La Nuova Sardegna

Il Natale di padre Morittu: sarò in comunità con i ragazzi che rinascono

Il Natale di padre Morittu: sarò in comunità con i ragazzi che rinascono

«Pensiamo al presepe come lo vedeva Francesco D’Assisi: l’emblema della povertà, l’immagine di una realtà sconquassata come quella che stavano vivendo due profughi come Maria e Giuseppe. Ma è allo...

22 dicembre 2018
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«Pensiamo al presepe come lo vedeva Francesco D’Assisi: l’emblema della povertà, l’immagine di una realtà sconquassata come quella che stavano vivendo due profughi come Maria e Giuseppe. Ma è allo stesso tempo il simbolo della ri-nascita». Una personale rinascita è ciò che Salvatore Morittu, francescano fondatore della associazione Mondo X e della comunità di recupero S’Aspru, si augura per la festa “massima” dell’anno. «È una proposta, un’urgenza più che altro – dice –, che vale anche per gli atei. È necessario rinnovare le motivazioni per fare di più di ciò che si è fatto finora». Dal suo particolarissimo punto di osservazione pensa in particolare alle famiglie di oggi.

«L’adulto – continua – non deve delegare la promozione del futuro, la speranza da trasmettere ai nostri ragazzi che invece spesso si trovano alle prese con genitori distratti. Ecco che prende il sopravvento l’idea del consumo per sostituire qualcosa di diverso che non si riesce a mettere a fuoco con il cuore. Ecco, è proprio questo elemento che amo poco del Natale: la possibilità che diventi la giornata più triste dell’anno nella quale si assiste al vano tentativo di recuperare brandelli di festa ma senza che ci sia un vero senso».

Padre Morittu la vigilia del 24 e il giorno di Natale li trascorrerà con i ragazzi della comunità. «Sono i drogati – dice senza mezzi termini – ad avermi insegnato negli anni queste cose e anche tanto altro. Che ciascuno, anche nelle condizioni meno fortunate, può trovare valide motivazioni per riprovarci. Proprio il giorno di Natale, lontano dalle loro famiglie si rigenerano, rinascono e recuperano quel senso di famiglia che si è appannato. È una rivincita sulla sofferenza la loro, e standogli vicino questa speranza si avverte tangibilmente».

Quindi starà lì, nella sua “casa” di S’Aspru, con i suoi particolarissimi figli, fratelli, amici dove tutti insieme prepareranno la cena e il pranzo all’insegna della semplicità e dell’allegria. (g.g.)

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