La Nuova Sardegna

Alghero

Così l’ex area Saica è diventata affare da 10 milioni

di Gianni Olandi
Così l’ex area Saica è diventata affare da 10 milioni

Pagata 80mila euro, espropriata per 3 milioni e mezzo ora è piazzale della Pace al centro di una guerra giudiziaria

27 gennaio 2013
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ALGHERO. È certamente l'operazione immobiliare più redditizia nella storia della Riviera del Corallo che in fatto di speculazioni edilizie non ha niente da imparare. Si parla dei 16 mila metri quadri dell'ex area Saica, attuale Piazzale della Pace, in via Garibaldi, area espropriata dal Comune per motivi di pubblica utilità nel 2003 e che recentemente la Corte di Appello di Sassari ha stimato il lavoro in circa tre milioni e mezzo di euro. L'area era stata espropriata alla società proprietaria, l'impresa Solem di Sassari, in quanto una vera e propria bomba ecologica e ambientale nel centro della città. Oltre alle macerie e al degrado rappresentato dai vecchi cappannoni dell'ex fabbrica del forfurolo, l'ex Saica era letteralmente coperta di materiali all'amianto le cui polveri venivano diffuse dal vento nell'adiacente quartiere della Pivarada.La sentenza della Corte d'Appello ha imposto al Comune di Alghero di fare fronte al dispositivo di condanna. Ma si tratta soltanto di una prima fase visto che la società proprietaria ha annunciato un ricorso alla Corte di Cassazione con la richiesta di dieci milioni di euro.

Vale la pena ricordare che l'area in questione venne offerta al Comune dal Cis per poco meno di 100 milioni di lirenegli anni 78/79. Il Comune rifiutò, non la ritenne utile sul piano economico e urbanistico (stiamo parlando di poco meno di due ettari davanti al porto), e così la banca la mise all'asta e la Solem, degli imprenditori Soletta e Leonardi, se l'aggiudicò per meno di 200 milioni di lire, qualcosa come 80/90 mila euro di oggi.

Mai investimento fu più produttivo visto che per un'area non edificabile, dove si potrebbero realizzare soltanto interventi di pubblico interesse, previo piano particolareggiato e approvazione del consiglio comunale, vengono attribuite stime milionarie. Giusto per fare un esempio: il complesso Santa Chiara, l'ex ospedale sui bastioni, con volumetrie esistenti di oltre 17 mila metri cubi, non quadri come la Saica, di pregio storico e panoramico unico, è stato acquistato dal Comune per poco più di 2 milioni di euro. L'amministrazione dell'epoca, nel 2003, corrispose per l'esproprio dei 16 mila metri quadri di via Garibaldi 450 mila euro. Altri 250 mila euro vennero investiti nella bonifica dall'amianto, nell'abbattimento e trasporto die materiali nocivi perché tossici. Intervento che il Comune svolse in quanto la società proprietaria dell'area non ottemperò alla esplicità richiesta dell'ente locale.

Secondo autorevoli esperti legali e i tariffari che vengono utilizzati per questo tipo di procedure, il saldo per l'esproprio dell'area non avrebbe dovuto superare il milione di euro. L'investimento si è dunque rivelato estremamente positivo, senza consumare un solo sacchetto di cemento, e lo sarà ancora di più se verrà accolto il ricorso in Cassazione. L'amministraziune comunale ha comunicato che intende opporsi a questa richiesta, ma anche che intende ricorrere anche contro la sentenza della Corte d'Appello che ha stimato l'area per 3 milioni e mezzo di euro.

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