La Nuova Sardegna

Biasi, Melis e Tavolara: l’arte sarda fra moda e design

di Luisa Satta

Il loro genio in una collezione limitata di foulard ispirati al Novecento dell’isola Giovedì la presentazione del progetto di Rinaldo Bagella firmato da Paolo Curreli

15 ottobre 2019
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SASSARI. Tradizione, design, moda, tele d’autore: nasce da un mix inconsueto la nuova collezione di foulard in edizione limitata che il brand “Bagella abbigliamento sardo” presenterà giovedì alle 20 nel concept store di Corso Vittorio Emanuele. Il primo evento di stagione della bottega storica Bagella dal titolo: ‘900 Sardo è un omaggio a tre grandi artisti che hanno dato un’impronta significativa al secolo scorso: Giuseppe Biasi, Melkiorre Melis ed Eugenio Tavolara, interpretati dalle esplorazioni grafiche di Paolo Curreli. La serata sarà introdotta dalla storica dell’arte Giuliana Altea che illustrerà alcuni aspetti legati all’opera dei tre artisti sardi e al periodo storico in cui realizzarono le loro produzioni. La serata sarà accompagnata da una degustazione di vini offerta dalla cantina “Viticoltori di Romangia”.

«Questo lavoro nasce da un desiderio autentico quello di raccontare le nostre radici sarde – dice Rinaldo Bagella– a cui siamo molto legati, di riscoprirle, rileggerle attraverso nuove prospettive. Da sempre condivido con Paolo Curreli una predilezione per l’aspetto esoterico e magico del nostro patrimonio archeologico, artistico ed etnico e da tanti anni avevamo in mente di realizzare insieme un lavoro che mettesse insieme le sue competenze di grafico e appassionato cultore dell’arte e la mia esperienza nel ramo dell’abbigliamento e dei tessuti».

Dal sogno di due amici nasce ora questo progetto inconsueto che propone una collezione di quadri d’autore da indossare come capi d’ abbigliamento. A tiratura limitata “900 sardo” mette insieme 12 pezzi per ogni soggetto e varietà di colore. «La nostra vuole essere una visione colorata, fiabesca e glamour della Sardegna – dice Curreli – lontana dallo stereotipo della “dignitosa tristezza” a cui viene spesso associata l’isola. Al tempo stesso rappresenta la riproposta di una collaborazione, già esistente a Sassari nel secolo scorso, tra creatività, commercio e industria».

I foulard dedicati a Melkiorre Melis propongono una visione decò dell’opera dell’artista. «In lui non vedo niente di arcaico – prosegue Curreli – vedo un grafico attento alle tendenze più cool dell’epoca che si specchia nell’affascinante sguardo arcigno di queste donne, forse maghe o regine, vampire aristocratiche». Un’onda scura, sexy e inquietante emerge in questo lavoro costruito su un melange di violetti e celesti, grigi e indaco, angoli acuti e campiture compatte.

Il foulard ispirato all’arte di Giuseppe Biasi evoca invece il periodo del secessionismo sardo «Mi hanno intrigato i movimenti del pennello – prosegue Curreli – il segno del grande pittore. Il mondo della secessione è libero e colorato, non c’è niente di didattico o educativo nella sua arte, c’è solo fiaba e sogno in questo Biasi che ho voluto ricordare. Avrà tempo l’artista di dedicarsi in seguito alla tavolozza scura della guerra, piena di mortali presagi». Tutta la genialità di Eugenio Tavolara emerge infine fra «Tradizione e design: c’è tutto fuorché provincialismo in questo lavoro che rappresenta bene l’anima del nostro progetto – conclude Bagella – si coglie la fantasia degli anni ’50 e l’innovazione dei primi ’60. Tutto è felice, la guerra è passata, l’ottimismo dilaga in geometrie semplici e allegre. Si scopre un mediterraneo a tratti nordico denso di contrasti e sguardi lanciati oltre ogni confine».



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