La Nuova Sardegna

Lite sulle opere di Maria Lai «Potrà usarle solo la nipote»

di Mauro Lissia
Lite sulle opere di Maria Lai «Potrà usarle solo la nipote»

Un’ordinanza del tribunale civile mette fine alla disputa con la Arte Duchamp Ritirate le copie di un libro sull’artista di Ulassai: l’unica erede è Maria Sofia Pisu 

18 ottobre 2019
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CAGLIARI. C’è solo una persona al mondo che ha diritto di riprodurre, diffondere e sfruttare dal punto di vista commerciale le opere di Maria Lai, la grande artista morta a Cardedu il 16 aprile di sei anni fa: questa persona è l’erede universale indicata nel testamento, la nipote Maria Sofia Pisu. A confermarlo in queste ore è il giudice Enzo Luchi, della sezione del tribunale civile di Cagliari specializzata nel diritto d’impresa, che in un’ordinanza di undici pagine fitta di richiami al diritto d’autore ha disposto con criteri d’urgenza che la Arte Duchamp e la Grafiche Pisano siano «inibite dall’ulteriore pubblicazione in qualunque forma e a qualsiasi titolo del volume “Il dio distratto”, il ritiro dal commercio di tutti i volumi diffusi e che insieme ad altre disposizioni accessorie le due società paghino alla professoressa Pisu spese per 4.783 euro in attesa dell’eventuale decisione sul merito. Il giudice ha accolto integralmente il ricorso presentato dagli avvocati Giancarlo Mereu e Stefano Astorri mettendo la parola fine, almeno temporaneamente, a una controversia che si trascinava dall’8 novembre 2016, quando l’erede unica di Maria Lai aveva diffidato formalmente l’amministratrice di Arte Duchamp Angela Grilletti a interrompere la pubblicazione del libro, dove venivano proposte numerose riproduzioni fotografiche delle opere dell’artista a un prezzo di copertina di 80 euro.

Secondo i legali della Pisu è vero che la Arte Duchamp era stata titolare di un accordo con Maria Lai che prevedeva l’uso commerciale di alcune opere, ma è vero anche – così hanno sostenuto i legali nel ricorso al tribunale – che era stata proprio l’artista a sollecitare con due note datate 2010 e 2011 la restituzione di tutte le opere affidate per mostre, vendita e altre attività fino alla revoca di ogni incarico conferito alla Grilletti. Non solo: con una lettera del 22 gennaio 2014 Maria Sofia Pisu aveva invitato la Arte Duchamp e consegnare «l’elenco dettagliato di tutte le pubblicazioni effettuate dalla Duchamp edizioni, contenenti opere (immagini, scritti e altro) dell’artista Maria Lai e su qualsivoglia di supporto e formato». Ed è stato in quell’occazione – cosi scrivono i legali nel ricorso al tribunale civile – che la Arte Duchamp è stata invitata a esibire «eventuali contratti di edizione sottoscritti dall’artista, in mancanza dei quali l’attività editoriale sarebbe dovuta cessare immediatamente e così pure qualsiasi attività di vendita o cessione a qualsiasi titolo di pubblicazioni contenenti opere dell’artista o che facessero riferimento alla medesima». La società amministrata da Angela Grilletti però non avrebbe prodotto nella vertenza davanti al tribunale alcuna prova degli incarichi ricevuti, mentre la Arti Grafiche Pisano si è difesa spiegando di essersi limitata al lavoro di stampa del libro senza immaginare che l’operazione editoriale stesse andando avanti senza l’autorizzazione di chi era in possesso dei diritti. Peraltro il volume – hanno spiegato i titolari della società – era già alla seconda ristampa senza che la prima avesse sollevato contrasti.

Nell’ordinanza il giudice Luchi ha ribadito che in base all’articolo 110 della legge sul diritto d’autore «la trasmissione dei diritti di utilizzazione deve essere provata per iscritto» e che in mancanza di quella prova la sola titolare dei diritti resta l’erede dell’autrice fino a settant’anni dopo la sua morte. Da qui la decisione – per ora soltanto cautelare – di bloccare la vendita e la distribuzione di “Un dio distratto” e di ritirarne dal commercio tutte le copie diffuse dall’editore.

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