La Nuova Sardegna

Sole, mare e colesterolo: le vacanze dei sassaresi negli Anni 60

di Luigi Soriga
Il lido Iride in una foto d'epoca (dal sito https://www.sassari900.it/)
Il lido Iride in una foto d'epoca (dal sito https://www.sassari900.it/)

Il menù del 16 agosto 1960 nel locale più "cool" di Platamona: gnocchetti alla bolognese, ossibuchi, risotto ai funghi e "creme caramelle". Una lista capace di mettere a dura prova gli apparati digerenti più allenati

20 ottobre 2019
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SASSARI. In quegli anni non c'era Masterchef, e il cooking show era affidato alle ricette unte ben condite dal dialetto casereccio di Sora Lella. «Boni sti peperoni, vero Gigè?». Anche a Sassari, nei primi anni Sessanta, i ristoranti non erano esattamente tra i più raffinati. L'imprinting di Sora Lella si spalmava su estetica e impiattamento. Insomma, «si mangiava bene in due o tre posti - raccontava il professor Brigaglia - ma nessuno poteva definirsi elegante». Diciamo che Alessandro Borghese per menù, location e servizio, non avrebbe ribaltato il risultato: voto 5 e resta 5.Il Nuovo Lido Iride affacciato sul mare di Platamona dietro una grande vetrata accarezzata dal vento salmastro, fu una minuscola oasi di raffinatezza.

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Almeno per quei tempi, perché a scorrere il menù adesso, Cannavacciuolo e Barbieri avrebbero avuto un coccolone. Sulla copertina la data impressa in alto a destra recita: 16-8-1960. Quindi giorno dopo ferragosto, presumibilmente 30 gradi all'ombra. E cosa si può ordinare di meglio se non un rinfrescante consommè di tortellini alla modica cifra di 180 lire? Altrimentiuna sfilza di primi per restare leggeri. E rigorosamente piatti tipici, cucina locale a km zero: tortellini alla bolognese (250 lire), fettuccine alla bolognese (250 lire), e finalmente un temerario mashup sardo emiliano con gnocchetti sardi alla bolognese (200 lire). Se il cuoco voleva mascherare le proprie origini, quel menù suggerisce una certa area di provenienza. Sempre consigliato per un'assolata giornata estiva, c'è un ottimo risotto con i funghi a 250 lire. Non resta che immergersi nell'unica proposta marina: vermicelli alla vongole (230 lire).Ma il bello arriva con i piatti del giorno, particolarmente indicati per chi, subito dopo il pranzo, vorrebbe fare un tuffo refrigerante nelle acque del Golfo: ossi buchi alla lombarda, 350 lire e tempo di digestione 4 ore e mezza.

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Eppure, sedersi ai tavoli dell’Iride, equivaleva a una prova tecnica di eleganza. Il gestore Fulvio Marini riuscì a trasformare quelle dune di sabbia popolate dai mangiatori di lumache, in un elegante salotto a bordo mare. Uno status symbol per la buona borghesia urbana. Insomma dal 1956 in poi il Lido Iride spuntò dalla modernità del commendator Pani e dall’intraprendenza del sindaco Oreste Pieroni, come un'oasi nel deserto, e insegnò ai sassaresi che il mare poteva essere assaporato diversamente.

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Con la musica dei grandi artisti, come Claudio Villa, Nilla Pizzi, Teddy Reno, le serate con Mike Bongiorno, il Mago Zurlì. Ma anche con le grandi orchestre, come quella Perez Prado, e i suoi assoli singhiozzanti di tromba in salsa sudamericana. O, sempre a proposito di filiera musicale corta, i tramonti potevano essere degustati in compagnia dei complessi di casa, e il più amato a Sassari era quello «Swing» del maestro Francesco Serra, con il popolare trombettista Fausto Orizi e l'indimenticabile Pietro Scano.

E mentre il fornello del bar cucinava il “Capriccio”, la pista da ballo rosolava a fuoco lento gli amori estivi. Ma anche il forno del ristorante, tra musica e sole, macinava a pieno regime. Sempre il 16 agosto, e sempre per la serie diete per stomaci ben foderati, lo chef inserisce nelle proposte del giorno il roast beef a 400 lire, la noce di vitella al forno (400 lire), la paillard di vitella, la lombatina alla griglia e bocconcini di vitella con funghi (500 lire). Sfortunatamente era stato depennato l’arrosto di vitello alla Viennese, ma, come già detto, ci si poteva consolare con gli ossi buchi alla lombarda.

Invece, tra la rosa dei contorni, circoletto rosso sui peperoni al pomodoro. Chi non se la sentiva di osare tanto, poteva ripiegare sui funghi trifolati (250 lire), l’evergreen delle patatine fritte (120 lire) e l’insalata capricciosa.

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Per fortuna che, in un ristorante apparecchiato sulla spiaggia, lo chef ha pensato di inserire anche i piatti di mare. La scelta però è striminzita: un antipasto da 300 lire. E poi lo spiedino di gamberi arrosto (500 lire) e, per i palati più esigenti, l’aragosta abusata con la maionese e l’olio. Per i tradizionalisti, invece, fritto di gamberi (450 lire) e il trancio di dentice arrosto (500 lire).

Ciò che però stupisce nella filosofia culinaria del Lido Iride targato anni Sessanta, è la profonda attenzione alle tradizioni enogastronomiche locali, e la loro puntuale valorizzazione. La carta dei vini è esemplare: recita: «vini locali» 300 lire. E poi «vini pregiati», con prezzo che varia a seconda della qualità. Come dire: le produzioni delle cantine di Sorso, Sennori, Usini, vanno bene per i gargarismi. Ma per assaporare un buon rosso o un ottimo bianco, meglio guardare a ben altri lidi. Anche sui formaggi la sardità latita: vai col provolone a 180 lire, o con la fontina o con il grana. Pecorino nemmeno a nominarlo. Giusto un dolce sardo a 180 lire. Invece nel menù spumeggiano incontrastate, a 80 lire il litro, le bollicine del l’acqua minerale San Martino.

Gran finale con la macedonia o l’ananas al maraschino, e tra i dolci tipici locali non poteva mancare un “creme caramelle” dop. Quindi tirando le somme, una buona forchetta, il 16 agosto 1960, trenta gradi all’ombra, per un pasto squisitamente estivo, avrebbe potuto ordinare: risotto a i funghi, ossi buchi alla lombarda, peperoni al pomodoro, fritturina di gamberi, assaggio di provolone, una schifezza di vermentino di Sorso, ananas al maraschino e dulcis in fundo creme caramelle, caffè e il conto. Risultato: Coleresterolo + 10.000, trigliceridi + 150.000, tempo di digestione stimato: due settimane.


 

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