La Nuova Sardegna

Alghero

«Il porto è bene comune, insieme lo valorizzeremo»

di Gianni Olandi
«Il porto è bene comune, insieme lo valorizzeremo»

Si guarda al 2015 quando scadranno le concessioni e saranno messe all’asta Nell’agenda del sindaco un incontro con tutti gli operatori dello spazio acqueo

04 gennaio 2013
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ALGHERO. Da decenni si guarda al porto come a una opportunità rilevante di sviluppo economico oltre che elemento di attrazione per la ricca nautica da diporto in transito nella stagione delle vacanze. Diverse decine di milioni di euro, oggi, e di miliardi di lire, ieri, sono stati investiti per rendere l'impianto più funzionale. Gli interventi strutturali hanno indubbiamente favorito l'esercizio delle diverse attività portuali ma sul piano pratico ha prevalso, nel corso degli anni, la vecchia abitudine di socializzare i costi e privatizzare i guadagni. Inoltre gli obiettivi dei quali si accenna all'inizio sono in larga misura falliti e l'intera area portuale si appresta a un momento che potrebbe rappresentare una svolta per le vecchie logiche di conduzione del “marina”. Nel 2015 infatti scadono tutte le concessioni che dovranno essere evidentemente messe all'asta. L'interlocutore è la Regione in quanto alla Capitaneria di Porto, come evidenzia il comandante della Guardia Costiera Giuseppe Prigigallo, «sono state lasciate le competenze in materia di sicurezza, prevenzione, controllo, quelle specificatamente tecniche». Sull'appuntamento del 2015 sono in fermento ormai da tempo ipotesi diverse, ci sono timori, preoccupazione per qualche provenienza esterna da “asso pigliatutto”, si sospetta qualche colpo di mano che potrebbe in qualche modo mettere in discussione l'attuale assetto gestionale dove convivono tanti “padroncini”. All'appuntamento del 2015 il Comune non può distrarsi. «Né intendiamo farlo - ribatte subito il sindaco Stefano Lubrano - siamo perfettamente consci del ruolo che può svolgere il porto per l'economia locale, e lo siamo altrettanto del fatto che così non si può andare avanti. È tempo di cambiare mentalità, di vedere l'area portuale non come una realtà che garantisce posizioni di rendita, ma come una valvola importante di sviluppo, su fronti diversi. Per questa ragione, a brevissimo, intendiamo incontrare tutti gli operatori del porto. È tempo di una presa di coscienza collettiva». In Sardegna i porti sono gestiti dalle autorità portuali nei casi di Porto Torres, Olbia, Cagliari e Golfo Aranci. Dalla Capitaneria di Porto, quindi dallo Stato, quello di Oristano, mentre quelli di competenza regionale sono insieme ad Alghero, Arbatax, Carloforte, Sant'Antioco, Castelsardo, Bosa, La Maddalena e Stintino. Fabrizio Goldoni della Marina di Aquatica sostiene che l'intenzione del sindaco di dare corso a incontri tra gli operatori «è indispensabile se vogliamo ragionare sulle potenzialità e costruire un futuro di crescita». L'operatore segnala il timore che sullo spazio acqueo portuale possa arrivare un colpo di mano «capace di escludere quanti da anni lavorano in condizioni critiche per mantenere efficiente l'area». Il sindaco Lubrano ha però le idee chiare : «Il Comune sarà il garante e il riferimento istituzionale - afferma - ma tutti dobbiamo avere la consapevolezza che occorre un’ inversione di marcia, un cambio di mentalità nella gestione di un bene prezioso che, non va dimenticato, è stato realizzato con i fondi pubblici».

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