La Nuova Sardegna

Alghero

“Ombrellone selvaggio” ma non troppo

“Ombrellone selvaggio” ma non troppo

Numerosi stabilimenti balneari chiusi fino alle 11 per dire no alle aste delle concessioni demaniali

04 agosto 2012
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ALGHERO. Ombrelloni chiusi sino alle undici del mattino, ieri, in molti stabilimenti balneari della Riviera del Corallo. L’iniziativa di protesta era stata indetta dai sindacati del settore (Sib-Confcommercio, Fiba- Confesercenti, Assobalneari Italia- Confindustria e Cna-balneatori) per dire «no» alle aste delle concessioni demaniali previste dall'Unione europea con la direttiva Bolkestein, a partire dal primo gennaio 2016. Ma anche per manifestare contro il silenzio del governo Monti rispetto ai problemi della categoria. «Lo scorso febbraio - spiega Sandro Ibbadu, titolare dello stabilimento Il Tucano - si era riunito il tavolo tecnico che avrebbe dovuto studiare una soluzione al problema, ma a oggi tutto è fermo».

E anche se ad Alghero l’adesione allo sciopero non è stata totale, (alcuni bagni tra San Giovanni e l’ospedale marino hanno preferito aprire gli ombrelloni), con i balneari in rivolta si sono schierati incondizionatamente Regioni, Comuni, Province e molti parlamentari sia italiani che europei.

«Abbiamo distribuito ai nostri clienti il depliant con i motivi della protesta e tutti hanno mostrato di capire e condividere l’importanza della vertenza», conclude Ibbadu, che ieri ha personalmente recapitato al sindaco Stefano Lubrano una lettera nella quale gli si chiede di issare a mezz’asta la bandiera comunale. (a.m.)

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