La Nuova Sardegna

Alghero

Marito e moglie per avere la cittadinanza: 11 imputati

di Elena Laudante
Marito e moglie per avere la cittadinanza: 11 imputati

Niente amore ma solo una compravendita dietro molti matrimoni misti celebrati dal 2005 al 2010 ad Alghero tra sardi ed extracomunitari

04 maggio 2012
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ALGHERO. Facile pensare a un’agenzia matrimoniale, o al salotto di Marta Flavi dove s’incontravano cuori infranti. Di fantasia limitata anche il nomignolo attribuito dagli investigatori all’indagine, ribattezzata “operazione Stranamore”. Ma dagli atti dell’inchiesta filtrano ragioni che poco hanno a che fare con l’amore ai tempi di un’Alghero che si scopre multietnica. I tanti matrimoni misti fioriti sulla Riviera del Corallo, tra il 2005 e il 2010, potrebbero invece essere spiegati come una sorta di compravendita tra single pentiti e immigrati a caccia di cittadinanza. Sono undici le persone finite sotto accusa per la violazione della Bossi-Fini, la legge che disciplina l’immigrazione nel nostro Paese. Delitto commesso sull’altare, o meglio nel Municipio della città catalana, così descritto dalla magistratura sassarese: «Per aver contratto matrimonio (fittizio)» con un cittadino straniero «con la promessa di versamento di una somma di denaro così da procurare l’ingresso o la permanenza nel territorio nazionale».

In questo caso, l’imputata Paola Porcu, 32 anni, avrebbe scelto di coniugarsi a un ragazzo di origini maghrebine (solo lei è imputata) grazie all’intermediazione di Latifa Naji, marocchina di 36 anni, che avrebbe dato una mano a sposarsi anche alla sorella maggiore di Paola Porcu, Patrizia, 34 anni. Ma quegli stessi aspiranti mariti - si legge nel capo d’accusa - erano stati “proposti” prima ad un’altra ragazza, che li aveva disdegnati e perciò non è stata indagata, da Rosanna Silanos, 52 anni, che le aveva contattate nel 2007 per presentare loro il candidato. Claudia Catta, casalinga di 45 anni, si sarebbe unita a un ambulante incontrato invece per caso, e ancora oggi è suo marito. Davanti al giudice dell’udienza preliminare, ieri, avrebbe dovuto presentarsi anche il consulente Felice Pasquale Caria, 52 anni, che invece risponde per un matrimonio terzo: avrebbe organizzato il finto sposalizio tra Marco Tore, 59 anni, e Natalya Okuneva, giovane russa (non imputata) che ha indossato l’abito bianco - virtualmente - nel gennaio 2004, per poi chiedere l’annullamento dopo qualche anno. Caria si sarebbe preoccupato anche di individuare il testimone di nozze, poi divenuto testimone d’accusa: ai carabinieri ha raccontato dell’organizzazione dell’unione-patacca - è l’ipotesi del pm Michele Incani - per elargire cittadinanze italiane. Imputati anche Sebastiano Bardino, 77 anni, Giovanni Sotgia, 64, Antonio Piras, 69, e Giuseppe Pais, 42: questi, l’8 luglio 2005, è convolato con la signorina Lyubov Stupnikova, testimone Antonio Piras, su aggiustamento dei primi due. Gli avvocati difensori Maria Cristina Marras, Antonio Meloni, Angela Casu e Gabriella Marogna dovranno dare battaglia, davanti, al gup il 12 giugno.

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