La Nuova Sardegna

Sardi e famosi: da Caterina Murino a Gigi Datome, un Natale poco vip

Gabriella Grimaldi e Sebastiano Depperu
Sardi e famosi: da Caterina Murino a Gigi Datome, un Natale poco vip

Natale con i tuoi... Sei un vip, un giramondo, un artista pieno di impegni, uno sportivo stellato ma sei sardo? Allora quel detto non lo puoi proprio ignorare. Almeno, è così a giudicare dai...

22 dicembre 2018
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Natale con i tuoi... Sei un vip, un giramondo, un artista pieno di impegni, uno sportivo stellato ma sei sardo? Allora quel detto non lo puoi proprio ignorare. Almeno, è così a giudicare dai programmi dei nostri famosi. A cominciare dalla sardissima Caterina Murino, attrice di successo cagliaritana con un presente glamour a Parigi, dove vive con il suo compagno.

Tra Parigi e Cagliari

Sarà infatti un Natale tutto sardo quello della protagonista di tante pellicole importanti come, ad esempio, “Casino Royale” nella quale seduce uno 007 affascinante come Daniel Craig. La festa la trascorrerà come sempre con i suoi a Cagliari, fa sapere lei stessa dalla capitale francese, tuttavia sarà un Natale speciale questo del 2018, perché sarà l’occasione di far conoscere la sua terra al suo compagno e ai suoi suoceri. La bella Bond Girl, da Parigi, manda in anticipo gli auguri di un sereno Natale e felice anno nuovo a tutti i lettori della Nuova Sardegna e a tutti i sardi in generale. «Tre francesi alla scoperta dell’isola – racconta – è questo che più mi piacerà del Natale 2018. I miei suoceri, che non conoscono la Sardegna, saranno con me. Quest’anno, dunque, avrò questo regalo e, allo stesso tempo, farò conoscere Cagliari e le nostre tradizioni a tre francesi. Per cui sono molto felice. Quello che mi è sempre piaciuto del Natale è che si tratta di un momento di unione con la famiglia e di riscoperta delle tradizioni». Ma per l’attrice sarda il Natale ha anche un neo, forse l’unico: «I chili di troppo che si accumulano nel periodo delle feste. Ecco, sicuramente quelli sono l’unica cosa negativa del Natale». E a Cagliari, a casa sua, si mangia bene. Come lei stessa racconta. La natività di Cristo si festeggia con un doppio pasto.

Capretto e maialetto

«Sicuramente il 24 notte si fa una bella cena senza pastasciutta, a base di carne. E, poi, il 25 c’è il classico pranzo di Natale. Quindi, per la vigilia, carne di capretto, maialetto arrosto e sa petza imbinada (piatto tipico del sud dell’isola a base di carne cotta nel vino e nell’aceto). Il pranzo del 25 prevede, anche, un po’ di avanzi di quello che non si è mangiatola sera prima. Poi si aggiunge generalmente su succu di Busachi (pasta fatta in casa), o la pasta al forno o i ravioli: dipende da cosa cucinerà mia madre». Quindi a tavola gli ospiti francesi avranno modo di conoscere un aspetto indimenticabile delle tradizioni sarde. Non solo cibo però, Caterina ci tiene a sottolineare la fortuna di aver avuto in dono dei valori dai genitori. «Per me il Natale – spiega la Murino – significa tanto e il suo significato non è cambiato nel tempo. Questo, sicuramente, grazie a mio padre e mia madre che sono riusciti a tenere vivo questo appuntamento così magico per noi quando eravamo piccoli e ora per mia nipotina». Il Natale è l’occasione di stare tutti insieme sotto lo stesso albero decorato da più di 40 anni. Tutto sempre con la stessa atmosfera, con gli stessi rituali che non abbiamo mai abbandonato e che ci rassicurano. Credo di essere fortunata rispetto ad altre persone che incontro e che non hanno avuto l’opportunità di vivere il Natale in questo modo». «Il regalo a cui tengo di più? La conferma di far parte di una famiglia con tradizioni molto forti da tramandare: il Natale è questo, non solo un pacchetto da scartare».

Cordone ombelicale

E se il Natale è d’obbligo in famiglia, il Capodanno è libertà, con gli amici. L’attrice volerà infatti a New York: «D’altronde, a parte quando ero piccolissima e restavo in famiglia, i festeggiamenti per l’anno nuovo li ho sempre fatti con gli amici. Anche i miei familiari si comportano allo stesso modo. Ma il Natale, per Caterina Murino, è e resta «una parte del cordone ombelicale che mi tiene legata alla Sardegna».

È il momento del ritorno a casa anche per altri personaggi che, pur vivendo e lavorando in “Continente” manifestano il bisogno di ravvivare il contatto con la loro terra d’origine. È il caso del regista Antonello Grimaldi, sempre impegnato in nuovi progetti («anche adesso ma non ne posso ancora parlare»).

Relax e affetti

Suoi sono successi cinematografici come il recente “Restiamo amici” e tante serie televisive fra le quali “Il mostro di Firenze” e l’ultima stagione della “Dottoressa Giò”. Vive a Roma da tantissimi anni ma le sue radici a Sassari sono ben salde e profonde. «In realtà, da quando lavoro, e quindi ahimè da ormai molti anni, i dieci giorni intorno a Natale vogliono sopratutto dire per me riposo. Ancora più che fisico, mentale. Un periodo, breve, dove non pensare ai problemi e al lavoro e, naturalmente, vedere parenti e amici che hai voglia di vedere e che riesci ad incontrare sempre meno in altri periodi dell’anno. In due parole: relax e affetti». In effetti è proprio in questo periodo che è facile incontrare questo prolifico regista – e attore in tanti film fra i quali “Il caimano” di Nanni Moretti con cui Grimaldi coltiva da tanti anni una grande amicizia –, in centro a Sassari dove ama farsi passeggiate “prefestive” per incontrare amici che davvero non riesce mai a vedere. Un salto in libreria poi è d’obbligo e lì capita di vederlo intento a fare due chiacchiere o scambiare battute con qualche vecchio conoscente o rispondere alle domande di coloro che ammirano il suo lavoro. Al quesito se c’è qualcosa del Natale che non ama particolarmente risponde deciso: «Non c’è niente nel Natale che mi dia particolarmente fastidio. Anzi, amo molto il clima di convivialità che si crea e che si respira anche per strada, quella specie di rarefatta sospensione dovuta alla fine dell’anno in attesa del nuovo, l’odore della legna che brucia nei caminetti. Ecco, tutto questo mi fa stare bene». Contrariamente al Capodanno a quanto pare. «È un momento dell’anno che francamente odio perché sembra che tutti siano obbligati a divertirsi. Un rituale collettivo nel quale non mi riconosco, preferisco vivere questo passaggio in totale relax.

Pensieri sospesi

Quindi per Antonello Grimaldi i progetti natalizi sono già stabiliti: «Cercherò di sospendere i pensieri, parlerò con gli amici, starò in famiglia. E poi, ci sono tanti film da vedere, libri da leggere e musica da ascoltare...».

E c’è chi, anche se in Sardegna non potrà tornare a causa della sua professione, riesce a ricostruire la sua isola di affetti laggiù dove si trova. È il caso di Gigi Datome, olbiese, campione di basket e capitano della Nazionale che in questo periodo vive nella lontana Istanbul. «Il Natale non è che lo possa sentire proprio pienamente visto che in questo momento mi trovo in un Paese musulmano. Nonostante questo, anche qui l’atmosfera è di festa per l’arrivo del nuovo anno e ci sono luminarie dappertutto. Per fortuna i miei genitori mi raggiungono sempre, dovunque mi trovi, e festeggiamo insieme, mio fratello quando può. È il momento per ritrovare gli affetti, scambiarsi gli auguri e un regalo, che ha il significato di un pensiero per le persone care. Però basta, rischio di scadere nelle banalità», conclude scherzoso Datome.

Luci e canzoni

E invece, ironia della sorte, qualcuno per Natale andrà in vacanza proprio a Istanbul. «Ho preso cinque giorni liberi e voglio tuffarmi nell’atmosfera di questa città multiculturale e vedere come si festeggia il Natale – spiega Roberto Meloni, ardarese, conduttore di successo in Lettonia e fra i protagonisti del reality Pechino Express –. Di Natale amo le luci, il calore, le canzoni, il cercare di fare del bene agli altri. Non amo le spese folli e il consumismo, gli auguri fatti copia e incolla (che riconosco subito) e quelle persone che “devono” essere felici. Per me è un periodo di bilanci dell’anno vecchio e una festa da passare con chi ti vuole bene».
 

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