La Nuova Sardegna

Alghero

Concessioni, titolari distratti col fisco

di Pinuccio Saba
Concessioni, titolari distratti col fisco

Le nove imprese controllate dalla Finanza negli ultimi cinque anni non hanno pagato Imu, Ici, Tarsu e canoni demaniali

03 dicembre 2013
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ALGHERO. L’evasione (o se si preferisce il mancato versamento di Ici, Imu e Tarsu ai danni del Comune) è relativamente modesto: solo quattrocentomila euro all’anno. Questa è la somma stimata dalla sezione operativa navale della guardia di finanza di Alghero che in questi giorni ha completato una serie di accertamenti nei confronti dei titolari di concessioni demaniali. E il risultato è stato a dir poco sorprendente: nessuno dei nove concessionari controllati ad Alghero e dei tre di Stintino era in regola con il fisco. Qualcuno aveva pagato l’Ici-Imu, qualcun altro solo un’annualità del Tarsu, altri ancora non avevano versato il canone per la concessione demaniale oppure non avevano aggiornato il tributo al momento del rinnovo del contratto. Per gli uomini della guardia di finanza di Alghero è stato un lavoro lungo e difficoltoso visto che la verifica ha riguardato gli ultimi cinque anni. Ne è scaturito un voluminoso rapporto che è stato inviato agli uffici tributi dei comuni di Alghero e Stintino che, in questi giorni, stanno procedendo all’emissione delle cartelle esattoriali per quanto concerne la Tarsu e in parte per Imu e Ici, cartelle alle quali andranno a sommarsi gli interessi e le sanzioni.

Per quanto riguarda il mancato pagamento della Tarsu, i concessionari contestano la legittimità dell’imposta in quanto - sostengono - non producono rifiuti. Una tesi che, secondo la guardia di finanza, non è sostenibile viste le innumerevoli sentenze della magistratura amministrativa e della corte di Cassazione.

Più complicata, invece, la questione relativa all’Ici-Imu. In molti casi, infatti, le concessioni riguardano anche gli immobili realizzati in area demaniale, immobili che spesso non sono stati accatastati. Incombenza che spettava al “padrone di casa”, in questo caso la Regione. E senza la registrazione è impossibile stabilire il valore catastale dell’immobile, parametro alla base del calcolo dell’imposta dovuta. In questo caos burocratico, qualche concessionario era in buona fede rivendicata mostrando le ricevute dei tributi parzialmente versati in passato, qualcuno ci ha invece marciato alla grande, inserendo in questa impossibilità di calcolo anche le aree in gestione, sia che fossero pontili galleggianti, sia che fossero gli specchi acquei.

L’intervento della guardia di finanza non è, però, servito a risolvere il problema. I buchi nella normativa continuano a persistere e se la Regione non inserirà nei registri catastali quegli immobili non ancora accatastati, per i concessionari sarà realmente difficile pagare il dovuto.

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