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Alghero, le certezze dell’Asl: «Un nuovo ospedale entro 4 o 5 anni»

di Andrea Massidda
Alghero, le certezze dell’Asl: «Un nuovo ospedale entro 4 o 5 anni»

Ieri conferenza del direttore generale Marcello Giannico. I soldi ci sono (dimezzati a 40 milioni) e anche il progetto

15 aprile 2012
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ALGHERO. In tempi di crisi economica e di tagli generalizzati, soltanto immaginare la costruzione di un nuovo ospedale può sembrare un sogno ad occhi aperti. E invece, con un po’ di buona volontà politica, ad Alghero quest’idea apparentemente da visionari potrebbe trasformarsi in realtà nel giro di quattro o cinque anni. I soldi, anche se dimezzati rispetto agli 80 milioni di euro che la giunta Soru aveva previsto nel programma attuativo Fas 2007-2013, ci sarebbero pure. Così come ci sarebbe un progetto già bello e pronto - quello utilizzato a San Gavino - da importare nella zona della Taulera, dove il Comune ha trovato lo spazio adatto per realizzare la struttura. È quanto è emerso ieri mattina alla facoltà di Architettura durante un dibattito organizzato da un comitato a sostegno della sanità cittadina, primo appuntamento pubblico nel quale si sono confrontati su un tema specifico tre dei quattro candidati alla fascia tricolore: Stefano Lubrano, Francesco Marinaro e Maria Grazia Salaris, divisi sull’attribuzione delle responsabilità dell’emergenza sanitaria locale, ma concordi sul fatto che il territorio ha davvero bisogno di un nuovo ospedale. Esigenza espressa davanti al direttore generale della Asl 1 Marcello Giannico, che dopo aver elencato risultati e propositi dell’azienda per far fronte ai problemi che affliggono il Civile e il Marino, ha ascoltato le istanze prendendo appunti. «Presto arriveranno i macchinari per la Tac e per la risonanza magnetica - ha assicurato il manager - e sarà attivato un punto prelievi in via Degli Orti. Per quanto riguarda l’apertura di un reparto di lungodegenza, invece, non posso far altro che sollecitare la Regione, perché certe decisioni si prendono soltanto a Cagliari».

A introdurre la discussione è stata tuttavia Domenica Casu, primario di Nefrologia e Dialisi, ma anche presidente del comitato organizzatore. «Due ospedali separati da poche centinaia di metri - ha detto - generano enormi sprechi e in prospettiva sono condannati a chiudere. Anche perché il deficit procurato da questi nosocomi distinti e distanti sarà di gran lunga superiore ai costi standard che la crisi e il federalismo fiscale imporranno». Sostanzialmente dello stesso avviso anche Elio Manca, direttore sanitario del presidio algherese. In fondo persino il Piano sanitario regionale valuta in positivo la possibilità di costruire nuove strutture secondo i più moderni canoni dell’edilizia sanitaria, mentre in qualche modo boccia le ristrutturazioni, troppo spesso inefficaci.

E la posizione dei tre candidati? Per Maria Grazia Salaris, sostenuta da Api e dalla lista civica Diversamente Alghero «il controllo della sanità andrebbe tolto alla politica e consegnato a tecnici capaci di reperire risorse comunitarie». Parole che però non convincono Stefano Lubrano, in campo per il centrosinistra. «La politica - ha replicato - aveva fatto un passo decisivo trovando con Soru i soldi necessari, poi un’altra politica quei denari li ha persi. A San Gavino hanno fatto le barricate per il nuovo ospedale, qui siamo rimasti a guardare». Per Francesco Marinaro (Terzo Polo allargato) serve un fronte comune. «Lasciamo perdere le polemiche, la storia degli 80 milioni è ormai acqua passata: combattiamo assieme per ottenere il risultato».

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