La Nuova Sardegna

Capodanno ad Alghero: «Sarà grande festa Balleranno genitori e figli»

di Giovanni Dessole
Capodanno ad Alghero: «Sarà grande festa Balleranno genitori e figli»

I dettagli del Deejay Time: il porto diventerà un gigantesco music club con la musica degli Anni Novanta

24 dicembre 2018
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SASSARI. Albertino, Fargetta, Prezioso e Molella saranno gli attesi protagonisti del capodanno algherese con il loro Deejay Time Reunion, una piccola grande rivoluzione partita da lontano e ormai di casa sulla Riviera del Corallo. Quattro moschettieri della consolle, uno per tutti tutti e a parlare (per tutti) è Albertino, icona della radio italiana e fresco di incarico alla direzione artistica di M2O.

«Penso che per Alghero fare una scelta di questo tipo sia segnale di grande modernità, voglia di allinearsi a ciò che accade in tutto il mondo con la figura del dj sempre più assimilata a quella delle rock star – spiega -. Non vorrei essere frainteso: non voglio paragonarmi a un musicista con anni di conservatorio alle spalle, a chi ha scritto canzoni bellissime. Ho troppo rispetto per gli artisti e le band. I dj però, in questo momento, sono una opportunità di coinvolgere e fare spettacolo, come nel nostro caso».

La città di Alghero, fra fine anni Novanta e inizio del nuovo millennio, ha puntato decisa sul capodanno di Sardegna in piazza. Dopo circa 20 anni una rivoluzione ha trasformato il porto cittadino in un grande music club all'aperto, grazie all'impegno di Comune, Fondazione Alghero e Unconventinal Event, agenzia organizzatrice dell'evento. Albertino & Co. sono un po' il simbolo di questa rivoluzione: «Noi siamo dei pionieri in questo mondo, tante volte abbiamo fatto questo tipo di cose in grandi spazi, cercando di proporre una serata che fosse un vero e proprio show, non solo un dj set anni novanta – dice Albertino -. Nel 1994 abbiamo riempito Assago quando ancora non esisteva nel mondo il fenomeno dei dj. Oggi ci piace riproporre il format Dj Time con noi quattro in una formula moderna, con l'ausilio di una straordinaria produzione visual e la tecnologia a supporto».

Dalla musicassetta al compact disc alle chiavette usb: come cambia il vostro pubblico di riferimento?

«Abbiamo una proposta trasversale, che si presta ad essere raccontata alle piazze e in manifestazioni cui prendono parte tante persone appartenenti a diverse generazioni. Con una serata di sola tecno, house o genere specifico, rischieremmo di sbagliare collocazione. Il nostro show è per tutti, tutti cantano e si divertono. Abbiamo adattato a sonorità attuali canzoni del passato che conoscono tutti. Musica da disco in piazza, potrebbe sembrare strano e invece non lo è. Di date ormai ne abbiamo fatte tante, ma quello che ho visto negli ultimi anni con Dj Time sono proprio genitori, che erano ragazzi negli anni Novanta e figli che si divertono sotto il palco. Questo è rivoluzionario».

Il cambio generazionale ha mutato il vostro approccio?

«Il nostro approccio è rimasto drammaticamente uguale Quando ci facciamo un selfie ci rendiamo conto di essere già diventati vecchi e brutti. Per fortuna ci guardiamo con spirito carico di entusiasmo, goliardia e molta ironia. Non ci siamo mai presi troppo sul serio. Ci divertiamo da matti, pur essendo molto professionali».

La radio, invece, quanto è cambiata?

«Il panorama radiofonico si è un pochino omologato. Ci sono radio che ottengono risultati ma hanno pochi contenuti. Grosse aziende che mirano a fare grandi ascolti, potendo contare su dj professionali e bravi. Il mio modo di vedere la radio è diverso, può piacere o no. Ho accettato anche la sfida di M2O perché mi manca qualcosa da sentire: una realtà più piccola che però può sperimentare, proporre un po’ di musica diversa e una conduzione diversa, scoprendo magari qualche nuovo talento. In generale le radio vanno bene, per fortuna. Ma raramente succede qualcosa che cattura l'attenzione. Rarissime le rivoluzioni. Penso al fenomeno Dj Time, allo Zoo di 105. Ecco, Cruciani forse è una novità».

Il rapporto con l'isola?

«La Sardegna la conosco bene, ci vengo in vacanza da anni. Ad Alghero ho fatto un paio di serate anni Novanta, stavolta arriveremo prima e vedremo di scoprirla.Il mare, la vegetazione, c’è un profumo unico quando sbarchi, forse voi sardi non ve ne rendete conto, è straordinario».
 

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