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Pompei, nuova meraviglia: un affresco con due gladiatori

Pompei, nuova meraviglia: un affresco con due gladiatori

POMPEI. Due gladiatori al termine del combattimento, l'uno vince l'altro soccombe. È la scena dell'ultimo affresco rinvenuto a Pompei nell'area di cantiere della Regio V, nell'ambito dei lavori di...

12 ottobre 2019
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POMPEI. Due gladiatori al termine del combattimento, l'uno vince l'altro soccombe. È la scena dell'ultimo affresco rinvenuto a Pompei nell'area di cantiere della Regio V, nell'ambito dei lavori di messa in sicurezza e rimodulazione dei fronti di scavo, previsti dal Grande Progetto Pompei. Il Venerdì di Repubblica ha anticipato ieri nella storia di copertina le prime immagini.

«Una scoperta senza precedenti degli archeologi di Pompei che per la prima volta dal 79 d.C. scavano in un'area mai indagata fino a oggi. Una meraviglia che tutto il mondo ammira», ha detto il ministro per i Beni e le attività culturali e per il Turismo, Dario Franceschini.

«Si tratta della scena di un combattimento tra un Mirmillone e un Trace, due tipologie di lottatori distinti da armature differenti e classici avversari nelle lotte gladiatorie», si legge nel sito del ministero dei Beni Culturali».

L'affresco di circa 1,12 x 1,5 metri, rinvenuto in un ambiente alle spalle dello slargo di incrocio tra il vicolo dei Balconi e il vicolo delle Nozze d'Argento, ha forma trapezoidale, in quanto era collocato nel sottoscala, forse di una bottega. Si intravede al di sopra della pittura, l'impronta della scala lignea. Molto probabilmente decorava un ambiente frequentato da gladiatori, forse una bettola dotata di un piano superiore, destinato ad alloggio dei proprietari dell'esercizio commerciale o come di frequente, soprattutto vista la presenza di gladiatori, destinato alle prostitute.

«Il sito archeologico di Pompei, fino a qualche anno fa, era conosciuto nel mondo per la sua immagine negativa: i crolli, gli scioperi e le file dei turisti sotto il sole. Oggi è una storia di riscatto e di milioni di turisti in più. Oggi è un sito accogliente, ma soprattutto è un luogo in cui si è tornati a far ricerca, attraverso nuovi scavi. La scoperta di questo affresco dimostra che davvero Pompei è una miniera inesauribile di ricerca e di conoscenza per gli archeologi di oggi e del futuro», dice il ministro Franceschini.

«In questo affresco, di particolare interesse è la rappresentazione estremamente realistica delle ferite, come quella al polso e al petto del gladiatore soccombente, che lascia fuoriuscire il sangue e bagna i gambali – dichiara Massimo Osanna, direttore generale del parco archeologico di Pompei –. Non sappiamo quale fosse l'esito finale di questo combattimento. Si poteva morire o avere la grazia. In questo caso c'è un gesto singolare che il trace ferito fa con la mano, forse, per implorare salvezza; è il gesto di ad locutia, abitualmente fatto dall'imperatore o dal generale per concedere la grazia».



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