La Nuova Sardegna

Capodanno in piazza, tutto iniziò ad Alghero

Capodanno in piazza, tutto iniziò ad Alghero

Nell’isola (ma con grande probabilità anche in Italia) il primato cronologico per l’organizzazione di grandi eventi pubblici l’ultimo giorno dell’anno spetta senza discussioni alla Riviera del Corallo

29 dicembre 2018
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Il rock di Gianna Nannini a Castelsardo, la reunion di quattro celeberrimi deejay italiani come Albertino, Fargetta, Molella e Prezioso ad Alghero, poi i giovani e talentuosi Måneskin a Olbia, il poliedrico Mannarino a San Teodoro, il Formentera tour di Radio 105 a Oristano e infine a Cagliari gli intramontabili Subsonica. Per il ventitreesimo anno consecutivo la Sardegna si appresta a festeggiare in piazza la notte di San Silvestro e se il tempo sarà clemente migliaia di persone prenderanno d’assalto il centro delle città che hanno deciso di puntare sui concerti all’aperto. In fondo si parte da un principio base della vita: l’allegria è contagiosa, e quando si è felici e si brinda in tanti tutto sembra molto più bello.

Nell’isola (ma con grande probabilità anche in Italia) il primato cronologico per l’organizzazione di grandi eventi pubblici l’ultimo giorno dell’anno spetta senza discussioni alla Riviera del Corallo. Fu infatti l’Azienda autonoma di soggiorno e turismo di Alghero, nel lontano 1996, a inventarsi il Cap d’Any, che poi è il nome catalano del capodanno. La formula? Semplice semplice (a parole e con il senno di poi, ovviamente) e che a ben vedere risulta vincente ancora oggi: un palco riempito con musicisti e deejay capaci di richiamare molto pubblico. «L’artista che scegliemmo per la primissima edizione fu Piero Marras – ricorda Antonio Costantino, allora commissario dell’Aast, coaudiuvato da Mario Sari e dal compianto Franco Serio – mentre come spazio optammo per la centrale piazza Sulis. Avevamo preparato tutto con molta cura promuovendo il programma in Europa – aggiunge – e devo riconoscere che fummo premiati dal pubblico: un successo che andò ben oltre le più rosee aspettative, con carovane in arrivo da tutta la Sardegna ma anche stranieri sbarcati qui quando non esistevano ancora le compagnie aeree low-cost».

E dire che tutto era nato sulla scia di un’altra iniziativa che ad Alghero avevano studiato per portare turisti nella Riviera in bassa stagione: Tres dias a l’Alguer. «Si trattava di un accordo con Alitalia – spiega ancora Antonio Costantino – che prevedeva sconti speciali per chi sceglieva di passare un weekend invernale da noi. Ma dallo sconto erano esclusi i giorni festivi: serviva un’altra idea forte».

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