La Nuova Sardegna

Intrighi e segreti con terrazza sul mare

di Giacomo Mameli
Intrighi e segreti con terrazza sul mare

Esce “La casa degli specchi”, nuovo libro di Cristina Caboni: una donna coraggiosa e un cadavere sullo sfondo di Positano

20 ottobre 2019
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Dopo aver volato e goduto tra profumi e giardini, rilegatrici e custodi di miele, api e tessitrici, avrebbe potuto svelarci i retroscena del Russiagate con Donald Trump invischiato fino al collo tra servizi segreti italiani e la Cia passando per Mosca e Washington. Ma si sarebbe potuta spingere anche nei più recenti scandali finanziari della Gendameria vaticana o sulla guerra in atto sotto il Califfato sanguinario di Recep Tayyip Erdoğan. Perché nel libro “La casa degli specchi” (Garzanti, pagine 262, euro 18.60) di Cristina Caboni, mamma felice di tre figli e moglie di un marito creativo come pochi, si raccontano storie più vere che fantasiose. Con spie russe che hanno vissuto negli States, si snoda il tentato omicidio col gas nervino di un agente segreto e della figlia Julia. Dice: «Mi sono ispirata a figure reali di agenti segreti, personaggi della cronaca 2019». Su un foglietto bianco a bordi rosa (le è servito da traccia) Cristina mostra i nomi di Tim e Alex Foley scritti a mano e che ritroviamo in un popolarissimo “The Americans” sfondatore di auditel. La spy story col Cremlino sullo sfondo svela le mosse di Maurizio Paolo Bianchi e Alexander Yeryevich e via intrigando. Libro dei due mondi con vicende a Roma e Positano, la Cinecittà degli anni della Dolce vita, una costiera che diventa luogo dell'anima e molta America. E così la nuova opera va ad aggiungersi alle 340 mila copie già vendute in Italia, idem in Germania per non parlare di altri Paesi non solo europei.

Un genere nuovo? Pagine da thriller o di quella crime fiction che oggi spopola perché ondeggia tra il noir e il poliziesco, generi amatissimi dai lettori? «No, pagine di cronaca e di storia, fatti reali dove c'è anche spazio per la fantasia», spiega la scrittrice prima di partire per la Sicilia (presentazioni a Palermo, Milazzo, AciCastello e Modica) per poi tornare in Sardegna (è attesa a Macomer, Pula, Olbia e Cabras, poche sere fa era a Cagliari alla Fondazione di Sardegna con Paolo Lusci che la intervistava).

Il taglio di questo volume con “donne sempre coraggiose” è di fattura nuova con la costante di una scrittura sempre godibile e terapeutica. Nuova è la casa dove Cristina abita da un mese dopo essersi trasferita da San Sperate al paese del marito, Decimomannu, rione Le Aie. E di nuovo c'è soprattutto un personaggio maschile che compare quasi per la prima volta nella vastissima produzione letteraria (è in cantiere un altro romanzo, uscirà nel prossimo autunno, sempre per Garzanti).

Con quale tema?

«Top secret. Non per scaramanzia, perché se la traccia l'ho già chiara, tutto può cambiare in corso di scrittura. Mi piace essere contemporanea degli eventi, della cronaca».

Per rispettare la cronaca, ha letto degli ultimi due Nobel?

«Sì. Conoscevo la scrittrice polacca Olga Tokarczuk: è davvero molto contemporanea per il suo taglio di scrittura intimistico, assai curato, riga dopo riga emerge una vera artista. Affiora anche un fatto inequivocabile con la sua eccentricità che diventa un pregio. Credo che per raccontare ogni tipo di realtà si debba essere anche diversi. Olga ci riesce, cattura il lettore. C'è l'uso sapiente delle parole. Basta leggere l'incipit del romanzo I vagabondi. Un attacco che ti rapisce».

Quella dei Nobel 2019 è stata scelta politica pro Europa?

«Parlo di Olga Tokarczuk. Il suo nome non era tra i più blasonati e i più attesi. Era un'insospettabile. La giuria ha valutato il suo saper raccontare storie. C'è molta umanità in tutti i personaggi e portano il lettore alla riflessione. Premio all'Europa? Premio al buon narrare che resta un valore universale».

In questa sua “casa degli specchi” rapiscono anche i personaggi di un'abitazione con terrazza sul mare. È intrigante la figura centrale maschile, quella di nonno Michele.

«È un protagonista dominante su tutto il libro. È un nonno che insegna alla nipote Milena che l'amore e la bellezza sono ingredienti indispensabili per la felicità. Ma questa non è l'unica figura maschile: ci sono il maresciallo dei carabinieri Federico Morra, c'è Gabriel Perkins avvocato americano».

Milena è una nipote ribelle?

«Il nonno non la plasma, è rispettoso, più di altri può comprendere e sopportare. Milena vede nel nonno un idealtipo mentre suo padre desidera per lei cose che Milena non apprezza. Si laurea in Economia solo per fare un piacere al genitore. Ma si rende conto che i sogni erano ben altri. C'è maggiore feeling col nonno. Anche quando sopraggiunge una forma di Altzheimer che modificherà i rapporti in famiglia».

A un certo punto lei si chiede se Milena sia “il prodotto di un inganno ben orchestrato”

«Milena è una donna moderna, piena di dubbi ma anche decisa come sta diventando oggi la donna nel mondo. Lei vive nel dubbio, che quasi la fortifica perché prima di decidere ragiona, pondera».

A un certo punto c'è di mezzo anche un cadavere.

«C'era di mezzo una buca scavata in un giardino e il rinvenimento, come si può dedurre, è davvero macabro come ogni cronaca insegna non solo da oggi. Per me è stato un trauma perché pensavo a come avrebbero reagito i lettori, era la prima volta che mi misuravo con un episodio tragico. E soprattutto sapevo dentro di me che non volevo assolutamente scrivere un giallo. Il risultato è nelle pagine affidate ai lettori e alla critica».

Emerge ancora una volta, come detto, la sua passione per la costa amalfitana.

«È la costa amata dalla Roma del periodo di Dino De Laurentis e altri grandi registi e attori come Marcello Mastroianni o Monica Vitti. Ho visto una casa sul mare e che si proiettava su un esteso limoneto, la stessa riviera diventata familiare al mondo del cinema. La zona di Positano è anche l'unico luogo dove l'inquieta Milena si senta a casa perché lì, tra tanti specchi, è diventata donna in compagnia del nonno Michele. Quegli specchi sono quasi delle radiografie, lì lei vede se stessa e ci legge l'anima, calibra le passioni, valuta chi la circonda. Milena ha attenzione verso i dettagli, verso l'ambiente, il mare è una culla capace di liberarla. Il mare la mette anche in guardia, le insegna il rispetto».



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