Conoci alla Regione: «Giù le mani dal futuro del porto»
Il coordinatore cittadino del Pdl rilancia un tema cruciale quando si avvicina la gara per le concessioni demaniali
ALGHERO. «Il porto? È degli algheresi, dunque il suo futuro deve essere deciso qui, non a Cagliari». Ne è convinto Mario Conoci, che dopo il passo indietro in favore della candidatura a sindaco di Francesco Marinaro torna a far politica da coordinatore cittadino del Pdl (non parteciperà neanche alla corsa per un posto in consiglio comunale) e rimette al centro dell’agenda un tema cruciale per le prospettive di sviluppo delle Riviera del Corallo. Specie ora che le concessioni demaniali saranno messe a gara. Un argomento così importante che proprio ieri c’è stato un botta e risposta tra i due consiglieri regionali Mario Bruno (Pd) e Pietrino Fois (Riformatori): per il primo, la giunta Cappellacci starebbe per bloccare i tre milioni di euro destinati al completamento e alla razionalizzazione delle banchine, per il secondo «quei soldi ci sono e nei prossimi giorni sarà lo stesso assessore ai Lavori pubblici Angela Nonnis a illustrare quanto sarà fatto per Alghero».
Nell’attesa non rimangono che due certezze: sul porto si giocano enormi interessi e da un suo corretto sfruttamento potrebbe ripartire il rilancio dell’economia cittadina. Conoci ne è perfettamente consapevole. «Compito principale di chi governerà la città - spiega - dovrà essere quello di far pressione sulla Regione affinché trasferisca nel più breve tempo possibile al Comune le competenze demaniali. Viale Trento esercita una potestà assoluta e prende decisioni lontano senza alcun coinvolgimento o confronto con chi rappresenta la nostra comunità». Obiettivo non facile, come riconosce lo stesso Conoci. «È necessario - continua - riproporre con maggiore forza e determinazione la posizione già assunta formalmente dal Popolo della libertà con una mozione del 2011 votata favorevolmente dall’intero consiglio comunale. La Regione è tradizionalmente restia a cedere sovranità e potere decisionale ed è sotto gli occhi di tutti che all'autonomia rivendicata nei confronti dello Stato non corrisponde affatto la reale devoluzione e autonomia interna. Tuttavia, pur consapevoli della difficoltà e degli ostacoli che verranno frapposti, pensiamo che questa battaglia debba essere intrapresa». Da tutti, sembra di capire. «L'alternativa - conclude - è rassegnarci a svolgere un ruolo di comprimari o di semplici spettatori rispetto a un nostro bene primario, accettando di essere semplicemente ospiti a casa nostra».
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