La Nuova Sardegna

Alghero

Civile, il Nursind alla Asl: «È un ospedale da campo»

di Andrea Massidda
Civile, il Nursind alla Asl: «È un ospedale da campo»

Nel mirino del sindacato il reparto di Medicina e la cronica carenza di organico Troppo pochi i reali posti letto: pazienti assistiti sulle barelle disposte nei corridoi

06 ottobre 2013
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ALGHERO. Stando a chi ci lavora (ma anche a chi suo malgrado lo frequenta da degente), nel principale presidio sanitario cittadino ormai di civile sarebbe rimasto soltanto il nome. Per il resto è roba da terso mondo, come si diceva una volta. La denuncia del Nursind, il sindacato degli infermieri, è chiara quanto inquietante: quello di via Don Minzoni assomiglia più a un ospedale da campo che a una moderna struttura pronta ad accogliere chi deve essere curato. I motivi? I soliti: carenza di personale socio-sanitario, ammalati sistemati nelle unità operative nelle quali si trova ancora un posto libero e quando quel posto proprio non c’è, allora non resta che arrangiarsi con le barelle. «Ad Alghero - racconta Fausta Pileri, segretaria provinciale di Nursind - la situazione è addirittura peggiore rispetto a quella di Sassari, perché qui si agisce subdolamente chiudendo intere ali di unità operative e riducendo di conseguenza i posti letto ufficiali, che nel contempo si fanno rientrare dalla finestra sotto forma di posti barella, considerati a tutti gli effetti parte integrante della proposta assistenziale. Il concetto di ospedale da campo è evidentemente molto caro, alla dirigenza, se tende a diffonderlo indifferentemente al centro come in periferia».

Secondo il sindacato degli infermieri, il reparto più sofferente è quello di Medicina. «Questa unità operativa - continua Fausta Pileri - nella sezione maschile è composta da 29 posti letto più 6 cosiddetti posti barella, mentre in quella femminile da 17 posti letto più un posto barella». E se non si trattasse di sanità pubblica, sul termine posto barella verrebbe quasi da fare del facile sarcasmo. «Credo - commenta la segretaria di Nursind - che sia la prima volta che gli operatori sanitari si ritrovano a coniare un neologismo per descrivere ricoveri impropri e continuamente in esubero». Ma tant’è. «La verità - conclude la sindacalista - è che l’unità operativa di Medicina viene considerata un appoggio che a sua volta deve poggiare i propri ricoverati dappertutto: in Chirurgia, in Urologia, in Otorino e persino al pronto soccorso, cioè da dove spesso proviene il paziente. Tutto ciò con i medici costretti a recarsi negli altri reparti per visitare i pazienti di loro competenza».

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