire come pensa e si comporta insieme al regista. Abbiamo fatto un anno di preparazione prima dell’inizio delle riprese”.
Lavoro ripagato. «Ovunque proteggimi», da una decina di giorni nelle sale dopo l’anteprima al Torino Film Festival, piace a pubblico e critica. E tutti sono d’accordo su una cosa: l’interpretazione di Alessandro Gazale è perfetta.
Già a Torino ci siamo accorti che il film piaceva. La conferma è arrivata il giorno dopo con la prima regionale, emozionante, a Sassari. Ma giocavamo in casa. Con il tour di presentazioni che poi abbiamo fatto in diverse città, da Roma a Milano, da Bologna ad Ancona, ci siamo accorti che il film ovunque viene accolto nella maniera più positiva. Dal punto di vista personale ho ricevuto e continuo a ricevere messaggi di affetto e apprezzamenti, di persona e sui social network. Ma il merito è di tutti quelli che hanno lavorato al film. Da Bonifacio alla coprotagonista Francesca Niedda, dal piccolo Antonio Angius alla troupe che è stata straordinaria”.
Un successo che Alessandro Gazale si gode in tutta serenità. “Rispetto a qualche giorno fa per me è cambiato semplicemente che ho condiviso con Bonifacio, e gli altri, dei momenti molto belli. Spero che il film continui a essere visto e così rimanga in sala il più a lungo possibile. Non per me, ma perché il cinema di Bonifacio è unico. Intanto sono a ritornato a scuola”.
Cinquantasette anni da compiere tra pochi giorni, Gazale insegna educazione fisica all’Istituto comprensivo Pertini – Biasi, scuola media a Sassari ex numero 5.
“Mi piace lavorare nell’ambito dell’istruzione. L’ho sempre fatto, sono stato anche maestro elementare. A scuola con i ragazzi sono un insegnante, non un attore. Vado per finestre, ma questo non esclude che le finestre possano anche comunicare tra loro. Ho attivato un laboratorio dello spettacolo dove facciamo corsi di teatro e di cinema. L’anno scorso abbiamo anche organizzato un set e stiamo finendo il montaggio di un film sul bullismo realizzato con loro. Adoro insegnare e amo recitare, sono felice che questi due mondi possano entrare in contatto”. Una passione quella della recitazione e lo spettacolo, che Alessandro Gazale nutre da sempre, come l’avesse nel sangue. Non l’unico in famiglia ad avere un’inclinazione artistica. Il fratello Alberto è infatti uno dei più importanti cantanti lirici.
Lui è davvero un grande artista. È partito da Sassari a 18 anni per andare a Verona e da quel momento il suo destino è stato quello di fare il cantante lirico nei più grandi teatri del mondo. Non è ancora riuscito a vedere il film proprio perché impegnato in questo periodo con degli spettacoli”.
Facendo un salto nel passato Alessandro Gazale racconta come il suo primo pubblico sia stato quello formato dai compagni di scuola. “Recitavo tra i banchi, insieme a Carlo Valle (altro attore ben noto in città) che frequentava le elementari con me. Facevamo delle scenette per gli altri, preludio di qualcosa che ci avrebbe poi accompagnato nella vita. Con lui a 17 anni ho iniziato a fare radio e più avanti delle serate, cabaret. Nel 1987 sono quindi entrato in una compagnia teatrale, la Nuova Sipario 78, per un colpo di fortuna. Sostituire un attore. Nel corso del tempo ho partecipato a molti progetti, anche se per un periodo ho smesso e ripreso dopo qualche anno, e nel 2007 sono passato con la Compagnia Teatro Sassari che è anche quella di Teresa Soro presente nel film nel ruolo di mia madre. Insomma un’esperienza trentennale a teatro, di cui mi porto dietro tanti bei ricordi.
Il più bello? Sono affezionato allo spettacolo, credo fosse nel 1994, in cui ho interpretato la parte di Eduardo De Filippo in Filumena Marturano. Il Verdi pieno alla prima, un successo”. Se il percorso teatrale è lungo, quello cinematografico è cominciato per Gazale molto più recentemente.
“Ho iniziato con dei cortometraggi di Giovanni Loriga e di Pj Gambioli oltre ad aver partecipato a qualche video musicale, anche con Salmo. Ma è con Bonifacio che ho avuto modo di avvicinarmi veramente al cinema e di viverlo in tutti i suoi aspetti”. Chi lo ha visto lo ricorderà, Gazale è presente anche nel precedente lungometraggio del regista sassarese: «Perfidia», in concorso al prestigioso festival di Locarno nel 2014. In quel caso in un ruolo di supporto. “È stato molto importante per me – racconta Gazale – perché in «Perfidia» non ho soltanto avuto una parte, mi occupavo anche delle comparse, della convocazione degli interpreti. Ho seguito tutto il lavoro, stando sul set dall’inizio alla fine delle riprese. E così sono entrato in un mondo che non conoscevo così bene, anche perché per i corti nei quali avevo lavorato si trattava di una o due giornate di lavoro. Un lungometraggio è un’altra cosa”.
Insomma l’incontro con Bonifacio Angius ha aperto nuovi orizzonti ad Alessandro Gazale, estremamente riconoscente per la possibilità che gli ha concesso il regista affidandogli il personaggio attorno al quale ruota «Ovunque proteggimi». Per portarlo in scena così bene hanno lavorato insieme a lungo, imparando a conoscersi sempre meglio sino a instaurare un rapporto che si può definire fraterno.
Ho incontrato la prima volta Bonifacio – racconta l’interprete sassarese – credo sette anni fa. Ricordo la sua telefonata e il giorno dopo l’appuntamento in un bar a Sassari. Non ci conoscevamo, evidentemente qualcuno gli aveva fatto il mio nome. Abbiamo chiacchierato, mi ha messo davanti una sceneggiatura e fatto leggere alcune battute del cortometraggio «Domenica» che poi molto tempo dopo abbiamo girato e che ha ottenuto anche dei riconoscimenti internazionali”. Un breve film che ha rappresentato una sorta di banco di prova per Alessandro Gazale e Francesca Niedda in vista di «Ovunque proteggimi». Se come dicono quasi tutti i registi la scelta degli interpreti vale più di metà film, Angius ha dimostrato grandi capacità anche in questo. L’alchimia tra i due protagonisti, già intravista nel corto, è evidente nel film adesso nelle sale. “Bonifacio è bravissimo a guidare gli attori. Secondo me ha anche grandi doti recitative, magari un giorno reciteremo insieme (ride). Abbiamo diversi progetti e mi interessa soprattutto continuare questo percorso con lui. Poi non è detto che sia come attore. Potrebbe anche essere in un ruolo diverso, dare una mano sul set come suo aiuto o in qualche settore. Questo lo vedrà lui”.

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