La Nuova Sardegna

«La mia piccola allieva? Una ragazza deliziosa nella vita e sul palco»

«La mia piccola allieva? Una ragazza deliziosa nella vita e sul palco»

Parla Antonella Marongiu, la sua insegnante di canto  «Ha imparato che prima di tutto bisogna divertirsi»

15 dicembre 2018
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CAGLIARI. Sin da quando l’ha vista per la prima volta, quattro anni fa, non si è stancata di ripeterle che cantare è una gioia e che quando si sta su un palco prima di tutto bisogna divertirsi e soltanto dopo pensare a piacere al pubblico. Parole sagge che Luna ha dimostrato di aver appreso alla perfezione, come dimostrano tutte le sue performance a X Factor, in particolare quella di giovedì notte, quando sorridendo e con grande grinta ha conquistato il terzo posto nella finalissima del talent show in onda su Sky. E per questo bel risultato un po’ di merito va di sicuro alla sua maestra di canto, la violinista Antonella Marongiu, che nel 2006 a Decimomannu ha fondato l’associazione “Flauto Majico” (omaggio alla passione per Mozart), una scuola di musica e canto che ora può vantare la bellezza di 130 allievi. «Sono tanti, è vero, alcuni arrivano persino da Oristano», ammette lei stessa con fierezza, sapendo anche che sull’onda dell’exploit di Luna il numero tenderà a crescere.

In ogni caso è lei, Antonella, che ha allevato artisticamente la giovanissima star di Uta, ed è naturale che l’altra notte sia stata incollata davanti alla televisione. «Dopo aver notato le sue qualità canore – spiega – le proposi di fare “Sanremo Young”, e anche lì se la cavò bene. Ma il suo sogno era X Factor. Soltanto che per partecipare a una talent show devi per forza aver compiuto sedici anni. Abbiamo atteso gennaio 2018 e poi si è subito iscritta».

Sia sincera, è soddisfatta della prova di Luna?

«Moltissimo. È un terzo posto che vale quanto il primo, non fosse altro perché è il coronamento di un percorso magnifico, una vetrina importante, l’inizio di qualcosa da giocarsi bene. Adesso ci vogliono le scelte giuste».

Quali errori si dovrebbero evitare, secondo lei?

«Non bisogna accontentarsi, perché dopo questi successi improvvisi si rischia una sorta di sindrome d’appagamento. E invece questo è il momento in cui ci si deve impegnare al massimo».

C’è il rischio che si monti la testa?

«Assolutamente no. Luna è di una semplicità, di un’umanità e di una lealtà che non le consentirebbero di rischiare una cosa del genere. E anche la sua famiglia è molto equilibrata, sanno benissimo che la vita è anche altro».

Luna si è divertita come lei le ha sempre chiesto?

«Si è divertita davvero tanto, l’ho vista. Ma è anche una con le idee chiare, secondo me ha dato tutto ed era in gran forma: ottimo controllo del palcoscenico e della tecnica vocale. È importante scendere dal palco contenti di se stessi, senza pensare troppo a compiacere la platea. Per fortuna i pezzi rap che le hanno assegnato le piacciono davvero, altrimenti sarebbe stato un problema. Insomma, Luna è andata alla grande, ma come dicevo: mai accontentarsi».

Che cosa l’ha soddisfatta di più della sua esibizione?

«È stata spontanea in ogni puntata. Ha applicato quello che ci diciamo continuamente a lezione: è bene approfondire la tecnica – e Luna lo fa in maniera quasi maniacale – ma sempre cercando di mantenere la naturalezza. Se il risultato finale non è qualcosa di artefatto a volte ci sta bene anche una piccola imprecisione».

Ma se avesse potuto darle dei consigli in diretta che cose le avrebbe suggerito?

«Nulla, veramente. Credo che abbia applicato molto bene ciò che ci siamo sempre dette». (andrea massidda)

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