La Nuova Sardegna

Alghero

Alghero, delfino soccorso e liberato in alto mare

di Pinuccio Saba
Alghero, delfino soccorso e liberato in alto mare

L’animale nuotava con difficoltà, quasi spaesato, all’interno del porto. Curato con antibiotici e antinfiammatori

06 agosto 2013
3 MINUTI DI LETTURA





ALGHERO. Stavolta è stata una storia a lieto fine. Anche se per lunghe ore si è temuto che il delfino finito dentro il porto di Alghero, avesse contratto il virus del morbillo, infezione quasi sempre letale per i cetacei.

L’allarme è scattato nella serata di domenica, quando alcuni diportisti hanno notato un delfino che si aggirava fra le imbarcazion i ormeggiate davanti ai bastioni, come se avesse perso l’orientamento.

Il ricordo di quanto accaduto qualche giorno fa, quando alla Maddalena è stato soccorso un delfino ferito con un fiocina (poi morto per la gravità delle lesioni) ha suscitato una vera e propria mobilitazione. L’allarme è stato esteso immediatamente alla vicina Capitaneria di porto, ai vigili del fuoco, al Parco di Porto Conte. In pochi minuto si è messa in moto una macchina organizzativa finalizzata al soccorso e al salvataggio del delfino.

L’animale è stato così costretto in una zona angusta del porto, dove la collaborazione fra vigili del fuoco, guardia costiera ed esperti del Parco di Porto Conte ha facilitato la “cattura” del delfino che è stato ospitato immediatamente in una vasca allestita sulla banchina.

Vasca che per tutta la serata - anche nella prima matinata di ieri - è stata meta di curiosi, animalisti e ambientalisti, turisti, semplici cittadini che volevano osservare da vicino uno degli animali più intelligenti della terra, nonchè fra i più amati dai bambini. Il tutto sotto lo sguardo attento degli operatori del parco.

Il delfino non era solo spaesato, ma anche “nervoso” e con evidenti difficoltà respiratorie. Tanto che gli esperti del parco, affiancati immediatamente da un veterinario, hanno anche ipotizzato che il cetaceo avesse ingoiato una busta di plastica. Ipotesi scartata quasi subito anche se la difficoltà respiratoria ha caratterizzato a lungo la degenza del delfino nella vasca sistemata sulla banchina.

L’altra ipotesi, forse ancora più grave, era che il delfino fosse stato colpito dal morbillovirus, infezione che difficilmente lascia scampo ai cetacei. Infezione per la quale, fra l’altro, non esiste ancora alcuna cura efficace.

I veterinari hanno effettuato gli accertamenti del caso ( i risultati delle analisi del sangue si avranno fra qualche giorno) e hanno deciso per una terapia aggressiva. Il delfino è stato sottoposto a una cura a base di antibiotici e antinfiammatori e già nella tarda serata di domenica l’animale sembrava essersi ripreso. I soccorritori hanno comunque preferito non correre rischi e l’hanno tenuto in osservazione per tutta la notte. Ieri mattina le condizioni dell’animale erano nettamente migliorate, tanto che il veterinario ha ritenuto che il delfino poteva essere rimesso in libertà.

Una liberazione che, per ragioni di sicurezza, non poteva essere effettuata nel golfo del Corallo per cui, alle 10,30 di ieri, dal porto di Alghero si è mosso un piccolo convoglio che ha raggiunto il mare aperto, in direzione di Bosa, dove il delfino è stato rimesso in libertà.

Grande soddisfazione (e non poteva essere diversamente) di tutte le forze scese in campo - o meglio, in mare - per l’operazione di salvataggio del delfino che stavolta è andata a buon fine.

Nessuno ha infatti dimenticato che gli ultimi animali soccorsi (fra i quali una stenella) si è salvato dal morbillovirus. E quando non sono le malattie, ci pensa la stupidità dell’uomo a colpire questa specie, peraltro protetta.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
La polemica

Pro vita e aborto, nell’isola è allarme per le nuove norme

di Andrea Sin
Le nostre iniziative